Sanità in provincia: siamo alle cinque della sera Sei Ospedali e poi il Morelli - Le cose cambiano (1971) - Comincianoi problemi - Il punto fondamentale - Le ultime prese di posizione - Il problema in Provincia - Tremano Chiavemma e Morbegno - De Profun


SEI OSPEDALI E POI IL MORELLI

La sanità valtellinese era
storicamente basata su sei presidi ospedalieri. Quello centrale a
Sondalo e poi gli altri a Chiavenna, Morbegno, Tirano, Grosio,
Bormio. A latere si aggiunsero, prima della seconda guerra
mondiale, alcuni presidi specifici per la tubercolosi, che allora
rappresentava un vero e proprio flagello sociale, impotente
com'era la scienza medica con le terapie allora disponibili. Fra
questi esemplare il Morelli di Sondalo, una delle strutture più
importanti d'Europa, progettato e realizzato dall'INPS, allora
INPSF dato che la quinta lettera stava per "Fascista", lettera
ovviamente eliminata dopo la Liberazione, con grande modernità
innovativa. E' del 1932 l'avvio della costruzione merito della
quale va ad uno scienziato valtellinese, il prof. Eugenio Morelli,
pneumologo e tisiologo, accademico d'Italia, e del 1940 la
conclusione. Dati impressionanti: il parco con una fitta presenza
di piante resinose ad alto fusto nel quale si trovano immersi i
nove padiglioni, tra loro collegati con un sistema di teleferiche,
é di oltre 38 ettari, e la strada interna si sviluppa per un
totale di 10 Km. Tutti gli altri dati in proporzione.

C'é la guerra per cui l'avvio dell'utilizzo é rinviato al 1946,
salvo nel 1944 un uso come ospedale da campo da parte
dell'esercito tedesco. La gestione é affidata all'Alto
Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pubblica della Presidenza
del Consiglio dei Ministri. La TBC, favorita anche dalle
deplorevoli condizioni della popolazione italiana, perfino con
grande penuria di generi alimentari, imperversa e il Morelli
arriva ad ospitare fino a 2400 ammalati con 1200 dipendenti. A
latere intanto erano sorte strutture private, una serie di
alberghi e l'economia che gravitava sul complesso ebbe un notevole
impulso. Basti pensare al numero dei dipendenti, all'afflusso
costante dei parenti degli ammalati, ai consumi ecc.

LE COSE
CAMBIANO (1971)


Le cose cambiano all'inizio degli anni settanta (1971) quando
l'INPS, subentrato nel 1955 nella gestione all'Alto Commissariato
per l’Igiene e la Sanità Pubblica  dismette il complesso che
entra nell'organizzazione ospedaliera. La dismissione dall'INPS
determina un calo vistoso degli ammalati che venivano indirizzati
a Sondalo da tutta Italia dall'INPS stesso, unitamente agli altri
due fattori, il calo degli ammalati per effetto della difesa
terapeutica e la diffusione delle cure di tipo ambulatoriale in
tutto il Paese.

Cominciano i problemi.

COMINCIANO
I PROBLEMI


Nei primi anni settanta il Morelli assorbe il
Preventorio di Sondrio con il relativo personale (la struttura
passerà poi all'Ospedale di Sondrio che la integrerà nel
complesso) e l’Opera Pia Sanatori Popolari di Prasomaso (la cui
struttura poi verrà venduta). Intanto funziona come Ospedale
Zonale e va ovviamente in difficoltà
l’Ospedale di Grosio che verrà chiuso. La DC, Partito allora di
maggioranza assoluta in provincia, sconterà questa decisione
perdendo nel 1975 il Comune, ma difende strenuamente, sostenendo
che una stazione turistica così importante non può restare senza
il presidio ospedaliero, l’Ospedale di Bormio che la sinistra e i
Sindacati vorrebbero chiudere. La soluzione: il Morelli
diventa Ente Ospedaliero, "di Bormio e Sondalo" e, come da loro
definizione, nel quinquennio successivo, assume sempre più il carattere di “clinica medica
poli-specialistica”. Da aggiungere che vi erano stati tentativi,
sostanzialmente da parte della sinistra, di classificare
l'Ospedale di Sondalo "Ospedale Provinciale" con episodi
significativi, quale il tentativo di blocco dell'appalto della
nuova ala dell'Ospedale di Sondrio. Senza non ci sarebbero state
le caratteristiche per la classificazione a "provinciale". Venne
da Roma inviato dal Ministro Mariotti (PSI) un ispettore per
bloccare quest'appalto, ma l'allora Presidente on. Buzzetti diede
disposizione di fare accomodare l'ispettore e, in altro ufficio
procedette all'esame delle offerte e all'assegnazione della gara.
L'ala fu costruita - e oggi a distanza di oltre un quarto di
secolo é ancora modernissima per sistemazioni e servizi - e
Sondrio fu, com'era logico e giusto, "Ospedale provinciale".

Da sottolineare le difficoltà di quel periodo, sotto molteplici
profili. Basti pensare che sul piano economico ci furono momenti
in cui i dipendenti vantavano fior di crediti arretrati!

Per completare va ricordata la classificazione nel 1984 come “Presidio Multizonale di
Riabilitazione di Bormio e Sondalo" e nel 1995 come  "Azienda Ospedaliera – Ospedale “E. Morelli” di
rilievo nazionale e di alta specializzazione".

IL PUNTO
FONDAMENTALE


La questione del "Morelli" ha sempre girato intorno a un punto
fondamentale. Fin che c'é stata la D.C., con gli alleati laici, la
linea era sostanzialmente quella del mantenimento della rete di
Presidi, esclusi Grosio, chiuso, e Bormio, fuso con il "Morelli",
ritenendosi per Sondalo che si dovessero cercare soluzioni di
livello superiore dati i limiti del bacino di utenza. Si é visto
infatti che anche con la chiusura dell'Ospedale di Tirano i nodi
sono rimasti.

Fra le diverse iniziative tentate in questa direzione da citare
quella che avrebbe potuto costituire la vera svolta con la
soluzione definitiva. L'allora Presidente Luigi Mescia aveva
convinto l'on. Donat Cattin,  Ministro della Sanità, a dotare
il Ministero, ormai "nudo" tutto essendo stato passato alle
Regioni, di 4/5 Istituti di Ricerca. Il primo avrebbe dovuto
essere Sondalo, l'unico pronto al passaggio. Il Ministro,
notoriamente un decisionista e in grado di portare in fondo le sue
scelte, era pronto per l'operazione, ma poneva come condizione che
ci fosse su questa il consenso dei sindacati. Non ci fu, il tempo
giocò a sfavore per una delle solite crisi di Governo, cambiò il
titolare del Ministero, l'occasione sfumò.

SIAMO
PROPRIO ALLE CINQUE DELLA SERA


Ora siamo alle cinque della sera (Garcia Lorca).

Volenti o nolenti il discorso bruto é molto semplice: i soldi,
tanti, per il "Morelli" non ci sono più, anche considerando con
occhio benevolo i parametri valtellinesi. Non ci sono i soldi, ci
sono troppi posti-letto, ci sono troppi dipendenti.

Non se ne esce. E come prospettiva un ridimensionamento massiccio,
per cui sono a rischio persino i nosocomi di Morbegno e Chiavenna,
e il conflitto latente Sondrio-Sondalo é uscito allo scoperto.


LE ULTIME PRESE DI
POSIZIONE

Con una certa dose di coraggio, dato
che agendo così di rischia l'impopolarità, con la sua
caratteristica "da ingegnere" il cons. regionale Bordoni poco più
di un anno fa pose sul tavolo il problema, nudo e crudo. Fu
subito, naturalmente, polemica. Successivamente i due direttori
generali di Sondrio e Sondalo avanzarono le loro proposte,
addirittura "rivoluzionarie" quelle del primo con costruzione
ex-novo di due ospedali a Sondrio e Delebio, situazione
avversatissima da Sondalo e relativi sostenitori, in primis
Sindaci e (!) parroci della zona.

IL
PROBLEMA IN PROVINCIA

Dopo iniziative varie finalmente il
problema é approdato in Provincia, Ente di Governo. Nel recente
incontro con l'ampia gamma di tutti i soggetti interessati
sembrava raggiunta una sostanziale unità d'intenti intorno al
problema, cosa fondamentale per poi far valere le ragioni a
Milano. Nel Consiglio Provinciale del 5 luglio la situazione é
mutata di colpo. La maggioranza non ha recepito il documento del
Presidente della Provincia ma ne ha approvato - con la protesta
dell'opposizione che ha lasciato l'aula salvo il cons. Jobizzi che
é rimasto per votare contro - uno redatto dai capigruppo. Pomo
centrale della discordia le alte specialità per le quali é passata
l'opzione Sondrio a scapito di Sondalo.


TREMANO CHIAVENNA E
MORBEGNO

DE PROFUNDIS A SONDALO


Non é dato sapere cosa succederà, oltre che a livello sindacale e
nella zona interessata, nella stessa Conferenza dei Sindaci con
il rischio di spaccatura politicamente trasversale e
geograficamente omogenea.

Nella sostanza il rischio che si corre é quello dell'implosione
del problema, già di per sé difficile da gestire ma in questo caso
totalmente
ingestibile. Basti pensare che é intervenuto nel dibattito il
cons. Bordoni, di Forza Italia,  durissimo per quest'esito
con i consiglieri del suo Partito e di quelli alleati nonché anche
critico nei confronti del Presidente della Provincia, che ha
definito il documento approvato in Provincia "un aborto".

Tremano Morbegno e Chiavenna.

A Sondalo si pensa al De Profundis perché con la sola
riabilitazione, si dice, non si va lontano.


MA PER FORTUNA E
SE...


Situazione da tanti definita nera. Stando così le cose sembra
proprio che sia nera.

Ma per fortuna, e se...

Di come, in che modo e perché le cose possono realisticamente e concretamente
cambiare e il clima volgere decisamente al meglio, non a parole e
non alle calende greche, ci impegnamo a parlare prossimamente.

Le parole qui sopra le abbiamo pesate minuziosamente. E le abbiamo
proferite con cognizione di causa.
Alberto Frizziero


GdS 8 VII 02


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Alberto Frizziero
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