ARGOMENTO PROPOSTO DA Cristina PECCHIOLI (x):SICUREZZA IN CITTÀ: BUONI E CATTIVI MAESTRI

Nel pubblicare questo contributo obiettività vuole che si ricordi come un altro Sindaco, donna anch’essa ma di opposta posizione politica, la Jervolino alla guida a Napoli di un centro-sinistra, abbia addirittura esposto la necessità di usare l’esercito nella sua città. Certo, Milano non è Napoli ma un corteo è una cosa e la militarizzazione (con coprifuoco?) di una metropoli ben altra.

La Sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha lasciato la sua linea conservatrice ma istituzionale ed attenta ai contenuti, per abbandonarsi alla deriva populista e, su una questione troppo spesso urlata o chiacchierata quale la sicurezza nelle città, ha deciso di seguire i cattivi maestri. I maestri della paura, dell’uso distorto dei mezzi di informazione, che portano ad enfatizzare le paure, laddove la sicurezza è un diritto garantito dalla Costituzione repubblicana, tanto quanto la salute o l’istruzione: i governi di centro destra hanno solo saputo ingigantire le paure della gente, aumentare le spese per carceri e centri di permanenza per extracomunitari, finanziare ed agevolare gli istituti di vigilanza privata.

L’attuale Prefetto di Milano, persona nota per la sua moderazione ma anche per la sua correttezza istituzionale, ha ricordato proprio al Sindaco di Milano che le politiche di sicurezza constano (soprattutto da parte degli Enti locali) di politiche di inclusione, volte a favorire la cittadinanza attiva, a rendere i nuovi arrivati parte delle città e delle istituzioni democratiche, così da essere loro i primi interessati a isolare e respingere le frange di malavitosi che, inevitabilmente, seguono da sempre le ondate migratorie; ha ricordato che le politiche sociali, volte a recuperare fasce anche italiane e lombarde di cittadini, sono spostate al margine della corsa al benessere dalla nuova ristrutturazione economica; ha ricordato le politiche di sostegno all’educazione, alla cultura, alle politiche giovanili, perché bullismo e disorientamento giovanile non si combattono con i Carabinieri!

La Polizia Locale di Milano e di altre città lombarde lavorano non solo di sera, ma anche di notte! Addirittura, in tanti centri minori, le storiche Stazioni dei carabinieri chiudono alle sette di sera, lasciando cartelli o avvisi telefonici per rivolgersi al Pronto intervento del 112, mentre i Servizi e Comandi di Polizia locale, pur in sempre maggiori ristrettezze di organico grazie alle Finanziarie dei governi di centro destra, garantiscono servizi serali e, talora anche nei piccoli centri, notturni.

I governi di centro destra hanno bloccato la legge di riforma sullo stato giuridico della polizia locale e, allora, le donne e gli uomini di questi servizi, fanno di tutto: dalle “multe” per i divieti di sosta all’arresto degli scippatori; dall’attraversamento pedonale degli alunni davanti alle scuole ai complessi controlli in negozi, bar e mercati; dai controlli della circolazione nelle giornate ecologiche ai controlli nei cantieri combattendo in prima fila caporalato, morti bianche, scempi del territorio; dal rilevamento degli incidenti stradali all’educazione stradale nelle scuole; dai controlli per guida in stato di ebbrezza ai controlli di parchi e giardini pubblici; dagli sgomberi per occupazioni abusive ai servizi d’ordine nelle manifestazioni.

Troppo facile alludere a sacche di inefficienza pretendendo la pubblica gogna per lavoratrici e lavoratori che operano in ogni condizioni climatica, di inquinamento, di stress, di orario!

La FP CGIL Lombardia chiede al Sindaco Moratti di chiarire alla cittadinanza quali direttive ha dato ai suoi vigili, in che modo li utilizza e intende utilizzarli per aumentare la sicurezza dei cittadini; di dire ai cittadini se intende perpetrare le scelte dei suoi predecessori e sprecare risorse (umane ed economiche) con reparti che duplicano le competenze delle polizie statali (nuclei cinofili? servizi antiterrorismo in metropolitana?) o se vuole aumentare e rendere più efficienti i vigili di quartiere, i controlli edilizi, i controlli commerciali in negozi e pubblici esercizi e non solo verso gli extracomunitari.

Se coglierà questo invito ad un confronto pubblico sulle politiche della sicurezza (quelle politiche che la stessa Legge regionale lombarda del 2003 votata dalla Giunta Formigoni definisce come politica di sicurezza partecipata mediante il governo del territorio) la FP CGIL ci sarà: diversamente, non accetterà che si giochi sulla pelle né di lavoratrici e lavoratori della sicurezza né sui diritti democratici fondamentali dei cittadini!

Il Segretario FP CGIL Lombardia - Resp. Comparto Autonomie locali Vito Romito

Il Coordinatore regionale Polizia Locale FP CGIL Lombardia Roberto Citterio

(x) Uff.Stampa CGIL Lombardia

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