Contributi esterni: argomento proposto da Paola Migliore Capita a Roma ma, ahimé, tutto il mondo è paese
Dal mio balcone vedo il
parco degli Acquedotti, e con un po' di fantasia posso
allungare lo sguardo sino all'Appia Antica. È un posto
stupendo, e non mi lamento, pensavo fino a qualche mese
fa. Infatti questo parco ha ampi spazi di verde e
suggestivi paesaggi arricchiti dagli acquedotti romani.
Il parco degli Acquedotti è un patrimonio naturale e
offre un ampio spazio verde a grandi e piccini. È un
posto ideale per passeggiare o per fare attività di
vario tipo. Il parco è attraversato da ben sette
acquedotti romani realizzati in epoche diverse. Inoltre,
c'era, fino a poco tempo fa, un laghetto artificiale che
faceva da cornice a questo meraviglioso angolo della
natura. Ed è proprio questo il motivo per cui scrivo.
Adesso, infatti, questa zona non è più quella di qualche
mese fa. E’ questa l’impressione che si ha in questi
giorni visitando il parco degli Acquedotti. Oggi si
presenta con l’erba alta (anche 60 cm) e col laghetto
prosciugato; con i bambini che si divertono a “giocare
al deserto” all’interno della pozza vuota, mentre le
mamme siedono sulle pietre d’argine. Pochi, i fortunati
che riescono a sedersi sulle panchine, gli altri, si
arrangiano come possono tra le rovine dell’acquedotto,
mimando i gatti randagi di largo Argentina. Vicino a
questo laghetto artificiale, che creava un ambiente
vario e ricco di vegetazione, c’erano panchine dove era
possibile sostare magari in compagnia di una buona
lettura, o magari per il solo piacere di conversare in
compagnia. Ora tutto questo non c’è più ed io, che mi
divertivo ad osservare i bambini che spesso, armati di
bicchierini od altri attrezzi di improbabile efficacia,
tentavano una estenuante caccia al girino, sto qui a
chiedermi perché. E’ giusto tutto questo?
GdS 10 VI 2005 - www.gazzettadisondrio.it