Contributi esterni: argomento proposto da Ernesta Aloisi IMPROVVISA SCOPERTA DI UN FENOMENO ALLARMANTE: L'UOMO DELLA PORTA ACCANTO e' POVERO
Parlando con i miei tre
figli, con le mie due nuore e con mio genero, nonché con
le mie amiche, ma anche leggendo i giornali e le riviste
o, più semplicemente, osservando per un attimo con un
po’ più di attenzione quello che c’è intorno a noi mi
sono accorta improvvisamente di un fenomeno allarmante:
l’uomo della porta accanto è povero.
Se prima tirare a campare era l’impresa di anziani e
immigrati, ora sembra che la povertà non faccia più
tante distinzioni. Trasversale, strisciante, si è
infiltrata in tutte le fasce sociali. I nuovi indigenti
sono intere famiglie, che improvvisamente si ritrovano
senza reddito e devono combattere contro l’affitto
mensile, le bollette, le spese per vivere. I nuovi
poveri sono clochard per forza e dalle facce molto
giovani. Basta guardare attentamente intorno a noi per
notare che questo fenomeno è in aumento, così come
quello dell’alcolismo giovanile. E nel girone degli
indigenti ci sono anche molte persone vittime degli
usurai, magari perché dovevano pagare le medicine o
ristrutturare la casa. Mia nuora Simonetta ha sentito
dire da alcune sue amiche di Ostia che gli italiani che
chiedono aiuto ai centri di assistenza del Lido sono
ultimamente aumentati rispetto agli immigrati. Molti
tornano dai parenti, al paese d’origine. Altri stanno
peggio, come due giovani ex tossicodipendenti che vivono
in città dentro una macchina, vicino al Monte Testaccio,
come mi ha detto mio figlio Stefano. La povertà è
cambiata. Sembra un paradosso, ma ora può toccare tutti,
compreso il dirigente d’azienda. Sembra, difatti, che ci
sia in giro una nuova povertà nascosta e vissuta con
dignità. Del resto povero è anche chi ha un lavoro
sottopagato e se lo tiene stretto: la sopravvivenza è
fatta di uno stipendio di mille euro al mese per due
persone, secondo il cosiddetto indice di povertà
relativa, come è lo stipendio medio, per esempio, di uno
statale. E sono sempre di più le persone che d’estate
restano a casa perché non possono permettersi più la
vacanza. E’ proprio il caso di dire che a Roma ci sono
poveri in una città sempre più cosmopolita. Molte
persone con pensioni di importo pari o inferiore al
minimo, tanti anziani vivono soli. La disoccupazione è
l’anticamera della povertà. Ma lo Stato e le varie
autorità competenti non potrebbero cercare seriamente di
porre un freno a questa triste situazione e, con un
brusco testa-coda, provare, una volta per tutte, a
risolvere questi scottanti problemi, riportando i
cittadini a condizioni di vita più tranquille?
Ernesta Aloisi
GdS 10 V 2005 - www.gazzettadisondrio.it