- L’aborto a 20 anni dalla legge 2 - Il pansessualismo

Riceviamo e pubblichiamo:




1 -
L’aborto a 20 anni dalla legge


Caro Direttore, giovedi 22 maggio ricorreva il venticinquesimo
anniversario dell'entrata in vigore della legge sull'aborto. Se
quel giorno rappresentò secondo alcuni, un’autentica conquista
civile, mi domando perchè ancora oggi i suoi sostenitori,
disquisendo sui concetti antropologici dell’aborto, ricorrano
sistematicamente a funambolismi verbali ed artifizi retorici,
quasi a voler occultare all'opinione pubblica inconfessabili
verità. Il massiccio uso “dell'antilingua” si è però squagliato
come neve al sole. A partire dalla stessa normativa, che
"concependo" il feto nei termini desunti da qualsiasi dizionario
della lingua italiana: "prodotto del concepimento umano o
animale", ha applicato ambiguamente questo “dato”. Secondo il
principio di non contraddizione, se ciò corrispondesse a verità,
perchè la legge, seppur a maglie larghe ne ha regolamentato il
suo uso? Se il feto fosse stato percepito unicamente come
prodotto e grumo di cellule materiali senz'anima, che senso
avrebbe avuto analizzarlo sotto il profilo morale e legislativo?
E ancora: perchè molte madri (o meglio...mancate) in seguito ad
aborti portano ancora sulla propria coscienza i segni indelebili
e inguaribili di quella sconfitta? Eppure quella “cosa” era solo
un “prodotto” e la legge lo permetteva. Abbiano almeno i
sostenitori dell'aborto il coraggio di chiamarlo con il loro
nome: crimine di Stato! Senza ricorrere a termini “politicamente
corretti” per salvarsi faccia e coscienza. Qualsiasi individuo
moralmente e intellettualmente onesto riconoscerà che non si può
chiamare una vita umana pulsante in attesa di venire alla luce,
semplicemente prodotto o feto, salvo essere impenitenti
portatori di cultura di morte. Chissà se in questi giorni
qualcuno avrà ascoltato le parole del Pontefice (sempre
applaudito sulle questioni sociali e sempre snobbato sulle
morali...) che ancora una volta ha ricordato, ignaro delle
reazioni laiciste che "non può esserci pace vera se non si ha il
rispetto della vita come quella dei bambini non nati". I
cattolici meditino, giacchè se l'aborto è legge di Stato è anche
grazie a loro.



2 - Il pansessualismo


Caro Direttore, gli arresti quasi all'ordine del giorno di
decine di pedofili rei di aver immesso o scambiato materiale
pedopornografico dalla rete internet, rappresentano solo la
punta dell'iceberg di un fenomeno trasversale ad ogni strato
sociale: il pansessualismo, ovvero quella concezione patologica
che pone l’istinto sessuale alla base di ogni attività psichica
deformandone l’oggettiva percezione della realtà. L'uomo moderno
saturo di beni materiali, evidentemente insufficienti per sedare
noie e angosce esistenziali, si è lasciato sedurre dalla mai
sopita(nemmeno dal matrimonio) brama di sesso, pagandone alla
fine il prezzo della dipendenza. Il pansessualismo sembra aver
“contagiato”ogni strato, aspetto e costume dell’intera società.
Moltiplicazione di chat e linee telefoniche erotiche riservate a
vecchi e nuovi generi sessuali; proliferazione di club prive:
ameni luoghi dove amanti del prurito voyeristico e dello scambio
di coppia ardono le proprie inconfessabili passioni; strade
assediate ad ogni ora del giorno da disperati alla ricerca di
povere donne da usare; turismo sessuale camuffato da viaggi
esotici; comunicazione verbale condita da sperticato uso di
intercalari a sfondo sessuale; ragazze e giovanissime con
ombelichi e pance in bella mostra (talvolta accompagnate da
"esemplari" madri in fregola concorrenziale alle figlie) ed
infine l’intera galassia mediatica: programmi televisivi,
pubblicità, film, riviste…realtà tutte immancabilmente
accomunate da scene di sesso e di nudo. Se questi sono i frutti
delle emancipazioni liberal- sessuali del passato e del
presente, bisogna ammettere che la libertà sessuale, così come
intesa sino ad oggi (vale a dire sganciata da qualsiasi
progettualità e responsabilità), invece di liberare l’uomo, lo
ha ridotto ad uno stato di deprimente schiavitù.
Gianni Toffali


Gianni.Toffali@inwin.it


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Gianni Toffali
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