Contributi esterni: argomento proposto da Simonetta D’Ippoliti: L’ora del rientro a casa

Contributi esterni: argomento proposto da Simonetta D?Ippoliti:

Eccomi qua: sono mamma di due ragazzi. Alessandro, che
di anni ne ha undici e non mi dà ancora certi problemi,
ma ho anche Gabriele, che di anni ne ha quasi diciannove
e per il quale il discorso che sto per affrontare si
pone, e come. Perché direte voi? Ma per l’ora del
rientro a casa che certe volte supera abbondantemente
l’una di notte, è ovvio! Quando si aspetta si crea una
situazione difficile. Chi aspetta oltre il tempo
convenuto fa le congetture più strane e, ad ogni istante
che passa, si immagina ogni sorta di scenari, conta i
passi del figlio assente e cerca di calcolare e
ricalcolare il tempo necessario per il suo ritorno. E
quasi mai le spiegazioni che cerca di trovare per il
ritardo coincidono con quelle reali, pensando che
qualche imprevisto od ostacolo insormontabile si sia
frapposto fra loro ed il figlio ritardatario. Dall’altra
parte, penso che anche il figlio che è fuori casa ed è
soggetto a qualche imprevisto si tormenta pensando che
sarebbe bastato concedersi qualche minuto in più per il
ritorno ed ai genitori che lo aspettano ansiosi a casa a
notte fonda sarebbero state risparmiate ore di angoscia
e di preoccupazione. Ed anche se il tempo della mia
gioventù è lontano, oltre i confini della mia memoria,
non mi sembra che, per questioni di ritardo, io facevo
passare ai miei genitori le stesse preoccupazioni che
mio figlio grande fa ogni tanto passare a me. Scusate lo
sfogo, ma le cose che ho scritto sono, comunque, piene
di amore…l’amore di una mamma che forse ha visto
crescere troppo in fretta il proprio figlio e le sembra
appena ieri quando passava con lui interi pomeriggi a
ripassare le tabelline e ad accompagnarlo in piscina.
Ma, come dice un famoso proverbio, “Tempus fugit!”

Simonetta D’Ippoliti


GdS 20 IX 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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