Perché la cremazione con Alfredo Tavolaro e Daniela Clerici

con Alfredo Tavolaro e Daniela Clerici



Proseguiamo con l'argomento. Per quanto delicato va affrontato,
anche nella parte che comprensibilmente viene meno considerata,
quella dei costi. Per i più passano in secondo piano rispetto alla
volontà di onorare la memoria di una persona cara. E' bene però
soffermarsi, cosa che faremo nei prossimi articoli, per un
controllo.

L'articolo che pubblichiamo é stato pubblicato 10 anni fa. Lo
riproponiamo perché ancora attuale. NdR


A colloquio con Daniela Clerici e Alfredo Tavolaro, president

e tesoriere della “Socrem” di Sondrio -
“Un’ ara anche in Valtellina”


Di cremazione e dei programmi della sezione Socrem di Sondrio
abbiamo parlato con Daniela Clerici, attuale presidente, e con il
prof. Alfredo ‘l~volaro, tesoriere della società.

Quali sono le finalità delia Socrem?

Innanzitutto diffondere la pratica della cremazione, quindi
stimolare le amministrazioni comunali verso la costruzione dei
forni crematori, che in provincia attualmente non esistono,
chiamare le amministrazioni stesse al rispetto delle leggi in
materia di polizia mortuaria, assistere le famiglie degli
iscritti, ma soprattutto sollecitare gli amministratori comunali a
rendersi conto che il problema di operare in j~rovincia le
cremazioni èfondamentale.

Quando è nata la Socrem di Sondrio?

La società esiste dal 1985 e attualmente gli iscritti sono circa
600.

Chi si associa alla Socrem?

L’80% degli iscritti è rappresentato da persone con più di 50
anni, anche se ultimamente si sono associati numerosi giovani. Le
donne si iscrivono più degli uomini, e in genere provengono dai
centri più popolosi della Valtellina.

Farsi cremare comporta una scelta precisa. Quali sono i motivi che
orientano questa decisione?

Indubbiamente si tratta di una scelta coraggiosa, si deve
innanzitutto razionalmente superare il pregiudizio del rogo e il
terrore delle fiamme. In provincia inoltre il pregiudizio del
credente, del cattolico è ancora forte, nonostante la Chiesa, pur
non favorendola, non condanni più la pratica della cremazione. In
realtà il problema della scelta tra inumazione e cremazione non si
pone in termini di confronto e tanto meno di contrasto. E’ una
scelta del tutto personale e razionale, collegata ad aspetti di
cultura, di religione e di civiltà. Vi sono ragioni filosofiche e
di principio, da un lato, e ragioni pratiche, anche di ordine
economico (l’onere medio che una famiglia italiana deve sostenere
per le spese funerarie di un congiunto si aggira sui 3.500.000)
dall’altro. Del resto la cremazione non offende nessun sentimento
morale, umano o religioso, non è in contrasto ~on la nostra storia
e con la nostra tradizione, non lede i principi etici e religiosi
della grande maggioranza dei cittadini italiani. Farsi cremare
inoltre dimostra una nobilissima preoccupazione nei confronti dei
vivi: le strutture cimiteriali, già attualmente sono inadeguate
nella maggior parte dei comuni italiani.

Ma cosa succede quando la persona che ha deciso di farsi cremare
muore?

La salma viene trasportata a Como, perché purtroppo in provincia
di Sondrio non esiste un’ara crematoria, o a Milano. Bisogna
attendere diversi giorni dal momento del decesso. Le spese per il
trasporto sono a carico dei congiunti, mentre quelle per
l’incenerimento sono coperte dal Comune. A Como si svolge una
particolare cerimonia funebre e i parenti se vogliono, possono
assistere da dietro una vetrata, in una saletta speciale alla
cremazione del proprio caro. La salma, composta dentro una
spartana bara di legno, viene fatta entrare nella sala della
cremazione su dei binari. Nella saletta che ospita i parenti viene
diffusa la musica di Mozart. Naturalmente non si vede nulla, solo
fuoco. Le ceneri poi, dcpo essere state filtrate, vengono
recuperate, messe in un’urna, cioè una cassettina, e consegnate
dopo 24 ore ai familiari. L’urna dev’essere portata al cimitero e
tumulata, non si può disporne come si crede! (Oggi, dopo l’ultima
legge, non è più così – ndr).

I cimiteri in provincia dispongono dl spazi attrezzati a ospitare
queste urne?

Al Cimitero di Sondrio esiste il cassettario per le urne, ma tutti
i Comuni avrebbero l’obbligo di fare altrettanto. L’ art.80 della
legge sulla polizia mortuaria prevede addirittura l’obbligo per i
Comuni di allestire un cinerario comune per la conservazione
collettiva delle ceneri disperse, obbligo però purtroppo tuttora
disatteso. La nostra azione, come Socrem, è proprio quella di
impegnarci a fondo perché queste nostre richieste e cioè area di
dispersione e ara crematoria vengano recepite e soddisfatte.

Dieci anni fa. Qualcosa si é fatto ma molto
resta da fare, anche nella sensibilizzazione della gente.


GdS 28 VII 02
- www.gazzettadisondrio.it


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