09 09 30 STIAMO COMBATTENDO UNA GUERRA CHE NON CI APPARTIENE, LA CULTURA E LA PACE HANNO DELLE REGOLE BEN PRECISE

Non serve scrivere fiumi di parole, sull'Afghanistan e dell'attentato a Kabul contro italiani, e dei 6 morti. Dobbiamo agire quanto prima, per far rientrare i nostri militari in Italia. Ci sta costando caro divulgare e promuovere la pace a certi popoli che hanno una pietra al posto del cuore. Se la Cultura è il seme della pace e la fratellanza tra i popoli, facciamo che siano loro a spargere i semi e a raccoglierli. Stiamo combattendo una guerra che non ci appartiene.

Questo è duro da farlo comprendere ai nostri politici.

Con cordialità Michele Bortone

Nostra nota

Per la verità è difficile far capire alla gente che se non si fa così domani sarà peggio, per tutto l'Occidente. Poi, detto questo, va aggiunto che le cose andrebbero meglio se si seguisse il metodo italiano che ha dato risultati dappertutto, in particolare Libano e Somalia - qui vanificato dalle scelte del comando, affidato agli USA, che han portato tutti a fare le valigie -. Un metodo che anche quando si devono usare i soldati non si basa solo sui muscoli (ndr)

Michele Bortone
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