Contributi esterni: argomento proposto da Pierino Cotti: COTTI (AUTOTRASPORTATORI FAI): “LA CATEGORIA NON PUÒ ESSERE CRIMINALIZZATA A CAUSA DI CHI NON RISPETTA LE REGOLE”
I tragici incidenti
avvenuti in questi giorni hanno riportato
drammaticamente l’attenzione sul problema della
sicurezza sulle strade italiane, chiamando di nuovo in
causa gli autotrasportatori.
Alcuni episodi, seppure limitati in termini numerici,
hanno fortemente impressionato l’opinione pubblica per
la loro gravità e spettacolarità, creando i presupposti
per una nuova e ingiustificata ondata di
criminalizzazione dell’intera categoria.
Per evitare questo pericolo e, ancor più, per fare
chiarezza sugli esatti termini della questione,
interviene Pierino Cotti, presidente della Federazione
Autotrasportatori Italiani/Confcommercio della provincia
di Sondrio.
“La nostra categoria - spiega Cotti – affronta un lavoro
che richiede grandi sacrifici ed è indispensabile per la
collettività, ma nessuno sembra accorgersene. Degli
autotrasportatori ci si ricorda solo quando si
verificano clamorosi fatti di cronaca, come i recenti
gravi incidenti sulle autostrade di Genova e di Bologna,
e lo si fa unicamente per puntare l’indice contro i
nostri operatori e attribuire loro responsabilità che
non hanno”.
Per il presidente della Fai provinciale, infatti, “è
necessario distinguere tra gli autotrasportatori
italiani che operano con serietà e professionalità, e
tanti stranieri che giungono nel nostro Paese e si
improvvisano alla guida di camion e tir creando una
situazione di grave pericolo per la sicurezza di tutti.
Non vogliamo discriminare nessuno – precisa Cotti -,
chiediamo solo che chi si accosta alla professione lo
faccia con la dovuta preparazione”.
Gli autotrasportatori, quelli seri e responsabili che
rappresentano realmente la categoria, non ci stanno a
essere additati come criminali. Cotti punta decisamente
l’indice contro le imprese che non rispettano le regole:
“Non è giusto demonizzare un settore a causa di
committenti disinvolti che sfuggono ai controlli e
obbligano gli autisti, da loro reclutati prevalentemente
se non unicamente tra extracomunitari inesperti, a turni
di lavoro massacranti e a tempi di consegna
ristrettissimi”.
I rischi prodotti dagli autisti improvvisati diventano
ancora più allarmanti se uniti alla ben nota cronica
carenza delle infrastrutture viarie del nostro Paese:
“Vogliamo dire a gran voce soprattutto ai mass media,
spesso tentati a indulgere in una semplicistica quanto
sommaria cronaca dei fatti, che dare tutte le colpe alla
categoria degli autotrasportatori non servirà certo a
risolvere il grave e complesso problema dell’allarmante
mancanza di sicurezza sulle strade d’Italia, ormai
ridotte al collasso. Una questione che, per essere
affrontata, richiede un approccio ben più serio che non
la ricerca di un capro espiatorio”.
Troppo facile, quindi, prendersela con gli
autotrasportatori. I dati, però, dimostrano ben altro.
“Noi autotrasportatori – sottolinea Cotti – risultiamo
coinvolti solo in una limitata percentuale di incidenti
e sottolineo coinvolti, il che significa che i sinistri
causati da camion e tir sono ancor più ridotti”.
Gli autotrasportatori, quelli seri, sono oggi in prima
linea nell’affrontare il tema della sicurezza e a
riconoscerlo è lo stesso ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti Pietro Lunardi, che ha reso noti i
risultati di una recente rilevazione, secondo cui gli
incidenti che hanno interessato i mezzi pesanti sono
scesi dal 7% del totale nel 2000 al 6,3% nel 2003.
“L’alta professionalità degli autotrasportatori della
provincia di Sondrio – sottolinea Cotti – riduce
ulteriormente, rispetto al dato nazionale, la
percentuale di incidenza della categoria nei sinistri
che avvengono sul nostro territorio e ciò nonostante il
traffico che intasa la viabilità locale”.
In conclusione, è evidente che la sicurezza è una
partita ben più ampia in cui giocano un ruolo
determinante la mancanza di professionalità di operatori
senza scrupoli e l’insufficienza della rete viaria e
delle infrastrutture, con la conseguente crescita
esponenziale del rischio dei sinistri.
“Sono convinto – conclude Cotti - che anche la questione
della sicurezza vada affrontata con più senso pratico e
determinazione. Favorire una corretta informazione sul
comportamento da adottare per evitare il più possibile
il ripetersi degli incidenti può essere d’aiuto, ma a
nulla varrebbe senza la consapevolezza che la sicurezza
ha un costo. Un prezzo che è falso e illusorio
pretendere che possa essere pagato continuamente dai
soli autotrasportatori rispettosi delle regole e che,
invece, è determinato sia dai controlli che devono
essere effettuati sui committenti sia dagli investimenti
necessari per la riqualificazione delle infrastrutture,
vero e proprio tallone d’Achille nella nostra realtà
nazionale e provinciale”.
Sondrio, 3 agosto 2005
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