POSTER CONTRO LA BESTEMMIA? IL VESCOVO NON CONCORDA

C'è chi dice che i preti non abbiamo il senso dell'umorismo perché troppo dediti alle cose divine. Tale considerazione può essere verosimile dovunque, ma non a Verona. L'antefatto concerne l'iniziativa del Comune di Verona che ha fatto tappezzare la città di un manifesto recante la dizione "La bestemmia offende, il rispetto promuove la pace". E la curia veronese che fa? Invece di apprezzare la campagna antiblasfema, boccia l'iniziativa e dichiara che "il poster è assolutamente banale, non incisivo, non pervasivo". Dinanzi a tali assurde obiezioni, verrebbe da chiedersi cosa abbia fatto in concreto la curia scaligera in questi anni, per contrastare l'indecente proliferazione della bestemmia. Nulla! Nessuna campagna e nessuna sacrosanta "crociata" antiblasfema. Ovviamente, la sottovalutazione del "vezzo nazionalpopolare" non concerne solo la chiesa veronese, ma la pressoché totalità delle diocesi italiane. Non risulta infatti sia mai stata attuata da parte delle realtà ecclesiastiche locali, nessuna iniziativa pubblica contro la trasgressione del secondo comandamento. Solo blande raccomandazioni proferite dai pulpiti. Eppure, Vescovi e preti dovrebbero sapere che solo una minima parte della popolazione italiana è praticante. Motivo per cui l'unico mezzo per raggiungere i prestavoce di belzebù, sarebbe quello di imitare la laicissima campagna del comune di Verona. Se i preti si vergognano a difendere l'onore di Dio e della Madonna, per fortuna suppliscono i laici.

Gianni Toffali

Andiamo oltre. Visto che per la Curia veronese il poster è "assolutamente banale, non incisivo, non pervasivo" - dato che a formulare critiche sono tutti capaci come chiunque può constatare fermandosi 10 minuti in qualsiasi bar d'Italia - siamo curiosi di sapere come avrebbe dovuto o dovrebbe essere fatto essere fatto. La Curia veronese, viste le sue critiche, dovrebbe saperlo. Ci aggiorni, grazie. (ndr)

Gianni Toffali (e ndr)
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