Da troppo tempo i soldi del BIM in banca. Vogliamo allungare i tempi ancora?
i soldi del BIM NON SBOCCIANO ANCORA
Siamo ormai in primavera ma i soldi del BIM non sbocciano ancora
e restano rintanati nei forzieri bancari. Le banche li tengono
ben chiusi a chiave ma sono prontissime a tirarli fuori e a
versarli ai destinatari sol che il BIM dia loro l’ordine. Il BIM
quest’ordine non può darlo ancora perché per spendere i soldi
bisogna che sia stato approvato il bilancio, cosa che dovrebbe
avvenire entro la fine dell’anno prima. Bisognerà però aspettare
almeno l'aprile e anzi c’è il rischio che si arrivi all’estate.
Fatto questo la maggior parte dei fondi andrà alle Comunità
Montane che, una volta avutili potranno pensare a spenderli.
Adesso che c’è la bella stagione i lavori da farsi con quei
soldi avrebbero potuto cominciare. Andando in estate, se va
bene, le opere si troveranno a metà strada quando arriverà la
brutta stagione e a ritardo si sommerà ritardo.
il problema e' ancora piu' grosso
Il problema è ancora più grosso.
Non solo deve essere approvato il bilancio del 2003 (20 miliardi
fermi) ma persino quello del 2002 (15 miliardi), quello che
avrebbe dovuto essere approvato entro il 2001. 15 miliardi che
nel caveau della banca avranno fatto la muffa.
Tutto questo spaventoso pasticcio perché il BIM è rimasto
paralizzato dall’ottobre 2001 sino a gennaio di quest’anno
(14-15 mesi) in attesa delle nomine che non arrivavano e senza
convocare la precedente assemblea).
A gennaio altro pasticcio perché la votazione per il Presidente
è andata buca non essendo stato raggiunto il quorum
indispensabile, la metà più uno dei presenti. A febbraio la
fumata bianca.
Dati i tempi nessuno imputa alla nuova dirigenza questi ritardi
dannosi per la Valtellina. Quando mancano i soldi c’è una
giustificazione valida se certe opere che interessano alla gente
non si fanno. Ma se i soldi ci sono…
Allora ad aprile si sblocca la situazione?
c'e' un altro pasticcio
Non è detto perché c’è un altro pasticcio.
Il Comune di Sondrio, come gli altri capoluoghi di provincia
montani, è stato escluso per legge dalle Comunità Montane. Il
riparto dei fondi che vengono dai sovracanoni versati dai
produttori elettrici lo deve fare il BIM ma fra le Comunità
stesse. Il Legislatore, escludendo i capoluoghi, si è
dimenticato del problema che nasceva, vale a dire il diritto dei
Comuni-capoluogo ad essere anch’essi considerati nel riparto.
Il problema si è presentato per i fondi del 2001, dopo che per
il 2000 fra BIM e Comune di Sondrio era intervenuta una intesa.
la regione da' ragione a sondrio ma il bim no
Alla richiesta, formulata dallo stesso BIM in data 8.11.2000 la
Regione, a conclusione del suo argomentare in una nota ufficiale
del 11.12.2000, aveva ritenuto doversi “includere il Comune di
Sondrio tra i beneficiari del riparto del fondo comune. Una
risposta chiara che avrebbe dovuto aver il seguito coerente ma
l’inclusione non è avvenuta. Ovviamente il Comune di Sondrio,
che nel suo territorio registra l’11,95% dell’intera potenza
nominale concessa della provincia, quella che è alla base della
determinazione dei sovracanoni, è stato costretto a ricorrere al
Tribunale Superiore delle Acque (BIM e CC.MM. non si sono
costituiti) che ha fissato l’udienza per il prossimo 7 maggio.
iL PASTICCIO CONTINUA
Il pasticcio non finisce qui ma continua. Infatti va considerata
anche l’inevitabilità – ci sarebbero altrimenti problemi per gli
amministratori presso la Corte dei Conti e questo vale chiunque
sia il Sindaco e quale sia la maggioranza - di un ricorso del
Comune di Sondrio anche sulle prossime delibere di approvazione
dei bilanci 2002 e 2003 ove si ripercorresse la stessa strada
dei fondi 2001 senza tenere conto del diritto del Comune di
Sondrio ad essere inserito fra i beneficiari del riparto del
fondo comune.
Su questo fronte non si è mosso niente, salvo il rilievo, da
parte delle Comunità Montane di Tirano e Chiavenna, che si
tratta di un problema tra Comune di Sondrio e Comunità Montana
di Sondrio, la quale verrebbe a perdere circa la metà degli
attuali fondi se la sentenza nello stabilire l’ovvio diritto del
Comune di Sondrio facesse riferimento alla citata percentuale
dell’11,95%. In questo caso addirittura, per doverosa
omogeneità, anche la Comunità Montana di Morbegno vedrebbe
ridotti i suoi fondi che sono superiori alla percentuale
effettiva di potenza nominale concessa nel suo territorio,
almeno di quella pagante, visto che l’impianto di Monastero,
sotto la quota di legge, non paga nulla pur avendo originato i
maggiori danni.
LE SOLUZIONI
Le soluzioni, sulla base di una intesa temporanea, sono due. O
il Comune di Sondrio viene assimilato alle CC.MM., come cioè
fosse sta sesta Comunità Montana (e allora verrà fuori
l’opposizione della C.M. di Sondrio, e magari anche di Morbegno
per la ragione dianzi addotta) o si segue un’altra strada che
porta ad una percentuale dell’8,87 , ottenuta da calcoli
oggettivi e applicando misure aprticolari. Si tratterebbe della
“Frizziero – 4”, e vedremo perché.
Questo in attesa che il Legislatore dia soluzione definitiva al
problema.
LE BEGHE PASSATE PER IL RIPARTO DEI FONDI
Un passo indietro. Il primo problema di riparto si pose quando
dopo la legge 1102 in provincia furono costituite due CC.MM.,
quella unica di Valtellina con 65 Comuni e quella di
Valchiavenna con 13. Il problema del riparto fu subito risolto
con la soluzione che chiameremo “Frizziero – 1”, dal
proponente cioè: trattandosi di due bacini imbriferi, Adda e
Mera, nettamente distinti ancorché formalmente inseriti in
quello unico dell’Adda, con i 78 Comuni della provincia più
Sorico, riparto in base alle percentuali di potenza nei due
bacini, o, se vogliamo, “sub-bacini”.
Problemi seri quando si trattò di fare il riparto tra le quattro
CC.MM. valtellinesi una volta compiuto disastrosamente
l’omicidio della Comunità unica di Valtellina. Morbegno
lamentava la pochezza delle risorse, Alta Valle e Tirano non
rinunciavano a quanto il calcolo in base alla potenza nei
rispettivi territori. Gli appelli a trovare una soluzione in
nome della solidarietà provinciale venivano da più parti ma al
dunque non ci si arrivava. La soluzione fu la “Frizziero – 2”,
che considerava, in un quadro sì di solidarietà provinciale ma
non quella generica e sterile delle mozioni di affetti bensì
oggettiva, anche l’impianto di Monastero, come se fosse pagante,
e accreditando a Morbegno anche quella potenza visto che i danni
li aveva senza corrispettivo.
Ci fu una soluzione “politica” per la suddivisione tra le altre
CC.MM. dell’onere con un peso maggiore per l’Alta Valle in
considerazione del fatto che con i Mondiali del 1985 alle porte
lassù stavano arrivando cospicui finanziamenti esterni.
verso la fine degli anni ottanta l’Alta Valle, mondiali alle
spalle, si rifece sotto, ma le altre CC.MM. fecero orecchie da
mercante. Risolse l’ennesimo pasticcio la “Frizziero – 3”,
agevolata dalla Presidenza del BIM (Frizziero).
L’Alta Valle chiedeva soldi in più? Ebbe il due per cento in
più. Le altre volevano gli stessi soldi? Ebbero gli stessi
soldi. Totale del riparto non il 100%, ma il 102%, soluzione di
notevole fantasia. Si dirà: ma i soldi? I soldi il BIM li
prelevò dai fondi propri. Con questa invenzione non ci furono
problemi, non ci furono ritardi nell’erogazione dei fondi che
altrimenti avrebbero scaldato i forzieri bancari chissà per
quanto tempo.
iL RISCHIO E' GROSSO
Ora senza un’intesa il rischio è grosso. Basti pensare se una
sentenza annulla i bilanci che non riconoscano, con il relativo
stanziamento, il sacrosanto diritto del Comune di Sondrio e dei
suoi cittadini, diritto riconosciuto dalla regione, da chi cioè
prima o poi dovrà legiferare in materia.
La “Frizziero – 4” risolverebbe il problema ma qualcuno che
abbia idee migliori può anche darsi che ci sia. L’importante è
che le tiri fuori e in fretta.
Arrivare all’approvazione dei bilanci senza un’intesa, sia pure
provvisoria, sarebbe cosa da roulette russa. Ma, qualcuno dice,
anche da rischio di Corte dei Conti, oltre l’altro ben più
grave: quello che la nostra gente veda i soldi ammuffire in
banca.
friz
GdS 28 IiI 03
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