Questo spazio per: Giovanni Gentile: caduto per la Patria

di Fabrizio Taranto

Ricorre in questi giorni l’anniversario dell’uccisione
di Giovanni Gentile, colui che già nei primi anni del
secolo trascorso ha saputo rappresentare agli occhi del
consesso europeo e mondiale l’intellettualità italiana.

Ogni connazionale che decida di guardare nel futuro,
confortato da quelle indispensabili fondamenta che sono
il rispetto per la Storia della propria Nazione e la
consapevolezza delle proprie radici, non può dimenticare
il mirabile apporto che seppe dare alla cultura italiana
Giovanni Gentile.

Egli fu creatore e direttore di un monumento
intellettuale quale l’Enciclopedia Italiana, ancora oggi
ineguagliata opera di universale “sapienza”, nella quale
seppe riunire, con autentico spirito nazionale,
intellettuali fascisti ed antifascisti.

Seppe rivestire il ruolo di autentico riformatore della
scuola, in questi ultimi decenni sempre più orfana,
quanto più sospinta ad ogni riforma lontano dalle
intuizioni gentiliane che ne plasmarono l’ordinamento.

Gentile fu protagonista nel fornire fondamento
filosofico e ulteriore potenzialità di persuasione alla
rivoluzione politica, sociale ed etica che seppe
scuotere l’Italia da una fase storica di opaca
considerazione internazionale.

Egli fu filosofo di punta dell’Idealismo italiano,
convinto che all’individuo fosse possibile realizzarsi
moralmente ed umanamente solo nell’ambito dello Stato –
Nazione, come emerge in maniera mirabile dalle pagine
della sua “Genesi e struttura della società”.

Gentile cadde il 15 aprile del 1944 per atto di violenza
che non poteva certo offuscare il suo prestigio e
l’elevato ruolo morale e dottrinale, ma che si pose come
agguato che intendeva colpire il consenso della Cultura
al messaggio sociale ed etico di quanti rifiutavano il
discredito della Nazione e la ormai conclamata
complicità di molti con gli autori dei tanti spietati e
crudeli bombardamenti su connazionali innocenti e
dell’umiliazione della Patria.

La notevole statura etica del filosofo, ma anche della
sua famiglia, emerse subito: come egli si pronunciò
sempre contro ogni proposito di rappresaglia, così anche
i congiunti, nello stesso giorno del vile agguato, si
adoperarono per evitare la prevedibile reazione delle
Autorità.

Il protagonista di una delle pagine più nobili della
cultura italiana assurgeva così da Grande del Pensiero a
Martire, caduto per la Patria.

Il suo sacrificio rappresenta negli anni un’indelebile
condanna dell’odio e della cecità in cui una parte di
Italiani (su entrambi i
fronti... NdR)
cadde in quel periodo storico.

A noi il compito di non dimenticarne il ruolo storico e
filosofico e l’insegnamento etico e sociale, indicando
ai giovani d’Italia il percorso e la testimonianza di
colui che rappresenta senza dubbio un esempio di
coerenza intellettuale che interpreta nel modo migliore
il legame tra pensiero e azione, tra teoria e realtà
della Nazione e degli uomini che la incarnano.
Fabrizio Taranto



GdS 20 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Fabrizio Taranto
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