) La Costituzione Europea - 2) OMOSESSUALITA'

Riceviamo e pubblichiamo:




1) La Costituzione
Europea

Caro Direttore, nel preambolo della futura carta europea è stato
esaltato l’illuminismo, ed eliminato invece ogni riferimento
alle fondamenta cristiane. Il pensiero che ha indotto i
redattori della bozza a non citare la civiltà cristiana, affonda
le sue radici nella cultura liberal-massonica che serpeggia da
due secoli in Europa, con primogenitura d’Oltralpe. Essa ritiene
che l'illuminismo avrebbe "liberato" ed emancipato l'uomo dai
secoli bui di cristiana memoria. Ci sarebbero pagine su pagine
da scrivere per dimostrare il contrario, ovvero quanto il
pensiero cristiano abbia contribuito ben prima e ben oltre
l'illuminismo a fondare l'idea della centralità della persona
umana, centro di diritti e di valori, sulla quale si regge
l'umanesimo occidentale. La tanto celebrata "centralità"
dell'uomo e l'idea di uguaglianza, in epoca illuministica vanno
ben intese all'interno del pensiero moderno di cui l'illuminismo
fu chiara espressione. La modernità filosofica incarnata
dall'illuminismo, concepisce l'uomo come atomo, come numero, e
non è un caso che l'uguaglianza illuministica abbia cercato la
propria realizzazione solo nello Stato, rifiutando, ad esempio,
di riconoscere il ruolo della famiglia come "prima società".
L'uomo moderno è homo faber, trasformatore della natura secondo
il proprio progetto di benessere materiale; è uomo"per se stesso
perfetto e solitario", e quindi votato a generare un mortale
conflitto all'incontro con il proprio simile. Non a caso la
visione moderna ci ha regalato bagni di sangue che, dalla
Rivoluzione Francese ai grandi totalitarismi, hanno rivelato
quanta superbia e fallacia si sia celata dietro alle “ingegnerie
sociali” che concepivano la vita e la natura al pari di un
complesso meccanismo. La modernità, lo scientismo dell'epoca dei
lumi, hanno regalato grandi illusioni e grandi delusioni, ed
oggi viviamo in un'epoca figlia di sogni andati a vuoto, di
incubi biologici, biotecnologici, un'epoca che proprio per paura
di questi incubi, preferisce non coltivare sogni, ideali,
valori. Nulla di strano: una cultura che ha saputo persino
certificare la morte di Dio non sorprende che rifiuti di
riconoscersi figlia, per lo meno culturalmente, del pensiero
cristiano.



2) OMOSESSUALITA'



Caro Direttore, la ricerca diffusa in questi giorni da Eurispes,
ha verificato che secondo la maggioranza degli italiani
l'omosessualità non è più un tabù, una malattia o una
perversione, bensì semplicemente un modo di essere. Questa nuova
morale, apparentemente aperta, tollerante e democratica è in
realtà figlia diretta della cultura nichilista e decadentista.
La società moderna, contrabbandando vizi per virtù, ha
destrutturato l'essere umano, la sua dignità e i suoi valori,
riducendolo a mero dato culturale soggetto al divenire dei
costumi. Con questa premessa, l'omosessualità non è più
avvertita come sterile atto contronatura, ma come normalissima
scelta naturale. Si è giunti al punto di non qualificare più gli
atti umani come morali o immorali, secondo le “vecchie”
categorie della coscienza e della morale, ma legittimati o
negati dai consensi o dissensi delle mutevoli masse. Non bisogna
dirsi necessariamente cattolici per ammettere che se una simile
“involuzione” culturale diventasse norma e prassi, la società
attuale diventerebbe la promiscua Bengodi della licenziosità.
Gianni Toffali


Gianni.Toffali@inwin.it


GdS - 18 Vi 03 - www.gazzettadisondrio.it

Gianni Toffali
Approfondimenti