Ma allora in Valtellina, e poche altre parti, gli universitari sono di serie B?
Ritorno al tema
Torniamo su un argomento già trattato in precedenza più volte
dal nostro giornale in un periodo nel quale per tantissime altre
famiglie valtellinesi - così come di altre zone di Lombardia o
del Paese lontane dalle sedi universitarie - si pone il problema
dell'inizio della frequenza universitaria per i propri figli.
Per altri la ripresa. Costi alle stelle e problemi serissimi se
poi i figli da mandare all'università sono più d'uno, tenendo
conto in particolare del problema abitativo e della permanenza
fuori casa.
Avevamo in precedenza ricordato come fosse stato sottoscritto il
23 gennaio scorso il Protocollo d'intesa tra
ANCI-CRUI-ANDISU-CNSU su rapporto tra Città, Università e
studenti [23.1.03], con la previsione di una serie di
iniziative. Meritoria iniziativa ma lo sarebbe di più se ad essa
seguissero atti concreti.
Università in provincia:
soluzioni molto parziali
In provincia si sono attivate alcune iniziative universitarie:
infermieri a Faedo, Tresivio, Chiavenna (telematica), ma si
tratta di una risposta assolutamente parziale rispetto al numero
degli studenti oltre che alle tipologie di corsi di laurea. Lo
stesso Lecco, che consente il pendolarismo almeno agli studenti
di circa la metà della provincia - per gli altri i tempi di
viaggio diventano proibitivi -, che poi ha il numero chiuso,
resta ancora una soluzione molto parziale.
Serie B
La stragrande maggioranza degli universitari, come abbiamo già
scritto, é di serie A. Studenti che possono frequentare
standosene a casa propria, con un accettabile tempo necessario
per raggiungere la sede del proprio ateneo.
Una piccolissima minoranza é di serie B, di coloro cioè che sono
obbligati alla permanenza costante fuori casa, con rientro solo
nei week-end e per le vacanze. Ma allora, in questa sparuta
minoranza, che pesa grandemente sulle famiglie interessate, deve
continuare proprio ad esserci una gran parte dei valtellinesi,
qualcuno dei quali é costretto a rinunciare a studiare pur
avendone le possibilità intellettuali?
Morbegno é un'altra cosa
Fa eccezione Morbegno ove operano le Fondazioni Mattei e Promor,
i cui responsabili hanno avuto un'idea brillantissima attuandola
e gestendola con sagacia. La Fondazione Mattei ha circa un
centinaio di appartamenti, per uno o due studenti con un costo
che si aggira sulle 250.000 lire pro-capite.
La Promor ha un centinaio di mono e bilocali per studenti e
anche lavoratori, avendo costruito tre edifici in zona
sostanzialmente centrale di Milano. Le assegnazioni vengono
fatte in base a un bando, prima riservato a morbegnesi o figli
di morbegnesi e oggi esteso al mandamento.
Le Fondazioni dispongono inoltre a Milano di circa 25.000 mq. di
terreno vincolato a standard - ma anche gli alloggi per studenti
sarebbero standard - con possibilità quindi di ulteriore
incremento.
Alla fine degli anni
sessanta...
Alla fine degli anni sessanta il CRPE (Comitato Regionale
Programmazione Economica) si occupò anche dell'Università, con
le opportune intese con le allora nove Province lombarde.
Si convenne a Milano che per l'unica provincia decentrata
rispetto alle Università si sarebbe dovuto provvedere
predisponendo strutture residenziali. I valtellinesi, a quasi
mezzo secolo di distanza, aspettano ancora...
Prestito sull'onore e
Legge Valtellina
"Prestito sull'onore". Era una proposta molto concreta avanzata
ai tempi della Legge Valtellina.
Ci fu interesse ma non se ne fece nulla.
L'allora Vicepresidente ed assessore provinciale alla P.I.
Visini aveva portato avanti il progetto di una Casa dello
Studente a Milano. Altra idea interessante ma, cessato il
mandato di Visini, non se ne fece nulla.
Prestito sull'onore di
Banca Intesa
Alla fine di giugno Banca Intesa ha presentato l'iniziativa
concordata con i Politecnici di Milano, Torino e Bari per un
prestito sull'onore, concedibile agli studenti senza garanzie o
burocrazia con un finanziamento iniziale sino a 15.000 €uro di
durata tra 10 e 12 anni, restituibile a rate in otto anni, a
tasso favorevole e con il solo vincolo di mantenere la
regolarità degli esami.
Lo avranno studenti che frequentano l'università standosene a
casa e quindi con oneri ridottissimi per le famiglie. Potrà
usufruirne anche qualche valtellinese, ma non sicuramente quelli
che non frequentano il Politecnico, per cui anche questa pur
meritoria iniziativa resta una soluzione molto parziale per i
nostri universitari.
Prestito sull'onore
(legge 390) ma senza Decreto
C'era persino una legge, la
390/1991 che prevedeva i prestiti d'onore ma l'attuazione é
rimasta per aria visto che il Decreto del Ministro del Tesoro
che doveva fissare le modalità non é mai stato varato.
Continueremo
C'é materia a iosa per insistere. Continueremo prossimamente,
magari anche con una iniziativa che il giornale sta concordando
con il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina. Ne
riparleremo.
Amarilli
GdS 18 VIII 03
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