SIRIA. L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA 12.5.30.5
Riceviamo e pubblichiamo:
Chi ha potuto ascoltare la conferenza di Mario Villani "Inferno Siria" giovedì 24 maggio a San Martino in Rio conosceva già il copione. Puntualmente, due giorni dopo, è arrivata una replica.
"È ancora un bilancio di sangue quello che arriva dalla Siria: sono 92 le vittime dei bombardamenti delle forze di Bashar el-Assad su Hula, delle quali oltre 32 bambini, ha dichiarato il capo della missione degli osservatori Onu, recatosi sul posto dopo le denuncie degli attivisti anti-Assad." (La Stampa)
Ma le foto mostrano bambini sgozzati, non bombardati.
Chi è interessato alla verità, legga la versione allegata.
Grazie per l'attenzione
Giovanni Lazzaretti
La vérité sur Houlé
VOX CLAMANTIS - 26 maggio 2012
Traduzione dal francese a cura della Fraternità Maria Gabriella
Domandiamo ai nostri lettori di non lasciarsi impressionare dalla campagna mediatica a proposito del massacro di Houlè. Contrariamente a quanto viene affermato dai media e dalle nostre prime informazioni raccolte, l'armata siriana regolare non si è posizionata e non ha bombardato Houlè.
Si tratta, da parte dei terroristi, di un colpo montato al quale l'opinione pubblica è già molto abituata e, da parte del governo di una dimissione inaccettabile, che lascia civili innocenti affidati alla sua protezione e forze dell'ordine in numero insignificante essere oggetto di impressionanti attacchi da parte di centinaia di miliziani feroci, pronti a tutto ed armati fino ai denti, con la pura missione di "creare" le vittime per sfruttare mediaticamente il loro sangue.
Questo coincide con l'annuncio della prossima visita di Kofi Annan e lo scopo è quello di screditare questa missione, gettandone tutto il biasimo sulle legittime autorità siriane. Le notizie che noi forniamo vengono da testimoni oculari che vivono sui luoghi. Essi non hanno per finalità quella di "proteggere" il regime ma di "proteggere" la popolazione civile, abbandonata dal governo e consegnata alla selvaggia furia dei terroristi.
La verità su Houle
Ecco ciò che noi abbiamo ricevuto da un testimone oculare di Kfar Laha, vicino a Houle:
"Le bande armate sono uscite da Rastan e da Saan, tra Homs e Hama verso le otto di sera. Hanno attaccato le barricate delle forze dell'ordine intorno all'ospedale e hanno ucciso e ferito circa 35 elementi tra le forze dell'ordine, poi sono penetrati nell'ospedale statale. All'interno dell'ospedale si trovavano i pazienti e le equipes sanitarie e alcuni familiari che accompagnavano i malati, circa 25 persone. Le bande armate hanno massacrato tutte le persone presenti poli hanno bruciato l'ospedale dopo aver trasportato i cadaveri. Sui canali video dei ribelli si vede che quelli che trasportano i cadaveri lo fanno su coperte sulle quali è scritto in arabo "ministero della salute". Questo prova che essi sono gli autori del crimine. Le bande armate si sono in seguito dirette verso le case circostanti, hanno massacrato i loro abitanti, hanno bruciato cinque case dopo aver trasportato i cadaveri. Dei rinforzi sono arrivati da parte delle forze dell'ordine. Ci sono stati scambi di fuoco e nove terroristi sono stati uccisi.
Sulla via, essi si sono introdotti in una farmacia ed hanno fucilato il farmacista per punirlo di aver venduto dei medicinali a un membro del servizio dell'ordine ed hanno bruciato la sua farmacia.
Verso le 22 le bande armate si sono dirette verso il villaggio di Tel Do. Hanno investito il quartiere sud e hanno massacrato famiglie alauite, uomini, donne e bambini, poi hanno appiccato fuoco dopo aver trasportato i cadaveri.
I cadaveri raccolti sono stati ammassati in una moschea per mostrarli agli osservatori dell'ONU come se fosse stato un massacro perpetuato dall'armata regolare.
Diverse notizie dalla regione di Homs e di Hama
A Salamiyeh, grosso villaggio a est di Hama, sulla strada di Aleppo, abitato da una maggioranza di ismaeliti di cui un gran numero sono oppositori ( comunisti e houranis) c'era un funerale e le persone venivano a presentare le loro condoglianze, bande armate vestite con degli "schmakhs", copricapi dei beduini del deserto, senza dubbio per incitare gli abitanti di Salamiyeh a credere che questi fossero i loro vicini i beduini del deserto "badiyat" e fomentare la guerra civile. Le bande armate di PKC hanno aperto il fuoco sulla folla per cinque minuti, uccidendo sette persone e ferendone un gran numero.
Nel villaggio di Siphonyeh, presso Kattineh, a 15 km a nord di Homs, bande armate si sono introdotte in gran numero e hanno massacrato due famiglie: Abdallah Abdel Nabi e i suoi 6 bambini e anche il suo vicino e suo figlio. Hanno anche bruciato le case prima di ritirarsi,
Tutta la campagna di Kusayr è a ferro e fuoco, in un vuoto di sicurezza spaventoso. Da due settimane la guerra civile è cominciata tra i villaggi sunniti e i villaggi sciiti. E sunniti del villaggio di Saargi, contrabbandieri e banditi, hanno cominciato a uccidere e rapire civili dei villaggi sciiti di Safsafè, Zeytè, Hawik . Per proteggersi gli sciiti hanno dovuto prendere le armi perché i sunniti attaccavano con fucili, mitragliatrici e mortai e RPG. Gli sciiti sono stati presi di sorpresa perché essi non erano armati ma alcuni possedevano armi personali. Gli sciiti hanno rapito due sunniti della famiglia Hseykeh e fino ad oggi l'atmosfera è molto tesa. Un antico contenzioso opponeva questi due villaggi ma essi avevano celebrato una grande riconciliazione con la presenza dello Cheikh Naim Qassem, il vice presidente di Hezbollah. Erano stati invitati villaggi all'intorno e i notabili cristiani di Kusayr erano stati invitati. Purtroppo la consegna delle bande armate è di accendere ad ogni costo il conflitto religioso e, nell'assenza di forze dell'ordine o davanti alla loro impotenza, non c'è altra alternativa per gli abitanti che proteggersi dalle bande armate prendendo essi stessi le armi.
Come abbiamo spiegato nel nostro articolo di ieri, le città e villaggi si organizzano verso un'autonomia di sicurezza a partire dalle alleanze e dagli equilibri tribali sottili e inimmaginabili, per esempio ,come noi dicevamo, l'accordo realizzato tra Nebek e Flitta: "non rapite più i nostri sennò noi interdiremo agli abitanti di Flitta di entrare a Nabek."
Il regime sta per accettare la realtà di una disaffezione della sua presenza rispetto alla sicurezza, in virtù della quale il mosaico siriano si fratturi in una logica di affinità confessionali tribali o politiche, in base ad alleanze, a rifiuti, a tradimenti , per un riallineamento alla maniera libanese? Sinistra prospettiva….
Vox Clamantis
Vox Clamantis est un centre d'information du diocèse grec melkite catholique de Homs, Hama et Yabroud
http://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2012/05/27/fractionnements-irre...
Fractionnements irreversibles en Syrie?
VOX CLAMANTIS - 26 mai 2012 - Nous demandons à nos lecteurs de ne pas se laisser impressionner par la campagne médiatique au sujet du massacre de Houlé. Contrairement à l'assertion des médias et à nos premières informations puisées par ouï-dire et par supputation, l'armée syrienne régulière ne s'est pas rendue sur les lieux et n'a pas bombardé Houlé.
Il s'agit, de la part des terroristes, d'un coup monté, auquel l'opinion publique est déjà très habituée et, de la part du gouvernement d'une démission inacceptable qui laisse des civils innocents confiés à sa protection et des forces de l'ordre en nombre insignifiant être l'objets d'impressionnantes attaques de centaines de miliciens féroces, prêt à tout et armés jusqu'aux dents avec pour mission de « créer » les victimes pour exploiter médiatiquement leur sang. Ceci coïncide avec l'annonce de la visite prochaine de Kofi Annan et le but est de discréditer cette mission en rejetant tout le blâme sur les autorités syriennes légitimes. Les nouvelles que nous donnons viennent de témoins oculaires vivant sur les lieux. Ils n'ont pas pour finalité de « protéger » le régime mais de « protéger » la population civile, délaissée par le gouvernement et « livrée » à la sauvagerie des terroristes.
La vérité sur Houlé
Voici ce que nous avons reçu d'un témoin oculaire de Kfar Laha, près de Houlé :
«Les bandes armées sont sorties de Rastan et de Saan, entre Homs et Hama vers 20 heurs. Elles ont attaqué les barricades des forces de l'ordre autour de l'hôpital Al Watani (national) et ont tué et blessé près de 35 éléments des forces de l'ordre puis ont pénétré dans l'hôpital gouvernemental. A l'intérieur de l'hôpital se trouvaient les patients et les équipes sanitaires et quelques parents accompagnant les malades, près de 25 personnes. Les bandes armées ont massacré toutes les personnes présentes puis ont brûlé l'hôpital après avoir transporté les cadavres. Sur les bandes vidéo des rebelles ont voit que ceux qui transportent les cadavres le font sur des couvertures sur lesquelles est écrit en arabe « ministère de la santé ». Ceci prouve qu'ils sont les auteurs du crime. Les bandes armées se sont ensuite dirigées vers les maisons avoisinantes, ils massacrèrent leurs habitants et brûlèrent cinq maisons après avoir transporté les cadavres. Des renforts sont arrivés de la part des forces de l'ordre. Il y eut des échanges de feu et neuf des terroristes furent tués.
En chemin, ils se sont introduit dans une pharmacie et fusillèrent le pharmacien pour le punir d'avoir vendu des médicaments à un membre du service de l'ordre, et ils brûlèrent sa pharmacie.
Vers 22 heures les bandes armées se sont dirigées vers le village de Tal Daw. Ils ont investi le quartier sud et ont massacré des familles alaouites, hommes, femmes et enfants, puis ont mis le feu après avoir transporté les cadavres.
Les cadavres rassemblés ont été placés dans une mosquée à Houlé pour les montrer aux Observateurs de l'ONU comme étant un massacre perpétré par l'armée.
Diverses nouvelles de la région de Homs et de Hama
A Salamiyeh, gros village à l'Est de Hama, sur la route d'Alep, habité par une majorité d'ismaélites dont un grand nombre sont des opposants (communistes et houranis) il y avait un deuil et les gens venaient présenter leurs condoléances, des bandes armées habillés avec des « schmâkhs », couvre-tête des bédoins du désert, sans doute pour inciter les gens de Salamiyeh à croire que ce sont leurs voisins les bédoins du désert « badiyât » de Hama et fomenter la guerre civile. La bande armée de BKC ont ouvert le feu sur la foule pendant cinq minutes tuant sept personnes et en blessant un grand nombre.
Dans le village de Shiphoniyeh, près de Kattineh, à 15 kms au Nord de Homs, des bandes armées se sont introduites en grand nombre et ont massacré deux familles : Abdallah Abdel Nabi et ses six enfants ainsi que son voisin et son fils. Ils ont aussi brûlé les maisons avant de se retirer.
Toute la campagne de Kusayr est à feu et à sang, dans un vide sécuritaire effrayant. Depuis deux semaines la guerre civile a commencé entre les villages sunnites et les villages chiites (métoualis). Les sunnites du village de Saargi -des contrebandiers et des bandits- ont commencé par tuer et kidnapper des civils des villages chiites dans les villages de Safsafé, Zeyté, Hawik. Pour se protéger les chiites ont dû prendre les armes car les sunnites les attaquaient avec des fusées, des mitraillettes et des mortiers, et des RPG. Les chiites ont été pris de cours car ils n'étaient pas armés mais certains possédaient des armes individuelles. Les chiites on kidnappé deux sunnites de la famille Hseykeh et jusqu'à présent l'atmosphère est très tendue. Un contentieux ancien opposait ces deux villages mais ils avaient célébré une grande réconciliation avec la présence du Cheikh Naïm Qassem, le vice-président du Hezbollah. On avait invité les villages d'alentour et les notables chrétiens de Kusayr y étaient invités. Malheureusement la consigne des bandes armées est d'allumer à tout prix le conflit religieux et, en l'absence des forces de l'ordre ou devant leur impuissance il n'y a pas d'autre alternative pour les habitants que de se protéger des bandes armées en prenant eux-mêmes les armes.
Comme nous l'évoquions dans notre article d'hier les villes et les villages se dirigent vers une autonomie sécuritaire à partir d'alliances et d'équilibres tribaux subtiles et invraisemblables (par exemple comme nous le disions, l'accord réalisé entre Nebek et Flitta était : « ne kidnappez plus nos ressortissants sinon nous interdirons aux habitants de Flitta d'entrer à Nebek ».
Le régime est-il en train d'accepter la réalité d'une désaffection de facto de sa présence sécuritaire en vertu de laquelle la mosaïque syrienne se fracture dans une logique d'affinités confessionnelles, tribales ou politiques, au gré des alliances, des rejets, des trahisons pour un réalignement à la manière libanaise ? Sinistre perspective….
Vox Clamantis