Inceneritore dei rifiuti in Bassa Valle? No grazie (Lettera)

(Lettera)

Riceviamo e pubblichiamo, stralciando
però la parte storica sulla zona di Morbegno che, per quanto
possa avere un suo interesse, non ha attinenza diretta con il
tema. In calce la nostra risposta.



Stim. Redazione

Vi scrivo con ritardo ma appartengo alla generazione che non
bazzica Internet. Solo ora un amico mi ha fatto leggere
l'articolo "Spunti d'estate" che avete pubblicato lo scorso 8
agosto. Per la parte dell'articolo dedicata ai rifiuti, detto
con il massimo rispetto, siete fuori strada nel trovare giusta
la scelta di costruire l'inceneritore dei rifiuti in Bassa
Valle.

Come si fa a dire che la nostra zona risulta baricentrica e
quindi ideale per l'inceneritore?

Non é un caso che nel passato amministratori avveduti abbiano
scelto prima Chiuro, poi Teglio, poi Cedrasco, tutti impianti
nel centro della provincia.

Posso capire che la popolazione di quei posti dica di no. Hanno
già dato il loro contributo.

Perché non Castione? Quando costruivamo la diga della Vizzola in
Valmalenco il cemento arrivava alla stazione di Castione dove
c'era l'attrezzatura per il trasbordo dal treno ai camion. Se
devono venire i rifiuti da altre province possono arrivare in
treno e non saranno 30 km in più a far alzare molto i costi!

Per favorire i rifiuti di fuori si vuol scegliere la nostra
zona. In questo modo i rifiuti dei nostri Comuni del Sondriese,
del Tiranese e dell'Alta Valle dovranno fare più strada.

Questi sono problemi che non ci riguardano direttamente. Siamo
invece interessati all'idea che si stia pensando a Delebio,
Andalo o Rogolo.

E' stato aggiunto anche Ardenno ma verrà tolto dalla lista.
L'alluvione del 1987 insegna.

Dove poi? Nella piana, verso l'Adda. Il vento del lago soffia in
su. Odori e fumi. I tecnici dicono che non ci saranno problemi.
Ma i problemi possono comparire da un giorno all'altro. Un amico
ci ha informato che a Cedrasco si é dovuto chiudere l'impianto
di compostaggio per far cessare i problemi per gli abitanti che
non ne potevano più.

Il nostro Sindaco e quelli degli altri Comuni sono caduti dal
mondo delle nuvole e hanno espresso subito le loro riserve.
Hanno fatto bene. Sanno anche che chi dirà di si alle elezioni
del prossimo anno é inutile che si ripresenti se non vuol
rischiare figuracce.

Sappiamo che il problema deve essere risolto, ma come si fa a
pensare di risolverlo nel nostro piccolo fondovalle, con gli
abitati uno vicino all'altro?

Come fate a dire che si tratta di una scelta giusta?

Anche a nome di altre persone della Bassa Valle vi chiedo di
spiegarlo.

Lettera firmata

- In premessa precisiamo che non siamo
certo noi ad aver scelto la Vostra zona per il termocombustore.
Abbiamo solo scritto che "la scelta della SECAM appare
appropriata". Non abbiamo usato a caso questo termine, diverso
da "giusta" perché la soluzione "giusta" sarebbe stata un'altra,
quella purtroppo abbandonata tempo fa, migliore e,
probabilmente, meno costosa per i cittadini.

Il ragionamento che abbiamo portato avanti nei vari articoli
pubblicati su questo argomento parte da un punto fermo. E' vero
che la soluzione "giusta" é stata, ahimè, abbandonata, ma
recriminare non serve a nulla, né esiste la volontà politica di
cercare di rimetterla in pista. A questo punto vada per il
termocombustore (a patto però che il costo di smaltimento non
vada oltre le 180-200 lire al kg, condizione irrinunciabile a
pena di clamorosi sviluppi). Gli esperti dicono che in provincia
abbiamo troppo pochi rifiuti da bruciare in termini
economicamente accettabili. Se non arriva qualche novità
tecnologica bisogna che l'impianto bruci i nostri rifiuti e
parecchi altri per ridurre i costi. Si tratta di trovarli con
contratti di lunga durata ma anche con tariffe accettabili e
concorrenziali con gli altri impianti. Il costo di trasporto non
dipende dai km ma dal tempo che si impiega a percorrerli.
Minimizzarlo vuol dire costruire l'impianto il più possibile
vicino allo sbocco della superstrada. Per questo la soluzione
SECAM é "appropriata".

- Secondo punto. Provincia e SECAM prima di rendere nota la loro
scelta si suppone che abbiano fatto le loro verifiche, oppure
abbiano deciso che in mancanza di consensi si vada alla
decisione coattiva, tenuto in particolare conto che da qualche
parte l'impianto deve pur essere fatto, visto che si é imboccata
la via autarchica (paradossalmente l'unica scelta di autonomia).

- Terzo punto. E' pericoloso pensare alla campagna elettorale
della prossima primavera inquinata dalle polemiche, locali e
provinciali, sui rifiuti.

Ricordiamo che quando i Comuni dovevano fare i Piani Regolatori
ci siamo battuti perché questo argomento non fosse ragione di
scontro nelle aule consiliari. Poche Amministrazioni avrebbero
retto. Alle elezioni ci sarebbe stato il ribaltone, ma subito
dopo i nuovi amministratori si sarebbero trovati nella stessa
situazione a parti invertite. Risultato: o la paralisi o
comunque gravi inconvenienti per i cittadini e magari anche per
l'ambiente.

Su problemi difficili, come abbiamo sempre sostenuto, dovrebbe
esserci confronto e non scontro. Vale anche per questo
problemaccio dei rifiuti.

Se l'anno prossimo si andrà a polemizzare sui miliardi pagati in
più dai cittadini mandando i rifiuti a Milano invece che a
Saleggio, almeno per la parte che ci stava ancora dentro, sulla
localizzazione dell'impianto, sulle tariffe che ne verranno
(purché restino, come detto dianzi, in termini accettabili)
andrà a finire che si potranno spostare sì dei voti, magari
eleggere alcuni al posto di altri, ma non si farà un passo
decisivo in avanti sul problema.

E questo vale anche per i cittadini. Vale anche per la Sua, o
meglio Vostra, lettera. Non Vi esortiamo a cambiare idea - non
ne abbiamo né titolo né diritto -  ma solo a rinunciare ad
una, per quanto comprensibile, immediata reazione emotiva. Se il
problema interessa veramente, come sembra, allora prima di
approfondisca, si valuti, si ponderi e poi si protesti se c'é da
protestare o ci si adegui se le conclusioni fossero diverse da
quelle temute.
Nota della Direzione



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