ELETTRODOTTI IN PROVINCIA: CHE SIA LA VOLTA BUONA?

Che sia la volta
buona?

Incontrandosi per la questione del maxi-elettrodotto progettato
tra il Lago di Poschiavo, appena oltre il confine, e la
Valcamonica,
linea a 380 kV destinata a trasportare l'energia elettrica
che la Svizzera produce in eccedenza e far così fronte alle
carenze italiane dopo l'abolizione del nucleare, gli
amministratori locali di Valtellina e Valcamonica hanno concordato
su un punto importante. E' stato compreso che una posizione muro
contro muro avrebbe compromesso ogni possibilità, specie dopo il
cosiddetto "Decreto sblocca-centrali in base al quale anche "le
opere connesse e le infrastrutture indispensabili all'esercizio
degli stessi, sono dichiarati opere di pubblica utilità e soggetti
ad una autorizzazione unica, rilasciata dal Ministero delle
attività produttive", norma che si applica anche ai provvedimenti
in corso.

Ci si é resi conto che l'unica via da seguire é quella sempre
sostenuta da questo giornale. E' quella che aveva avviato il BIM
nel 1992 dopo il Decreto del Presidente del Consiglio che aveva
introdotto precise fasce di rispetto per gli elettrodotti e aveva
stabilito che dovessero essere predisposti i piani di risanamento
per le situazioni anomale.

L'iniziativa aveva avuto un insperato successo con la delibera
assunta dal Consiglio di Amministrazione dell'ENEL. dopo l'intesa
con gli altri produttori idroelettrici AEM, Sondel, Edison.

Si trattava in definitiva di far sparire la selva di elettrodotti
che attraversano la Valtellina sostituendoli sostanzialmente con
due sole linee a 380 kV.

Inspiegabilmente per tutti questi anni la cosa, nonostante la,
ripetiamo, insperata disponibilità dell'ENEL e degli altri, é
rimasta lettera morta.

Si parlava allora di "razionalizzazione".

Si torna ora a parlare di "razionalizzazione", cioé di
ripercorrere la via di allora. Meglio tardi che mai.

In questo quadro l'elettrodotto San Fiorano-Robbia dovrebbe essere
uno stralcio del piano generale.

La via potrebbe essere percorsa con successo. Occorrerebbe che la
vertenza non restasse confinata nel Tiranese, ma diventasse una
vertenza provinciale. In altri termini occorrerebbe che ai Comuni
interessati e alla Comunità Montana si affiancassero la Provincia,
il BIM e forse anche la Camera di Commercio. Vertenza da condursi
in modo serio, alla valtellinese, anche in tempi rapidi e certi.

Rileggersi comunque l'articolo "Interrate quell'elettrodotto"
pubblicato il 28.3.2002 su questo giornale in "Nostra provincia" e
ivi leggibile.

a.f.


GdS 18 IV 02


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