Contributi esterni: argomento proposto da Gabriele Pulimanti: Non ci sto! Perché non ritengo giusto che la mia ragazza, a causa del numero chiuso, non possa iscriversi a Medicina

Contributi esterni: argomento proposto da Gabriele Pulimanti:

Mi chiamo Gabriele, abito ad Ostia e dico ad alta voce:
mi dispiace, ma non ci sto! Scrivo, infatti, al giornale
proprio perché non ritengo giusto che la mia ragazza, a
causa del numero chiuso, non possa iscriversi a
Medicina. Lei, che si chiama Denise, ha partecipato ad
uno di quei test. Era determinata a fare il medico e
voleva studiare Medicina a Roma. Ha accettato regole che
non ha scelto (ne avrebbe fatto volentieri a meno), ha
studiato con metodo e costanza, sacrificando estate e
vacanze, pur avendo alle spalle un faticosissimo e
stressante periodo di intensa applicazione per
diplomarsi (con 100/100) al liceo psico-pedagogico di
Ostia Del resto il valore di una persona non può essere
misurato con un’unica prova, ma tutto il suo iter
scolastico è stato positivo. Come potrebbero confermare
tutti gli insegnanti che, negli anni, l’hanno
affettuosamente seguita. Ed, anche se la mia ragazza, ce
l’avrebbe messa tutta per diventare un bravo medico, non
è riuscita, a causa del numero chiuso, ad iscriversi.
Ritengo che il numero chiuso è una limitazione di un
diritto costituzionale, il diritto allo studio sancito
dall’art. 33 della Costituzione. Oltretutto dovrebbe
essere assicurato a tutti la possibilità di sviluppare
la propria personalità, secondo i principi espressi
negli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione. Invece il
numero chiuso -nato a causa del problema
dell’insufficienza dei bilanci universitari- esclude una
parte di cittadini prorpio dall’accesso allo studio. La
soluzione, a mio parere, sarebbe quella di abolirlo,
dando così a tutti la possibilità di iscriversi. Però
molti politici non la pensano come me, non riconoscendo
così diritti insopprimibili come il diritto allo studio
ed alla conoscenza scientifica. Oltretutto oggi di
medici ce ne sarebbe molto bisogno anche negli Stati
dell’est, grazie all’apertura delle frontiere ed al
venir meno delle barriere commerciali con questi Stati.
Ancora più bisogno di medici europei potrebbe anche
esserci nei paesi africani o asiatici, a causa delle
carenze delle strutture sanitarie in cui versano questi
paesi. Ciò forse potrebbe, mi auguro, portare
all’eliminazione del numero chiuso a medicina, evitando
in tal modo di prorogare nelle facoltà di medicina
italiane questa lesione di diritti soggettivi primari
allo studio ed alla conoscenza superiore. Come ho detto
prima, non ci si dovrebbe dimenticare che l’articolo 33
della Costituzione assicura a tutti il diritto a poter
accedere a tutte le istituzioni di alta cultura ,
università ed accademie. Del resto il diritto allo
studio conserva ancora la veste di un diritto
soggettivo? Io, comunque, mi sono iscritto a
Giurisprudenza perché amo il diritto e perché, come ho
detto a Denise che mi voleva con lei a Medicina, il
sangue mi mette paura!


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