STRATEMPO IN VALTELLINA PRIME VALUTAZIONI

Avvisaglie: prima le Orobie - La meccanica dei dissesti - Il dato generale - Il dato pluviometrico - Il dato tecnico - Il dato organizzativo - Il dato umano - Il dato relativo alla



AVVISAGLIE: PRIMA LE OROBIE

Tanti interrogativi su quel che é successo in questi giorni.

Dopo una prima fase di avversità metereologiche che aveva colpito
con inaudita violenza una parte delle Orobie, di qua - Valli del
Bitto - e di lè, nella bergamasca, nevicate sino a quote basse
avevano fatto pensare al ritorno alla normalità.

No, con lo scirocco proveniente da sud é arrivata nelle masse
nuvolose una montagna d'acqua che poi si é scaricata su una zona
molto vasta del nord-Italia. Per complicare le cose ci si é messa
la temperatura con la elevazione dello zero termico a quote alte
(pioveva a Livigno e si é vista acqua mista a neve persino al
Foscagno!). In questo modo non solo le pendici sottostanti sono
state caricate di masse d'acqua di solito assenti perché neve, ma
anche dell'ulteriore acqua proveniente dallo scioglimento della
neve caduta in precedenza.

A questo punto il guaio é divenuto totale.

LA
MECCANICA DEI DISSESTI


Normalmente il terreno si dispone secondo il cosiddetto "angolo di
natural declivio" dipendente, oltre che dalla natura del terreno
dall'attrito interno. Imbevendosi d'acqua si verificano due
concorrenti fenomeni: aumenta il peso e quindi la spinta verso il
basso (caso di eventi franosi nei terrazzamenti con i muretti
incapaci di sostenere tale incremento di peso)  e diminuisce
l'attrito interno con tendenza quindi al formarsi di vere e
proprie colate di fango.

In una provincia come la nostra che ha 1300 Km di corsi d'acqua
non si sono verificati, salvo qualche piccolo episodio a fondo
valle, fenomeni alluvionali per rottura degli argini o loro
superamento. Dappertutto invece fenomeni di collasso di terreni in
pendenza e, in altri casi, per erosioni al piede.

Aspettiamo l'altra preannunciata precipitazione per fare
un'analisi più esauriente, ma intanto poniamo alcuni punti-base.

IL DATO
GENERALE


Un dato generale: lo scorso anno di questi giorni abbiamo avuto un
lungo periodo di temperature rigidissime, con giorni in cui la
massima restava sottozero. Tradizionalmente novembre, in una con
fine gennaio, era il periodo classico delle nevicate in Valtellina
per l'incontro di masse umide provenienti dal sud e masse fredde
scese dal nord. Le prime ci sono state, le seconde no.


Il dato
pluviometrico


Chi ha seguito, in particolare sui vari siti meteo presenti in
Internet, l'evoluzione del maltempo di questi giorni si é reso
conto non già dell'eccezionalità bensì. peggio, di una novità che
peraltro taluni hanno preannunciato: fenomeni di desertificazione
nel sud-Italia con siccità prolungate e precipitazioni di
intensità altissima al nord.

Una mappa delle iso.pluviometriche dava un'impressionante
rappresentazione del bombardamento idrico subito dalle Valli del
Bitto, e versante bergamasco attiguo nel contesto lombardo. E'
capitato che in pochi giorni ad Albaredo, Bema ecc. é piovuto di
più di quello che piove in un anno in tante zone del nostro Paese!


Il dato tecnico.


Pur nella situazione descritta, e precisando che vi é un limite
alla possibilità di interventi, il dato tecnico appare
confortante. Dove sono stati fatti interventi di sistemazione
idraulico-forestale i loro effetti positivi si sono visti, e come!
Si vedrà meglio, ma a botta calda sembra di poter dire, per fare
due esempi, che senza i lavori fatti sopra Tresenda e sopra
Ardenno, la discesa verso valle delle colate di fango e sassi
avrebbe avuto una forza distruttiva tale da provocare guai molto
seri, rovina e forse morte.


Il dato
organizzativo


Va rilevato che tutto ha funzionato complessivamente bene. In
prima linea i Vigili del Fuoco, i Volontari della Protezione
Civile, i Sindaci e le strutture comunali, l imprese, e le loro
maestranze, chiamate a interventi di emergenza in condizioni
difficili, le Forze dell'Ordine.


Il dato umano


Compostezza esemplare della gente di Valtellina e Valchiavenna.
Olio di gomiti per dare una mano, chi poteva, serena accettazione
delle indicazioni che venivano da chi di competenza per gli altri.


Il dato relativo
alla prevenzione


Tanti gli evacuati e tante le strade chiuse.

Per quanto riguarda gli "sfollati" nessuno per la perdita
dell'abitazione. Tutti come saggia misura preventiva là ove si
presentavano situazioni a rischio.

Per quanto riguarda la chiusura delle strade pochi i casi di
misura conseguente a interruzione per crolli o ostruzioni franose.
Molte come saggia misura preventiva là ove si presentavano
situazioni a rischio.

Dovremo abituarci.

La prevenzione si fa sì con opere di sistemazione territoriale,
soprattutto con regimazione delle acque a monte, ma é impossibile
arrivare dappertutto e, anche se ci si arrivasse, non si avrebbe
mai il rischio zero. Ogni evento consente di mettere a punto
sempre meglio il complesso di provvedimenti da adottare nel
prossimo. Priorità resta l'uomo, e quindi, al primo dubbio
l'evacuazione é la misura più saggia di prevenzione. Idem per le
strade. E' vero che oggi le si chiudono per eventi, come
smottamenti di non elevata intensità o rischi sovrastanti, che una
volta vedevano, al più, l'apposizione di segnalazioni o, nei casi
più seri, l'istituzione di una guardiania. E' anche vero però che
é talmente aumentato il numero di veicoli circolanti da richiedere
forzatamente, come saggia misura preventiva, il blocco.


pOLEMICHE


Per quanto riguarda qualche polemica si sa che i profeti del
giorno dopo in casi come questi perdono sempre la splendida
occasione di tacere. Di qui le cavolate che ripetutamente abbiamo
avuto modo di sentire tipo il disboscamento (quando é vero il
contrario, e quello che occorrerebbe sarebbe invece la cura del
bosco e il suo sfoltimento!), le lottizzazioni selvagge (nel 1987
come esempio un quotidiano aveva riportato la foto
...dell'Ospedale Morelli!) e consimili amenità. Polemiche in
genere frutto di quella cultura meptropolitana, distantissima
dalla realtà montanara che magari tuona contro l'abbandono della
montagna ma poi si rivela costantemente ostile a iniziative
destinate a tenere la gente in montagna.

La gente infatti non resta per esortazione o per decreto ma solo
se si creano le condizioni perché possa restarci.


pRENDERE IL MINISTRO
PER LA COLLOTTOLA!


Una cosa grave é comunque venuta fuori. Da tre anni giace al
Ministero dell'Ambiente il progetto dei grandi interventi ex-Legge
Valtellina.

Ai parlamentari della zona il compito di prendere il Ministro
dell'Ambiente per la collottola affinché sia lui a prendere i suoi
funzionari per la collottola.

Se qualcosa non va si chiami la Regione e si faccia provvedere. Se
le cose sono a posto si firmi, si timbri, si appaltino le opere.
***

GdS 28 XI 02
- www.gazzettadisondrio.it


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