Contributi esterni: argomento proposto da Carlo Giovanni Moriondo : La comunione ai divorziati

Contributi esterni: argomento proposto da Carlo Giovanni Moriondo :

Gentile Direttore,

il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, massimo
responsabile in vaticano della questione matrimoniale in
quanto presidente del Consiglio Pontificio per la
famiglia, ha rilasciato un'intervista a LaRepubblica,
pubblicata il 27/10/05 a pag. 27, in cui l'alto prelato
adduceva come prova scritturale anti-divorzio il
capitolo 19 di Matteo. Addentrandoci nella lettura
potremo trovare al versetto 9 questo comando di Gesù:
"Io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, se non
a causa di fornicazione, e ne sposa un’altra commette
adulterio". Anche nel famoso Sermone del Monte,
precisamente in Matteo 5:32, Gesù disse che "chiunque
divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione,
la rende soggetta all’adulterio, e chiunque sposa una
donna divorziata commette adulterio". Con questo Cristo
spiegò che se un uomo divorzia da sua moglie per motivi
diversi dalla "fornicazione" (pornèia) da parte di lei
la espone a un futuro adulterio; e ciò perché la moglie
che non ha subito adulterio non è libera di sposare un
altro uomo e avere rapporti sessuali con lui. Quando
disse che chiunque "sposa una donna divorziata commette
adulterio", Cristo si riferiva a una donna divorziata
per motivi diversi dalla "fornicazione" (pornèia). Una
donna del genere, pur essendo divorziata legalmente, non
era divorziata scritturalmente.

Quindi, se uno dei due coniugi commette un atto di
pornèia l'altro può chiedere legittimamente il divorzio
dinanzi a Dio, in quanto è il reo che ha separato di
fatto le loro "carni" unite dal sacro vincolo facendone
entrare un'altra. La vittima può dunque decidere di non
perdonare il coniuge fornicatore ma di divorziare
legittimamente e di risposarsi dinanzi a Dio; il reo no,
a meno che non si penta sinceramente di quanto ha fatto.
Sulla sincerità e le colpe reciproche che hanno portato
a quel gesto poi sarà una questione personale tra i
soggetti e Dio su cui la chiesa di appartenenza non può
e non deve intervenire negando prerogative essenziali
quali, per quella cattolica, i sacramenti e la sua
amorevole benignità alle "pecorelle smarrite", senza tra
l'altro fare alcuna distinzione tra reo e vittima!

Questo è quanto riporta la Bibbia tanto sbandierata dal
cardinale. Per fortuna Dio è molto più clemente e
amorevole di molte religioni che si definiscono
"cristiane".



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