Hanno scritto: Romeo è il gatto di mia nonna Venia
 Mi chiamo Alessandro e ho 10 anni. Scrivo una lettera 
 per parlare di un gattino. Dovrei vergognarmi? No, non 
 mi vergogno, perché questo gatto, che si chiama Romeo ed 
 e è il gatto di mia nonna Venia, ogni volta che vado a 
 trovar mia nonna, che abita a Collevecchio, un grazioso 
 paesino che si trova vicino a Roma, mi intenerisce 
 sempre di più. Tutte le volte che mi sente arrivare 
 Romeo mi viene subito incontro, con il rischio di finire 
 sotto la macchina di papà. E non lo fa perché si aspetta 
 qualcosa da mangiare ma solo per affetto e perché vuole 
 da me tante carezze. Quando nonna Venia mi dice che 
 Romeo mi aspetta sdraiato vicino al cancello, provo una 
 stretta al cuore e, durante la settimana, sento un 
 grande vuoto. Il comportamento di Romeo scaturisce 
 dall'affetto disinteressato, che è, però, certamente 
 ricambiato da me. Come io provo emozione nel fargli una 
 carezza, così lui prova emozione nel riceverla. Ed anche 
 se mi vede solo una volta a settimana, lui mi aspetta 
 con tanto amore. Come dice papà Mario, sarebbe bello se 
 anche noi uomini provassimo questi sentimenti così puri 
 e disinteressati, come fa Romeo che non si vergogna di 
 far vedere che mi vuole bene, e che me ne vuole senza un 
 secondo fine. Lui è spontaneo, perciò io sono veramente 
 sicuro che mi vuole veramente bene. I miei genitori, 
 Mario e Simonetta, dicono che i gattini come Romeo ci 
 trasmettono tanto affetto, ci fanno sentire più buoni, 
 quindi ci migliorano. E sono sicuro che -anche se non lo 
 dice espressamente- ancheGabriele, il mio fratellone 
 diciottenne, la pensa come me. Difatti, anche se lui fa 
 sempre lo spavaldo, guai a toccargli Romeo! Ecco perché 
 ho voluto scrivere questa letterina dedicata al gattino 
 Romeo, anche se -devo ammetterlo- mi hanno aiutato un 
 po’ anche mamma e papà a scriverla.
Alessandro
 GdS - 28 II 05 - www.gazzettadisondrio.it
