INCENERITORE DEI RIFIUTI IN VALLE. SI CAMBIA IDEA? Effetto-dichiarazione - Ora tre opzioni -

Effetto-dichiarazione - Ora tre opzioni -

EFFETTO-DICHIARAZIONE

Grande risalto ha avuto la dichiarazione dell'assessore
all'ambiente della Provincia, dr. Antonio Rudini sulle prospettive
in tema di smaltimento dei rifiuti.

Ormai era dato per certo che la scelta dell'inceneritore era stata
fatta.

Il Presidente della Provincia, avv. Eugenio Tarabini, aveva
dichiarato di rifarsi alle indicazioni tecniche dell'incaricato
della redazione del Piano Provinciale Rifiuti, in un primo momento
a lui restituito proprio perché lo integrasse con l'indicazione
del da farsi per lo smaltimento. La SECAM aveva però ufficialmente annunciato
che il progetto era in fase avanzata ma che era stata anche
definita la localizzazione, si pensa d'intesa con la Provincia.

Era stato indicato anche l'ammontare dell'investimento
necessario per la realizzazione dell'impianto destinato a bruciare
i rifiuti e a produrre energia elettrica con distribuzione del
calore prodotto mediante teleriscaldamento.

Unico dato mancante il costo dello smaltimento per i Comuni e
quindi per i cittadini.


ORA TRE

OPZIONI

Ora, a sorpresa, emerge che la Provincia non ha affatto scelto per
cui restano sul tavolo le tre opzioni: l'inceneritore, la
produzione di combustibile da rifiuto, lo smaltimento fuori
provincia.

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Lo smaltimento fuori provincia, previsto dalla Regione, non
sembrava incontrare molti favori da parte della Provincia.

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Il
combustibile da rifiuto é una via incerta, a detta di molti sulla base di
esperienze già fatte altrove.


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L'inceneritore ha un grosso ostacolo nella limitata quantità di
rifiuti conferibili dai Comuni della Valtellina.

L'economicità richiede grandi quantitativi, mentre in provincia al
massimo si potrà contare su 40.000 tonnellate annue.

Per
cominciare ad avere una certa economicità, dicono gli esperti,
bisognerà importare una pari quantità da fuori provincia. Da dove?
Occorre assicurare un afflusso costante nel tempo,
e quindi non accordi di breve periodo. In Lombardia la capacità
complessiva degli inceneritori é tale da poter assorbire
tranquillamente i rifiuti prodotti in regione. Per avere i rifiuti
con accordi di lungo periodo bisogna praticare costi
concorrenziali

In secondo luogo i
costi legati all'investimento.

Ci si avvicina ai 100 miliardi di
vecchie lire, 50 milioni di €uro. Qualsiasi studente di ragioneria
é in grado di fare i conti su quanto incide l'ammortamento,
suddiviso per le parti civili e quelle impiantistiche che hanno
periodi diversi di ammortamento.
Se non c'é afflusso di rifiuti
esterni il solo costo annuale dell'ammortamento porterebbe a
superare il costo attuale di smaltimento.

E' vero che il business legato alla realizzazione dell'impianto in
provincia ha sicuramente molto fascino e capacità persuasiva, ma é
altrettanto vero che, come dicono molti, se il costo di
smaltimento per i cittadini fosse superiore alle 200 lire al Kg, si
tratterebbe di un boomerang gigantesco per chi avesse assunto tale
decisione.


DICANOLA LORO  I COMUNI

Probabilmente la Provincia se ne é accorta ed ha, sia pure con
ritardo, fatto la cosa più logica: ha chiesto ai Comuni che si
pronuncino loro.

Una mossa tattica o una effettiva scelta?

Non ha importanza la motivazione. Importa cosa debbono decidere i
Comuni, che pure non hanno a disposizione strumenti adeguati di
valutazione, salvo forse il Comune di Sondrio per l'esperienza che
ha nel settore la sua Azienda Munixcipalizzata.

I Comuni hanno però sul tavolo la proposta Frizziero, direttore
del nostro giornale, già Presidente della SECAM, proposta più
volte illustrata.

Non sappiamo se
é valida, se é ancora valida, se é scarsamente valida. Pensiamo
che valga la pena di accertarlo in quanto se si rivelasse fondata
si tratterebbe di un grande risparmio per i valtellinesi.


LA PROPOSTA IN SINTESI

Ci permettiamo di sintetizzarla, con la riserva che se non
riferiamo esattamente provvederà il direttore a correggere, visto
che lui la proposta la conosce...

La Regione, anni fa, nel suo Piano ha previsto che i rifiuti tal
quale venissero smaltiti nell'inceneritore di Valmadrera. Proprio
il nostro direttore, da Presidente SECAM, ha scoperto che i funzionari regionali avevano
sbagliato i calcoli. L'impianto di Valmadrera, anche dopo il
potenziamento, non é in grado di
smaltire i rifiuti della provincia di Sondrio. Al più qualche
migliaio di tonnellate.

Chi ha messo Sondrio in difficoltà é la Regione, che già
allora aveva constatato che la ridotta quantità di rifiuti
prodotti in provincia non ne consentiva un economico smaltimento
locale.

Compete dunque alla Regione individuare la soluzione alternativa che
tecnicamente c'é, anzi c'era già da tempo.

A Valmadrera dovrebbe andare la quantità che quell'impianto é in grado di ricevere. Il resto
vada in un'altra provincia confinante, a Brescia ove un moderno e
grande impianto é tecnicamente in grado di smaltire molto,
molto di più rispetto alle circa 300.000 tonn. annue, che
sarebbero incrementate, con Sondrio, di un modesto 10%.
Tocca alla Regione che ha competenze e autorità per scegliere,
nel suo Piano, inserire questa doppia destinazione, Valmadrera e
Brescia, visto l'errore fatto inserendo solo Valmadrera.


Se la Regione non volesse seguire questa strada
ci sarebbe un'alternativa: finanzi gran parte dell'investimento
per l'inceneritore in Valle per rendere il costo dello smaltimento
per i valtellinesi analogo a quello di lecchesi e bresciani. Un costo
che sarebbe molto inferiore a quello che in Valtellina si é
costretti a pagare già oggi, con ulteriore notevole aumento
previsto per il prossimo anno..

E' vero che questa soluzione non piace alla Provincia, ma di
fronte all'interesse dei valtellinesi cambiare idea sarebbe atto
di saggezza.
Luca Alessandrini

Una nota doverosa per quanto mi riguarda
personalmente.

Capisco che possa essere difficile scegliere la
strada suggerita nell'articolo, in particolare proprio perché
seguita dalla SECAM quando ero io a guidarla e non assecondata. Ho
però già avuto modo di dire pubblicamente che bisogna guardare in
faccia solo l'interesse della nostra gente. Se si sta nelle 180/190
lire al kg per lo smaltimento qualsiasi soluzione - inceneritore, CDR, "siluri", smaltimento altrove,
business privato ecc. -  va bene. Il resto non conta.

Se non si sta entro questi limiti, col rischio di una forte
dilatazione del costo, la via a suo tempo indicata e qui
riproposta resta l'unica. Ci pensino i 78 Sindaci che sono poi
quelli che debbono rispondere ai loro amministrati dell'eventuale
caro-bollette.

(Alberto Frizziero).



GdS 8 IV 02


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Luca Alessandrini
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