ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) POVERTA' IN AUMENTO 2) LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO 3) FEDERICA PELLEGRINI 4) MORTE DI UNA MAMMA 5) OSTIA D'ESTATE

1) POVERTA' IN AUMENTO

In Italia sono 8 milioni i poveri. Sono persone costrette a spendere il minimo indispensabile per sopravvivere. Di questi, 3 milioni sono considerati "i poveri tra i poveri", che non possono permettersi neppure i beni e servizi essenziali. A fronte di questo, l'80% di famiglie non ha problemi di indigenza. Ma, anche se, in generale, l'80% delle famiglie può dormire sonni tranquilli, poiché rientra nel gruppo che l'Istat definisce come "sicuramente non povero", esiste un 4% che vive al limite della soglia: sta al di sopra della soglia d'allarme ma, per una sola spesa imprevista, rischia il tracollo. Inoltre, con una spesa imprevista quattro famiglie su 100 rischiano di scendere sotto la linea di povertà relativa che l'Istat attesta su 1000 euro di spesa pro capite. Le famiglie considerate sicuramente povere corrispondono al 5% del totale, mentre quelle considerate "appena povere" sono il 6%. "È opportuno sviluppare la strada aperta con la Carta Acquisti in favore di famiglie con anziani o minori indigenti": è il commento del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi a cui risponde Sergio D'Antoni, responsabile Mezzogiorno del Pd: i dati dell'Istat "mettono in evidenza l'immobilismo del governo quanto a politiche sociali e di sviluppo nelle aree deboli". Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista chiede il salario sociale per i disoccupati.

2) LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO

Via libera a maggioranza dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla pillola abortiva Ru 486. Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha infatti approvato l'immissione in commercio del farmaco in Italia. La pillola abortiva è già venduta in vari paesi. Intanto non si placano le polemiche a livello politico, mentre il Vaticano annuncia la scomunica per coloro che la useranno. È un "veleno letale, non un farmaco": è come l'aborto chirurgico, quindi un "peccato, un delitto" che comporta la scomunica della Chiesa per chi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo all'iter. Lo afferma monsignor Giulio Sgreccia, emerito presidente dell'Accademia per la vita, che auspica un intervento da parte del governo e dei ministri competenti. Perché - spiega - non "è un farmaco, ma un veleno letale" che mina anche la vita delle madri, come dimostrano i 29 casi di decesso. La Ru486 - afferma Mons. Sgreccia - è uguale, come la Chiesa dice da tempo, all'aborto chirurgico: un "delitto e peccato in senso morale e giuridico" e quindi comporta la scomunica automatica. La posizione della Chiesa è sempre stata ferma sull'argomento: l'aborto è sempre aborto, sia se fatto in clinica o in casa. Così come più volte sostenuto anche dal vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Jean Laffitte, che all'inizio di quest'anno, quando si è riaperta la discussione per l'uso in Italia, aveva affermato che la cosidetta pillola del giorno dopo, non va usata nemmeno in caso di stupro. Come sottolineato anche dal no della Santa Sede circa l'uso della pillola abortiva nel 1999 per le donne violentate durante la guerra del Kosovo, alle quali la pillola veniva fornita in un kit dell'Onu. O, più di recente, nelle dure prese di posizione della Chiesa nel 2005, quando a Torino nelle strutture pubbliche si iniziò l'uso sperimentale del farmaco. Dal canto suo l'endocrinologo francese Emilie-Etienne Baulieu, inventore della Ru486, sottolinea come la pillola abortiva sia sicura ed efficace. "Quelli che la boicottano sono in realtà i nemici della libertà di scelta delle donne". A chi dare ragione?

3) FEDERICA PELLEGRINI

La ventunenne Federica Pellegrini detiene il record del mondo dei 200 stile libero con 1'52"98, e dei 400 che già deteneva con 4'00"41 ai Giochi del Mediterraneo e che ha migliorato all'esordio dei mondiali con 3'59"15, prima donna a scendere sotto il muro dei 4'. È l'unica nuotatrice italiana ad aver infranto il crono mondiale in più di una specialità: ben sei volte ha migliorato quello dei 200 stile libero e tre volte quello dei 400, ma è anche primatista dei 200 in vasca corta (1'51"85). È anche l'unica azzurra ad aver regalato all'Italia il primo oro olimpico al femminile del nuoto, centrando il titolo a Pechino nei 200 stile libero. Con l'oro mondiale sui 400, bissato ora con quello sulla distanza più breve di cui detiene anche il titolo olimpico, Federica Pellegrini aveva riportato, 36 anni dopo Novella Calligaris, il nuoto femminile sul gradino più alto del podio di una rassegna iridata. Ed ora Federica arricchisce ancora il suo straordinario palmares internazionale: infatti oltre all'oro di Pechino ha anche un argento nell'edizione di Atene 2004 sempre sui 200 stile (quando aveva solo 16 anni), un argento e un bronzo mondiale nella stessa distanza rispettivamente a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007, oltre a un oro sui 400 agli Europei di Eindhoven, dove conquistò anche l'argento nella 4x100 stile e il bronzo nella 4x200. 35 invece i titoli italiani a livello individuale. Pioggia di medaglie anche in vasca corta con 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo agli europei, e un argento un bronzo ai Mondiali. Detto onestamente, tutta questa faccenda mi ha ancor più convinto che la bella Federica è la regina del nuoto italiano. Proprio così.

4) MORTE DI UNA MAMMA

Sono triste.

Ho appena saputo che é morta la mamma di un mio caro

amico. Quando se ne va una mamma, se ne va un pezzo di cuore. Se ne vanno in un colpo solo anni di vita, di ricordi, di affetti. Se ne va la gioia. Feruccio, mi dispiace. Tanto.

5) OSTIA D'ESTATE

Sabato mattina.

Il sole già splende, il cielo è azzurro e un vento fresco scuote rumorosamente le insegne degli stabilimenti.

Sto passeggiando verso il porto, dopo aver sorseggiato con calma una tazza di caffè sul balcone e dato una scorta ai quotidiani.

Mi sono svegliato presto.

Ieri sera, quasi all'una, dopo aver mangiato gli spaghetti cacio e pepe e aver bevuto un goccio di vino, sono andato a letto pieno di pensieri strani.

E allora non sono riuscito a dormire.

In parte era colpa del bruciore allo stomaco per aver mangiato a quell'ora tarda e in parte è stata colpa dei sogni inquietanti che ho fatto nei brevi istanti in cui mi sono appisolato.

Mi sono svegliato diverse volte di soprassalto, con il cuore che mi batteva all'impazzata e vaghe e brutte immagini che scivolavano lungo i viscidi pendii del mio subconscio.

Sono rimasto sdraiato a fare respiri lenti e profondi, finché non sono riuscito ad addormentarmi un'ora prima che mi svegliasse una telefonata.

Da favola: avevano sbagliato numero!

Annuso l'aria, umida ma abbastanza fresca per questo periodo dell'anno, e do un'occhiata all'orologio.

Le sei e mezzo.

Sembra che sarà un'altra bella giornata; e molto lunga, per giunta.

Ricordi, sensazioni, cose così…

Non so perché.

Ripenso a quando, da bambino, giocavo a Collevecchio.

Un nostro vicino, amico di mio nonno, mi offriva sempre dei dolci appena sfornati dalla moglie.

Era un uomo alto e tarchiato, largo quasi quanto era alto, ma muscoloso e sano.

Indossava spesso uno stretto gilet sulla camicia e un paio di ampi pantaloni.

Forse allora non avrà avuto più di quaranta anni, ma il lavoro dei campi lo aveva invecchiato, come dimostravano le rughe profonde e la pella ruvida sul suo volto robusto.

Penso al lavoro.

Mi rammento che ho parlato ieri con un giovane collega.

Uno che viene preso sempre in giro senza alcuna pietà.

Hanno una vena maligna gli altri miei colleghi.

Sarà probabilmente per il suo look. Ieri, per esempio.

Indossava una giacca di velluto a coste verde bottiglia, con le toppe di pelle sui gomiti e un paio di pantaloni marroni un tantino consumati, sempre di velluto, nonostante il caldo.

Aveva la cravatta annodata male e il colletto della camicia ripiegato all'insù dalla parte destra.

Dal taschino della giacca spuntava una sfilza di penne e matite.

Sul volto il colorito terreo proprio di chi non passa molto tempo all'aria aperta.

Mi siedo su una panchina.

Dal vicino bar arrivano le notizie del radiogiornale.

Sta parlando Pierferdi.

Un politico che apprezzo. Molto.

E' determinato Pier Ferdinando Casini durante questa intervista su GR1.

L'ex presidente della Camera sta sottolineando che "il ruolo dell'Udc è alternativo alla sinistra. Il Partito Democratico si rivolge ad un'altra casa, a quella del socialismo europeo. Noi abbiamo fatto una scelta ben diversa".

Che dite?

State cominciando a trovare il tutto un po' campato in aria?

Tranquilli. Ho quasi terminato. Manca solo qualche frase.

Ho una vecchia Opel Corsa.

E' davvero ora di comprare un'auto nuova, lo so, ma ultimamente non ho avuto il tempo né i soldi per farlo.

Presto lo farò ma, per il momento, l'Opel continua a portarmi dovunque voglia andare.

Oggi, vicino al porto, c'è una improvvisata vendita dell'usato, dove noto persone indecise se comprare o meno telefoni cellulari poco affidabili a pochi euro.

Anche cartucce d'inchiostro di dubbio funzionamento a cinquanta centesimi.

Si sono fatte le nove e mezzo.

Ritorno verso casa.

Arrivo al mercato dell'Appagliatore.

Offre verdure coltivate nelle zona di Maccarese, formaggi tipici della campagna romana come il pecorino, carni di vitello e di maiale biologici.

Ho sempre pensato che tutti i vitelli e i maiali fossero biologici -per non parlare del vino, della frutta e della verdura- prima che Simonetta mi spiegasse che in realtà si intendeva allevati biologicamente, ossia senza fare uso di pesticidi o prodotti chimici.

Mi chiedo: perché non dicono così, allora?

Devo pensare a cosa farò da grande: e dovrà essere qualcosa che ne valga la pena.

Beh, scrivere vale la pena, no?

Se lo si fa seriamente.

Anche perché in ufficio, negli ultimi tempi, ci sono state volte che riflettendo sulle cose che faccio mi si è quasi accapponata la pelle: ho provato un vero odio per me stesso.

Tu, che mi stai leggendo, devi sapere che lavorare in questo modo…non ti fa sentire esattamente a posto con te stesso, te l'assicuro.

A peggiorare le cose, il caffè bevuto a un bar vicino al porto ha cominciato ben presto a comprimermi la vescica.

Giungo a una decisione: bisogna ritornare a casa.

Intanto sudo.

Mi asciugo il viso con un fazzoletto.

Incontro mio figlio Gabriele. "Oh, grande, papà! Allora sei a spasso pure tu".

"Sembrerebbe di sì" replico .

"Potevi dirmelo, saremmo usciti insieme".

"Quando sono uscito, tu dormivi" rispondo.

"Ok, papà. Adesso però devo andare, ciao". E se ne va.

Incontro un amico. "Che ci fai qui?" dice.

"Passeggiavo. Tu?"

"Abito qui vicino. Da qualche mese".

"Dai, vieni, ti prego. E' sempre bello vederti" dice, invitandomi a salire a casa sua.

Insiste.

Ancora confuso, mi limito a dire di sì e rimango lì impalato, mentre lui mi fa strada.

Poi mi incammino anch'io verso di lui.

Arriviamo. Mi fa cenno di entrare in casa. Entro.

"Posso offriti qualcosa?".

Controllo l'orologio. "Tra poco devo raggiungere mia moglie, ma prima possiamo prenderci un caffè".

"Bene. Il caffè è perfetto" replica.

"Vieni, andiamo in veranda".

"In veranda? Perfetto" rispondo.

"Le verande sono luoghi rilassanti. Sono una sorta di rifugio in cui estraniarsi dal mondo reale" dice.

Dopo un po' rientriamo.

"Hai una bella casa" dico, mentre mi siedo su una poltrona a fiori con il coprischienale di pizzo.

"Grazie" risponde con un sorriso.

Un orologio ticchetta sulla mensola del caminetto, accanto a una fotografia racchiusa in una cornice.

Le dieci e venticinque.

Nella foto, che sembra essere scattata in montagna, ci sono lui e sua moglie.

E' un uomo duro, tutto d'un pezzo, uno della vecchia guardia, che si sta avvicinando in fretta al pensionamento.

Ha i capelli grigi, tagliati a spazzola in modo austero, i lineamenti marcati, squadrati e negli occhi socchiusi un luccichio che intimorisce.

La gente dice che non ha senso dell'umorismo, ma io, che lo conosce bene, sono certo che sia un bravo uomo.

Mi dice: "I vescovi italiani sono favorevoli ad una legge che tuteli la libertà religiosa, ma tale legge non può mettere sullo stesso piano della Chiesa cattolica sette o movimenti religiosi che suscitano allarme sociale; né il matrimonio cattolico può essere equiparato a quello di altre religioni, come l'islam, che prevedono anche la poligamia".

"Certo" rispondo.

"Difatti alla Chiesa cattolica non piace la proposta di legge che introduce il principio della laicità addirittura quale fondamento della legge sulla libertà religiosa, poiché è un'affermazione forzata, in quanto, secondo pronunciamenti della Corte Costituzionale, è la libertà religiosa a concorrere a strutturare il principio di laicità" specifica.

"Giusto, faccio io, infatti, a differenza della Chiesa cattolica, ebrei e protestanti hanno manifestato la loro soddisfazione per il nuovo testo che difende la laicità dello Stato ed equipara sostanzialmente le diverse religioni tra di loro. Anche le organizzazioni musulmane che fanno parte della Consulta per l'Islam si sono mostrate piuttosto favorevoli, pur esprimendo qualche riserva sulla creazione di un albo dei ministri del culto" aggiungo.

"Hai ragione, Mario" osserva lui. " So per certo che la Chiesa critica apertamente molti punti della proposta di legge a partire dai paragrafi sul matrimonio, dato che nella tradizione giuridica italiana si vede specificato il riconoscimento della derivazione degli effetti civili dal matrimonio cattolico. In questo testo di legge questo aspetto del matrimonio cattolico viene assunto come paradigma di tutti i matrimoni, passaggio che non ci è rispettoso della religione cattolica".

"Spiegati meglio" dico.

Allora lui esclama a gran voce "Mentre prima il rito celebrato dalle confessioni non cattoliche veniva considerato un matrimonio civile celebrato in forma speciale, con il nuovo testo di legge ogni tipo di nozze religiose finisce per equivalersi anche negli effetti civili".

Si interrompe un attimo per bere.

"Ciò rischia di divenire problematico per le unioni consacrate da fedi, come quella musulmana, che prevedono forme di poligamia. Non si possono riconoscere effetti civili a questi matrimoni senza un approfondimento di tali implicazioni" conferma.

Vedendomi interessato, mi avverte che "anche l'intenzione di istituire un registro delle confessioni religiose presenti in Italia, a prescindere da chi ha un concordato o meno un'intesa con lo Stato e chi non ne ha, suscita seria preoccupazione tra i vescovi cattolici, perché si tratta di una novità, i cui esiti, per quel che si può prevedere al momento, potrebbero comportare un rischio di omologazione tra realtà religiose che rimangono invece fortemente differenziate. Ciò vale anche per l'accesso ai programmi televisivi o ai fini della destinazione del 5 per mille. L'esigenza di favorire l'integrazione di nuovi gruppi e quindi la pacifica convivenza non deve tradursi in forme di ingiustificato cedimento di fronte a dottrine o pratiche che suscitano allarme sociale e che contrastano con principi irrinunciabili della nostra civiltà giuridica", conclude.

"Appunto" commento. Con una smorfia guardo fuori dalla finestra. Sembra che stia rimuginando su quello che il mio amico ha appena detto. "Così pare" replico. "L'unica soluzione sarebbe cambiare governo. Con Casini come premier. Questa è la mia opinione, almeno".

"Credo che tu abbia ragione" dice. "E questa non è l'unica cosa che non mi piace di questo Governo. A volte sembra proprio che facciano cose sgradevoli come questa proposta di legge…anche in questo caso si poteva evitare, secondo me…già, non dobbiamo trarne piacere" osserva.

"Non capisco. Che vuoi dire?" gli chiedo.

"Hai ragione, Mario. Non spetta a noi giudicare. Comunque, quello che voglio dire è che le cose potrebbero andare meglio" ipotizza.

Lo guardo con aria perplessa "Bè, e noi del resto cosa potremmo fare di preciso? Solo parlarne in giro. Per quello che può servire, poi" ribatto.

"Direi di sì" replica.

"Che facciamo noi, nel frattempo?" dico.

"Non lo so" risponde.

"Abbiamo avuto Governi peggiori ma, abbiamo elementi sufficienti per dire a occhio e croce, che questo Governo potrebbe fare ancora meglio" replico.

Lui scoppia a ridere. "Non ti preoccupare, Mario. Beviamo una vodka fredda. Forse è la cosa migliore".

"Bè, mi sentirò un po' meglio dopo aver bevuto" dico distogliendo lo sguardo.

"Mi sembri un tantino sconvolto. Spero che la vodka ti piaccia" dice.

"Certo. Mi piace parecchio" replico.

"Penso anche ai giovani dei centri sociali, come quelli del Vittorio occupato. Alcuni sono impegnati politicamente e la cosa può sfociare nella violenza se si mettono insieme a tipi sbagliati e ora che i trafficanti privi di scrupolo si sono inseriti nello spaccio della droga c'è un pericolo in più. Molti di loro sono disorientati a come va il mondo e cercano delle risposte. Ma sono tutti di buona famiglia. Perché diavolo vogliono scappare per andare a vivere in luride casa occupate e squallidi monolocali?" dice.

"Non ci arrivo proprio" rispondo.

"Una via di fuga, magari. Qualcosa di nuovo. Qualcosa di diverso" aggiunge.

"Interessante" commento.

Mi alzo. Lo saluto.

Uscendo di nuovo nel vento caldo di Ostia penso che in parole povere non so dove stia andando.

Tutto ciò che so è che devo camminare.

Forse dovrei dare un'occhiata al supermercato per vedere se c'è Simonetta.

Comincia a piovere.

Ma va! In piena estate!

Allora mi volto dalla parte opposta.

Mi avvio verso casa sotto la pioggia.

Finalmente.

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