Contributi esterni: argomento proposto da xxxxxx: Questa Italia ha ancora bisogno di ideologia

Contributi esterni: argomento proposto da xxxxxx:

Roberto Gervaso, nella sua
rubrica “A tu per tu” pubblicata su il Messaggero di
Roma il 12 agosto u.s. – rispondendo alle osservazioni
di un lettore commentava: “Destra e sinistra: due
carriere più che due ideologie”.

La sintesi ci ha colpiti, anche perché non potremmo non
essere d’accordo, in quanto essa inquadra perfettamente,
con la consueta ed apprezzata vena ironica che
contraddistingue l’opinionista, la realtà di questa
nostra politica italiana e, a ben vedere, non solo di
essa.

Risulta sempre più difficile infatti all’elettore
orientarsi nel mercato globalizzato della politica, nel
quale tutto e il contrario di tutto sembrano alla fine
assomigliarsi fin troppo, i programmi elettorali – al di
là di alcune petizioni di principio – a volte
coincidere, i modi di governare anche, i metodi politici
essere quasi gli stessi.

Ciò che troppo spesso caratterizza questa politica, che
tale sicuramente ad Aristotele non apparirebbe, è la
sicura e pervicace volontà di denigrazione della
“cordata” avversaria e di quanti ne facciano parte:
sembra quasi di assistere ad uno scontro industriale fra
colossi in una partita nella quale i contendenti si
identifichino e si distinguano per l’evenienza di
indossare (e a volte pure di cambiare) una certa casacca
aziendale, in cui fare carriera, piuttosto che l’altra,
fermamente votati a sopravanzare l’avversario
diversamente “vestito”, ma troppo spesso incuranti dello
stato d’animo e delle esigenze degli
elettori-spettatori.

Per rendere più funzionale il gioco, ovviamente, si è
provveduto anche ad adattarne le regole: le
squadre-aziende devono essere due e non di più. Quanti
pensassero diversamente o non avessero ben compreso le
regole sono pregati di non giocare o di farlo in
condizioni che non potrebbero che sfociare in certa e
inderogabile sconfitta.

In questo poco avvincente quadro, noi che abbiamo sempre
amato quelli che vincono perché più credono, non ci
vogliamo rassegnare alla massificazione delle idee.

A tutti coloro ai quali è stato insegnato che le
ideologie sono morte perché inutili, condizione sine qua
non, questa, per la riuscita del nuovo gioco della
politica che sopra abbiamo descritto, gridiamo
l’esigenza di tornare a una politica permeata di
ideologia.

Ideologia che non significa violenza nell’affermazione
delle proprie convinzioni, ma che si identifica
piuttosto in una politica che distingua gli uomini non
per la casacca che vestono, ma per il cuore e il
pensiero che mettono nel loro impegno sociale.

Siamo figli e portatori – molto sani – di una ideologia
che fa della politica una militanza quotidiana
caratterizzata dall’attenzione ai problemi semplici
della gente, dall’analisi di essi per la loro concreta
soluzione, dalla convinzione che il politico debba
tornare ad essere soprattutto un esempio per stile di
vita e un riferimento per le istanze sociali della
comunità.

Esistiamo per rompere quel gioco della politica
globalizzata che sta vieppiù allontanando milioni e
milioni di connazionali dalla più antica pratica di
impegno sociale che l’uomo conosca: in questo contesto
sappiamo distinguere e abbiamo distinto.

Sappiamo scegliere e abbiamo scelto i nostri
interlocutori, proprio sulla base dell’ideologia, fra
quanti sono figli di un comunismo da sempre massificante
e quanti dovrebbero rifarsi a un idealismo che comporta
una concezione spirituale della vita.

Saper cogliere, e valorizzare, la ricchezza dell’apporto
di una ideologia che rompe un gioco ormai inviso agli
elettori, per far posto invece a una vera e concreta
politica sociale, sarà la chiave di volta per vincere la
partita più importante: quella del buongoverno che
riavvicini alla politica gli uomini di buona volontà.



fabrizio.taranto@argonetica.com


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