Il meteo sbagliato e l’impatto sui turisti

di

Cari colleghi, il sindaco di Aprica si lamenta per le previsioni
del tempo non azzeccate e chiede risarcimenti per la stazione
turistica di Aprica che, come altre, sarebbe stata danneggiata
da notizie di questo tipo. Se ritiene di dover percorrere la
strada della lamentela per pubblicizzare Aprica, si accomodi.
Però alla fine nessuno gli darà più retta. A mio modesto parere
invece, le previsioni si chiamano così per definizione:
prevedere non vuol dire asserire. La Metereologia non è scienza
esatta ma di approssimazione, soprattutto in mezzo alle
montagne. Non si tratta quindi di affermazioni con i crismi
della certezza e chiunque dovrebbe prenderle con il beneficio
dell'inventario, sia operatori turistici che clienti. Inoltre
tutti sanno (tranne gli sprovveduti) che per le nostre zone
alpine da sempre si avvicinano maggiormente al vero le
previsioni per il Sud delle Alpi della Tv svizzera, poi c'è
Internet e ci sono i bollettini del Centro Nivo-meteo. Affidarsi
a Mediaset o Rai, impegnate a prevedere o smentire gli affari
del Premier e dei suoi amici è proprio come credere alle favole
o all'oroscopo. In questo caso, dunque, o il sindaco scopre
l'acqua calda oppure è in cerca di pubblicità gratuita
attraverso il piagnisteo. Che a mio sommesso avviso, non paga.

All'Aprica, invece, i turisti non sono arrivati per altri
motivi.

Purtroppo, infatti, i problemi di Aprica sono di ben altra
portata e sono legati al fatto che da anni questa stazione è
stata svenduta dalle/alle immobiliari e, quando gli appartamenti
sono chiusi, non c'è in giro un'anima viva. Le associazioni dei
consumatori sanno benissimo queste cose. Gli operatori
turistici non sono incentivati e tutta la macchina si inceppa.
Mi sono trovato ad Aprica il 2 gennaio, venerdì, (dico venerdì
in pieno week-end di Capodanno, iniziato mercoledì 31 dicembre)
per partecipare ad un concerto organizzato da un ente locale,
con una cantante di fama internazionale: ebbene, terminata la
manifestazione, alle ore 23.50, in una stazione turistica
"blasonata" come Aprica, non c'era uno straccio di pizzeria,
ristorante o paninoteca in grado di rifocillare un bel gruppo di
persone che arrivavano da fuori oltre al pubblico del concerto
stesso. A parte il fatto che nessuno dell'organizzazione avesse
pensato di riservare un ristorante per gli artisti e i loro
accompagnatori, che avrebbero pagato di tasca loro, quella sera
comunque in tutti noi è crollato un mito.

La gente del posto ci
ha indirizzato in due o tre locali che però ci hanno risposto
che il servizio era terminato. Alla fine, grazie ad un turista
milanese incontrato per strada, abbiamo trovato ospitalità... a Corteno Golgi (birreria Abete) dove ci siamo dovuti accontentare
di un servizio sbrigativo con un panino e una bibita. Con i miei
ospiti che arrivavano dal Ticino abbiamo concluso che Aprica non
è attrezzata per fornire nemmeno una pizza a mezzanotte ai primi
dell'anno (cosa che persino a Sondrio è possibile da sempre,
tant'è che i consiglieri comunali lo sanno benissimo). Così i
miei amici svizzeri, volendo trascorrere una settimana bianca in
Valtellina con le rispettive famiglie allargate ad altri
conoscenti, alcuni giorni dopo hanno ripiegato su Bormio che è
pure più lontana. Qui non si tratta di previsioni più o meno
azzeccate anche perché durante il loro soggiorno a Bormio ha
pure fatto brutto tempo, ma di una qualità migliore dei servizi.
Di queste cose, controllando ad esempio che ci siano esercizi
aperti sino alle 2 e che i ristoranti non chiudano solo perché
"hanno guadagnato già abbastanza", più che dei capricci del
tempo, si dovrebbe occupare il sindaco di Aprica.

A meno che ci
si accontenti di pensare che il turismo finisca quando gli
ospiti, come in una caserma, si sono rintanati nei loro
appartamenti entro le 11 di sera, pronti ad andare all'assalto
delle piste il mattino dopo. C'è anche il turismo della notte,
d'estate al mare e d'inverno in montagna, perché molti, come me,
non sciano ma si occupano di spettacoli e di tutto ciò che sta
attorno. Paride Dioli, giornalista della provincia di Sondrio
P.D.


La lettera del Sindaco

Preg.mo Avv. Carlo Rienzi

Presidente nazionale CODACONS,


Preg.mo Avv. Marco Donzelli

Presidente CODACONS Nord,


In data di ieri ho letto su IL CORRIERE DELLA SERA (pag. 20) che
l'Organizzazione da Ella presieduta si sta mobilitando per
valutare i danni e proporre soluzioni in merito a eventuali
risarcimenti a favore degli operatori per i danni provocati al
turismo della neve dalla cattiva informazione meteo fornita dai
Media.

L'argomento è di mio assoluto interesse, poiché ritengo che ad
essere danneggiati non siano stati soltanto gli operatori
valdostani, bensì tutti quelli che vivono di Turismo, come i
Valtellinesi.

Qualche settimana fa, in qualità di Sindaco di Aprica (SO),
stazione sciistica tra le più frequentate delle Alpi centrali,
avevo scritto proprio a questo proposito al direttore del
mensile SCI diretto, da Gianni Bianco, la lettera che Le allego.

Sarei lieto che la prendesse in considerazione, anche per la
proposta che formulo a conclusione delle osservazioni che in
essa esprimo.

In attesa di ricevere una Sua comunicazione in merito, mi è
lieta l'occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.
Maurizio Bosoni,
Sindaco di Aprica

Al

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P.D. e M. Bosoni
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