Contributi esterni: argomento proposto da Mario Pulimanti LA FESTA DEL 29 GIUGNO

Contributi esterni: argomento proposto da Mario Pulimanti

Per me, che sono romano, la festa del 29 giugno è molto
importante. La celebrazione dei Santi Patroni di Roma
inizia la sera del 28 giugno nella basilica vaticana,
con la statua di San Pietro vestito da pontefice. Si
tiene poi una serie di riti che vanno dai “vesperoni”,
resi solenni dal coro della cappella Sistina, alla
benedizione dei palii (stendardi processionali)
conservati nella nicchia posta sotto l’Altare della
Confessione. Anche per questa festa, che sembrerebbe di
esclusiva origine cristiana, si fa l'ipotesi della
sostituzione di un culto pagano ad opera della Chiesa in
epoca ancora antica: in questo senso, Pietro e Paolo
accomunati in un'unica commemorazione avrebbero preso il
posto dei Dioscuri. In ogni caso, la ricorrenza nasce
dalla tradizione che vuole i due apostoli giunti a Roma
nello stesso periodo dalla Giudea e martirizzati lo
stesso giorno, anche se in luoghi diversi: Simone (che
Gesù chiamò Pietro, è uno dei dodici apostoli di Gesù,
per esattezza il primo ad essere chiamato insieme a suo
fratello Andrea, quando erano pescatori e vivevano in
Galilea. Fu riconosciuto da Gesù stesso come suo
rappresentante in terra, che gli disse “Tu sei Pietro e
su questa pietra fonderò la mia Chiesa”). Fu crocefisso
a testa in giù presso il circo di Caligola in Vaticano
sotto Nerone nel 66 o 67 e sepolto sulla collina del
Vaticano dove scavi recenti hanno rinvenuto la sua tomba
sull'area stessa della basilica costruita in suo onore
da Costantino. In Vaticano vi è, sulla destra
dell’immensa navata centrale, la sua statua bronzea con,
sporgente dal basamento, il piede, ormai consumato dallo
strofinio delle mani e dal tradizionale bacio di milioni
di fedeli e pellegrini, alternatosi nei secoli e
provenienti da tutte le nazioni. San Paolo fu, invece,
decapitato sulla via Ostiense alle Acque Salvie, là dove
c’è ora la basilica che porta il suo nome. San Paolo
("Apostolo delle genti", primo artefice della diffusione
del Vangelo nel mondo), essendo un cittadino romano fu
portato, dunque, fino al luogo del martirio e la storia
ci tramanda che la sua testa avrebbe battuto tre volte
al suolo facendo scaturire, ad ogni caduta, una fonte
miracolosa. Difatti è proprio a Roma, la “capitale del
mondo”, che furono costruite la basilica vaticana e,
poco più tardi, quella dedicata a San Paolo sulla via
Ostiense . Del resto, sembra che proprio in Via Ostiense,
a circa trecento metri dalla Basilica di San Paolo fuori
le mura, avvenne l’ultimo fraterno saluto tra Pietro e
Paolo, prima di essere uccisi. Ed è sempre a Roma che
Pietro e Paolo convertirono al cattolicesimo molte
persone, come racconta Tacito negli Annales, secondo il
quale: "furono puniti da Nerone i cristiani, un gruppo
di persone guidate da Pietro, pescatore di Galilea, e
dal soldato Paolo chiamati così da Cristo, che sotto il
regno di Tiberio fu mandato a morte dal procuratore
Ponzio Pilato”. E vorrei concludere questa mia lettera
ricordando le parole pronunciate l’anno scorso in
Vaticano da Papa Wojtyla, il Grande, nel corso della
celebrazione della festa di San Pietro e Paolo: “Ai due
insigni Patroni affido in modo speciale l’amata Diocesi
di Roma, come pure la comunità civile capitolina.
Invocando la loro intercessione insieme a quella di
Maria Santissima, Salus populi romani, preghiamo perché
ogni uomo e ogni donna accolga il messaggio d’amore per
il quale Pietro e Paolo hanno subito il martirio”. Tanto
è vero che questa festa è una delle più antiche e più
solenni dell’anno liturgico. Il giorno 29 giugno
sembrerebbe essere la cristianizzazione di una
ricorrenza pagana, che esaltava le figure di Romolo e
Remo: infatti come Romolo e Remo sono considerati i due
mitici fondatori di Roma, i due apostoli Pietro e Paolo
sono, invece, riconosciuti come i fondatori della Roma
cristiana.


GdS 30 VI 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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