In Valtellina l'idrogeno? - In Valtellina le scorie nucleari? - In Valtellina pericolo Irak? Valtellinesi "in"

Idrogeno - Scorie nucleari - Pericolo - Valtellinesi (DOC) "in"


IDROGENO


Si va verso l'uso dell'idrogeno per procurarci energia, ovunque.

Il mondo, dopo annunci rivelatisi tutti bufale, é tuttora in
attesa della cosiddetta "fusione fredda". Una cosa
semplicissima: quattro atomi di idrogeno si uniscono e formano
un atomo di elio liberando grandissima quantità di energia. Lo
fa il Sole da miliardi di anni, l'han fatto per la prima volta
gli USA nel 1952 con la bomba H. Il problema é la gradualità. Un
bacino idrico é fondamentale per alimentare gli acquedotti,
aprendo poco per volta i rubinetti. Se però la diga cede e tutto
il bacino viene di colpo sono guai. La fusione é ancora a questo
punto perché non si é ancora trovato il modo di mettere dei
rubinetti che graduino la produzione di energia.

Nell'attesa di quel giorno X ci si sta finalmente impegnando per
"motori" e per "minicentrali" portatili che funzionino a
idrogeno. Ci sono celle sperimentali - il nostro convalligiano,
cattedratico al Politecnico, prof. Pietro Pedeferri, ce ne
parlava 30 anni fa ma qualche interessato freno allo sviluppo
c'é stato... -, motori sperimentali, con auto FIAT e BMW. Questa
ha addirittura aperto a Monaco il primo "distributore" di
idrogeno. Si parla persino di alimentare i telefonini in questo
modo con autonomia di settimane. Il Sole 24 Ore ha dato notizia
di una iniziativa in Garfagnana e in Italia centrale (Valmontone)
non solo di utilizzo dell'idrogeno ma anche di produzione in
loco dello stesso utilizzando fonti rinnovabili e cioé solare,
geotermico e idroelettrico.

Se lo fanno là perché non si dovrebbe pensare a farlo qui, in
Valtellina, vista la quantità di energia elettrica disponibile?


SCORIE NUCLEARI


Anni fa abbiamo corso il rischio che la Svizzera scegliesse per
lo stoccaggio delle scorie nucleari una zona immediatamente
vicina alla Valchiavenna, rischio fortunatamente sventato.

Se decidessero di portare le scorie in Valtellina, quello che
sta succedendo in Basilicata é quello che succederebbe qui. E
non solo qui ma ovunque si intenda collocare queste scorie,
perché contano molto poco i ragionamenti rassicuranti dei
tecnici e molto di più i timori, giustificati, parzialmente
giustificati, ingiustificati che siano. La riprova é che
sollecitato dall'Europa visto il ritardo della scelta il Governo
si é rivolto alle Regioni chiedendo controproposte rispetto ai
200 siti possibili indicati. Ovviamente nessuna risposta.

Abbiamo l'impressione che l'unica soluzione sia la scelta di
un'isola disabitata in cui costruire un ricovero a prova di
secoli e di ogni calamità naturale possibile.


PERICOLO


Nel numero del giornale che ricorda ancora i Caduti italiani non
intendiamo commentare l'escalation antiamericana, e
antioccidentale, in Irak, oltre che il dilagare del terrorismo
nel  mondo.

Osserviamo solo che si sta verificando quello che temevamo come
da nostri articoli di mesi e mesi fa e che si é innescato un
processo molto pericoloso.

In Irak sono ormai quattro i versanti: la seconda fase della
guerra (altro che guerriglia!) pianificata da Saddam, gli
antiSaddam di ieri oggi antiamericani, i vari ceppi di
fondamentalisti, l'organizzazione di Bin Laden.

Ha da essere ricordato che prima della guerra in Irak terroristi
& C. non avevano spazio per la semplice ragione che il regime
non ammetteva chiunque potesse in qualsiasi modo costituire un
contro-potere.

Le preoccupazioni espresse da molti sul fatto che anche l'Italia
possa essere colpita hanno fatto riaffiorare se non timori
quantomeno preoccupazioni anche in Valtellina per la presenza
delle dighe.

Un interrogativo che richiede risposte immediate, che peraltro
sono del tutto confortanti in quanto proprio sotto il profilo
tecnico diventano irrealisti perché inefficaci eventuali
tentativi terrosristici.


VALTELLINESI (DOC) "IN"


La notizia di qualche giorno fa, per quanto riguardi una scelta
interna di Partito, ha un doppio rilievo tale da richiedere la
citazione.

Innanzitutto la nomina del prof. Francesco Forte, cattedratico a
Torino, economista notissimo, più volte Ministro, a responsabile
del settore economia di Forza Italia ha un primo rilievo per il
fatto che si tratta del Partito di maggioranza e di quello che
esprime non solo il Premier ma anche il Ministro dell'Economia
raggruppando Finanze. Tesoro e Bilancio una volta dicasteri
separati.

Un secondo rilievo é dato dal fatto che Francesco Forte é
valtellinese, al pari del Ministro Tremonti.

Al di là delle valutazioni politiche, come di consueto talune di
caldo consenso e talaltre di animato dissenso sulla linea
portata avanti, sta il fatto che, continua una tradizione che ha
visto in passato occuparsi dell'economia italiana Vanoni,
Valsecchi, Tarabini, Moro.

Aggiungiamo, fuori della politica, l'intraprendenza delle nostre
due banche, Credito Valtellinese e Banca Popolare di Sondrio.

Tornando a Francesco Forte appare utile pubblicare i titoli di
alcuni dei suoi libri, sempre pubblicati da primarie case
editrici:

- Luigi Angrisani. L'avventura di un uomo

- Statuto del contribuente. Analisi dottrinale ed evoluzione
giurisprudenziale

(co-autori: Buscema Angelo - Santilli Dante)

- Scienza delle finanze

- Principi di economia pubblica

- Storia del pensiero dell'economia pubblica (1)

- Storia del pensiero dell'economia pubblica (2)

- Etica pubblica e regole del gioco. I doveri sociali in una
società liberale

- Risorse e programmazione del cambiamento in Campania

- IVA, accise e grande Mercato europeo

- Il bilancio nell'economia pubblica

- Prezzi pubblici e tariffe

a.f.



GdS 18 XI 03 
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