Lo dicono loro: “Più biodiversità, meno Ogm”

di Mario Pulimanti

Ecco: sto scrivendo perché mi sono spaventato nel
leggere che la trippa e la polenta sono cancerogeni. Il
pesto anche, immagino, invece, che il cous cous sia
sanissimo. Che tristezza! I fautori degli Ogm e del cibo
Frankenstein sembrano voler cancellare persino i piatti
simbolo della storia gastronomica italiana, avvelenare
(con la paura, l’ansia, la minaccia) il grande gusto
della tradizione, in un tentativo di sradicamento che,
peraltro, tocca numerosi altri ambiti. Occorerebbe
protestare per questi attentati, non solo al buongusto,
ma anche al nostro palato! Protesta, infatti,
l’associazione Slow Food, che ha lanciato nei giorni
scorsi un appello: “Più biodiversità, meno Ogm”, perché
davvero non può essere vero che il cibo delle nonne
faccia male e quello geneticamente modificato renda
invece più giovani e aitanti. Alla mobilitazione hanno
risposto molti ristoranti sparsi in tutta Italia. Un
tuffo nella sana tradizione italiana, alla faccia di
chi, forse, ci vorrebbe tutti a fare la fila da Mc
Donald’s. Lo sforzo è necessario, mentre si moltiplicano
i tentativi di propagandare gli alimenti geneticamente
modificati come più sicuri e buoni. Serve, invece,
grande chiarezza, corretta informazione, difesa dei
prodotti tradizionali e di chi li coltiva, rispetto
dell’ambiente e della salute dei consumatori. Sono molti
ormai gli Enti locali (tra Regioni, Province e Comuni)
che hanno già promulgato norme per dichiararsi “Ogm-free”,
liberi da Ogm. Anche io vorrei, oggi idealmente
schierarmi su questo fronte sempre più vasto,
armandomi... di buon appetito.
Mario Pulimanti



GdS 10 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Mario Pulimanti
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