I DISASTRI IN VALMALENCO - Le montagne: Natura da rispettare o da sfruttare?

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Come sempre la verità sta nel
mezzo. Se avessimo lasciato le nostre amate montagne in uno
stato completamente "vergine" sarebbe ben difficile per chiunque
goderne la bellezza e apprezzarne la pace e l'armonia.

Pensate a montagne senza strade, senza rifugi, senza impianti di
risalita..... bellissime ma per pochi o ... pochissimi.

Siamo tutti d'accordo che il turismo e' una fonte di ricchezza
per la popolazione residente ed anche per i turisti stessi ma
chi frequenta la montagna ha ben presente che vi sono limiti da
non superare indipendente dal fatto che sussista la tutela di
parchi Nazionali o il tutto sia affidato al semplice buon senso
delle amministrati locali.

Purtroppo in questi ultimi anni le nostre montagne sono state
interessate da operazioni che, sotto mentite spoglie, hanno
depauperato le montagne e notevolmente indisposto i molti
turisti.

Per non essere generico porto qualche esempio (tutti relativi
agli ultimi 18 mesi!) relativo alla Valmalenco, da me
frequentata e ben conosciuta da molti anni:

• S. Giuseppe, località "Ca'rotte": costruzione strada
(larghezza 6mt!!) lungo il fiume Mallero (ufficialmente una
pista da fondo … ma quella già c’era e nessuno ha mai sentito
l’esigenza di quadruplicarne la portata).

• Chiareggio, località “Pian del Lupo”: costruzione strada fino
alla località Forbicina (un ponte, in fase di costruzione,
presenta "spalle” in cemento armato sufficienti al transito di
camion pesanti!!)

• Località "Ponte" (Lanzada): costruzione di una strada di
collegamento con "Cima Sassa" con pesante disboscamento e
conseguente aumento rischio di frane e smottamenti (certo che i
possessore delle Baite nelle zone suddette saranno molto grati a
chi ha autorizzato la costruzione ....)

• Località "Campo Moro" (Lanzada): costruzione di una strada in
direzione della Valle Scerscen con distruzione della prima parte
del magnifico sentiero per il Rifugio Musella, e relativo
pesante disboscamento. Questa strada e' stata sottoposta a
sequestro giudiziario (peccato che il fatto sia accaduto quando
l'opera é ormai ad un passo dal compimento! lascio a chi legge
immaginare come finirà).

• Caspoggio (zona Seggiovia verso S.Elisabetta): dopo un
disboscamento “selvaggio” ed ingiustificato (qualche anno fa)
guarda caso quest’anno e’ apparso il primo pezzo di una strada.
Unico sorvegliante l’immagine di “Don Bosco” con la sua
cappellina….. Unico “bosco” sopravvissuto alla motosega e alle
successive ruspe … per ora.

• Caspoggio, Località Piazzo Cavalli: Pur avendo piste da sci
magnifiche inutilizzate (vedi pista “Dosso dei Galli”) a causa
di una cattiva gestione e conseguente chiusura degli impianti
per problemi di vecchiaia e normative di sicurezza, si è
provveduto a disboscare ulteriormente per rendere più larghe le
già enormi piste “Del sole” e “Baby”


Francamente in meno di due anni i risultati sono spaventosi...
e, personalmente non credo alla buona fede di chi ha autorizzato
certe operazioni.

Ma il disboscamento per costruire strade e case non é l’unica
cosa che non funziona: ricordo anche le pratiche dell'Eliturismo
(Giro del massiccio Del Bernina, 5'-10' di elicottero da Campo
Moro). Ho assistito personalmente al continuo volo
dell'elicottero per un’intera mattinata ed il successivo
pomeriggio.... sperando che, oltre ad arrecare forte disturbo a
Escursionisti e animali, non recasse disturbo pure a fronti
ghiacciati pronti a staccarsi .....

Dalla parte dei turisti che amano le Montagne e i loro abitanti
(leggasi stambecchi, scoiattoli, marmotte ecc..) si schierano
leggi che vietano lo sci alpinismo sulle piste da sci (certo ...
non porta molti soldi alle case di chi gestisce gli impianti ma
non fa alcun danno né a chi scia in pista né agli animali) ma
non vietano l'Elisky e le motoslitte (sebbene, forse, queste
ultime abbiano subito una seppur minima regolamentazione).

Vorrei fare notare alle amministrazioni tutte che in Italia il
turismo in montagna è circa 11% del totale (contro un 75% del
turismo Marittimo). Se volete perdere ancora quote proseguite su
questa strada... anzi su queste strade visto quante sono
ormai....

In fondo le montagne della svizzera e dell’Austria non sono poi
così lontane e sono certamente belle e soprattutto molto più
rispettate (a volte anche molto più economiche presentando
pacchetti turistici interessanti ed intelligenti rivolti anche a
famiglie con bambini!).


Questa lettera non vuole essere uno sfogo ma un appello perché
non solo si fermino gli scempi e sia dato più respiro all’Uomo,
ma perché si cancellino e riparino gli scempi fatti. Ci vorranno
anni, perché costruire é più difficile di distruggere, ma
sarebbe certo un segno positivo …

Segue una simbolica lista di firme (molti me lo stanno chiedendo
ma non ho il tempo né la pazienza per raccoglierle veramente)


Cordiali Saluti
Alessandro Ing. Fossati (e
famiglia)

Seguono: Cremonesi Dott. Paola, Razzetti
Ing. Luca, Anna Sala, Covini Dott. Paolo, Giovenzana Sandra


NOTA DEL
DIRETTORE

Questa lettera é stata inviata agli organi
di informazione provinciali in buona sostanza nella speranza che
qualcuno la pubblichi.

Noi la pubblichiamo perché è giusto che le idee che circolano
arrivino alla superficie, si diffondano in modo da essere
valutate e confrontate.

Se hanno fondamento c’è la possibilità di intervenire, di
sollecitare, di criticare se nulla succede; se non hanno
fondamento si fa giustizia di voci che spesso circolano a
vanvera.

Se, come spesso succede, la realtà non è tutta bianca o tutta
nera ma presenta sfumature diverse di grigio è possibile
valutare, distinguere, precisare.

Venendo alla lettera che pubblichiamo fa piacere la
considerazione iniziale, ben diversa dai recenti interventi di
Marco Vitale e di Legambiente sull’Alta Valle. Non tutti quelli
che arrivano in questi oltre 200 km di Alpi, vera e propria
“Regione alpina”, come da definizione del prof. Quadrio Curzio,
si rendono conto che oltre a chi arriva per passare i dieci
giorni, o magari il week-end, tanti solo la domenica, c’è magari
anche della gente che in questi monti vive 365 giorni all’anno,
366 nell’anno bisestile e da questi monti deve trarre quanto
serve per vivere. Questo vale per gli impianti di risalita,
questo vale per le piste da sci, questo vale per le cave, questo
vale per i capannoni industriali, artigianali, commerciali,
questo vale per le strade, certo anche in e di montagna.


Questa Regione alpina di 320.000 ettari ne ha la metà sopra i
2000 metri dove per ragioni naturali si può trovare solo
episodicamente qualche albero. Negli altri 160.000 ettari, dove
cioè il bosco può crescere, ce ne sono oltre 100.000 strapieni
di piante che solo dei poveri ignoranti di cose della montagna
ritengono intoccabili e non da tagliare. Venti o trent’anni fa
erano 90.000… Per risanare il bosco oggi ci sarebbe bisogno di
tagliare qualche centinaio di migliaia di piante, in modo
razionale, come era abituata a fare la gente un tempo perché
sapeva guardare anche al futuro, non proprio ma dei figli visti
gli anni che ci vogliono perla crescita arborea. Detto questo,
ribadiamo che é iniquo e colpevole abbattere anche una sola
pianta senza che ve ne sia effettivo bisogno.


Ciò premesso diamo uno sguardo alla situazione.

Dopo un periodo in
cui la tentazione di fare, con le poche risorse disponibili e
molto volontariato, tanti tracciolini fu parecchio forte,
complessivamente la situazione è andata regolarizzandosi anche
per tipologie costruttive, cautele idrogeologiche, cure
manutentive.


Resta il dato di fondo che vale sia nel fare che poi nel
gestire, sintetizzabile con l’espressione latina “est modus in
rebus”.

La situazione esposta dall'ing. Fossati andrebbe analizzata
punto per punto. Lo faranno magari altri; noi ci limitiamo al
caso della pista di fondo che era indispensabile.

Chi scrive da almeno un quarto di secolo d’inverno mette gli
sci e sale sino a Chiareggio e fin in fondo a Forbesina. Un
tempo non c’era nessuno, poi l’Alberto Cometti decise di tenere
aperto il baita dei Pini anche d’inverno mentre Lenatti,
“Bianco”, istituì il servizio di slitte a cavalli. L’ideale per
una vallata come quella di Chiareggio, regno della natura
incontaminata, in un ambiente eccezionale. Ma le slitte non ci
sono più. Il Bianco tenne duro, lavorando lui e collaboratori,
come bestie, alzandosi ben prima dell’alba per sistemare la
strada, per un riporto di neve e via dicendo. Ma le slitte non
ci sono più. Non bastano esortazioni o decreti, occorre che ci
sia un sia pur minimo ritorno economico. Dov'erano gli amanti
della natura? Al posto di motoslitte o gatti delle nevi c'era l'ecologicissima
slitta a cavalli da poter utilizzare per incentivare quel
turismo ecologico di cui tanti parlano. Dov'erano quegli
ambientalisti? Tutti, anche amici personali, sulle piste di sci,
quelle con gli impianti di risalita... Rara eccezione qualche
fondista e qualche sci-alpinista.


Torniamo a noi. Si andava e si va ancora a Chiareggio per la
strada, e in condizioni difficili per via del passaggio del
gatto delle nevi e delle motoslitte, solo quelle per il
trasporto persone perché le altre hanno orari rigidi, che
salgono al ristorante o anche a case private.

Non é vero che c'era un'altra pista. Quella alternativa alla
strada che era stata fatta qualche anno fa nella zona di
Senevedo, sì stretta, sì rispettosissima del bosco, era quanto
di più impraticabile ci potesse essere, per pendenze e
ristrettezza della sede nel pieno del bosco con conseguente
presenza di ghiaccio. Una pista del genere, in salita, é
riuscita a rompere i nostri sci!

Vedremo
quest’inverno la nuova che oggi si presenta non nel migliore dei
modi per il fatto di essere ancora fresca e quindi senza il
recupero vegetativo che poi verrà.

Sta comunque il fatto che era assolutamente indispensabile.

Aggiungo che, da habituè della zona, sarei d’accordo per pagare,
magari anche solo con un’offerta a discrezione dei fondisti da
utilizzare per finanziare preparazione e manutenzione della
pista stessa.

E, alla prima neve, si potrebbe fare una bella inaugurazione,
senza nessuna pompa magna ma solo con tante presenze, ing.
Fossati e suoi amici compresi. Si può andare a Chiareggio anche
senza sci, a piedi.


Per il resto, casi vari segnalati, in ogni caso la parola a chi
volesse intervenire.

Nota del Direttore



GdS 10 IX 04 - www.gazzettadisondrio.it

Alessandro Fossati e Nota del Direttore
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