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Contrastare la "Zappaterizzazione" dell'Italia Riceviamo. Argomento proposto da FABRIZIO TARANTO

Conosciamo da sempre la sinistra, le sue
caratteristiche, il suo linguaggio, il portato
devastante del suo messaggio per i pilastri tradizionali
della società più sana in cui noi abbiamo sempre creduto
e che ora più che mai continuiamo a ritenere essenziali:
Patria e Famiglia.


Anche per questo, non può passare inosservata ai nostri
occhi l’evoluzione che caratterizza questo
centrosinistra, che si avvicina all’appuntamento
elettorale della prossima primavera senza nemmeno
mascherare più che tanto la propria pericolosità per le
scelte, anche e soprattutto etiche, che esso si propone
di attuare.


Sì, perché dal 1996 ad oggi molte cose sono cambiate in
quella coalizione: dal “Prodi uno” di allora, proteso a
convergere “al centro” e al tempo stesso a giustificare
con malcelato imbarazzo l’alleanza - “solo tecnica” per
carità – con i comunisti non pentiti della Rifondazione,
al “Prodi due” odierno che ha saputo trasformare,
attraverso il meccanismo delle primarie, Bertinotti in
un organico Vice Premier, dando contemporaneamente ampio
spazio a tutti gli esponenti di una politica che, perse
le caratteristiche del moderatismo, appare sempre più
“di sinistra” e sempre meno “di centro”.


In questo quadro si è passati dall’esaltazione di Blair
del passato a quella odierna di Zapatero: non c’è che
dire, un bel progresso e una bella premessa.

Il Primo ministro spagnolo, dopo aver scardinato con le
note e discusse leggi in materia di etica i cardini
morali di una società da sempre attenta a religiosi
principi come quella spagnola, è piombato – in un solo
anno di governo – ai minimi storici del consenso
popolare: lo dicono i sondaggi.


Riferiva recentemente il Corriere della Sera di come il
52,3% degli Spagnoli non abbia più fiducia nel Capo del
Governo (la percentuale sale a quasi il 62% fra i
giovani sotto i trent’anni) a fronte di un misero 30,2%
che ancora crederebbe nel programma di Zapatero.

Fra le ragioni si citano “i timori di disintegrazione
della Spagna e l’immigrazione selvaggia”, “dopo gli
assalti dei clandestini alle frontiere di Ceuta e
Melilla”.

Persino “Repubblica” è stata costretta ad ammettere che
“il calo di popolarità del premier è improvviso e
vistoso”.

Ed è ancora viva l’impressione dei milioni di Spagnoli
scesi in piazza nel recente passato, a fianco della
Chiesa, per protestare contro le devastanti leggi in
materia di matrimoni, di coppie di fatto e di
omosessualità.


Tutto ciò però sembra non preoccupare affatto i
“sinistri” di casa nostra, affaccendati nel riproporre
Pacs, diritti per coppie di fatto eterosessuali e non,
per finire nella più recente proposta tesa
all’abolizione del Concordato e quant’altro.

Sarà finalmente felice il noto protagonista di un film
di Nanni Moretti di qualche anno addietro: Prodi, e
ancor meglio i colonnelli della sua coalizione, ne
stanno dicendo di “cose di sinistra”.


A noi – di certo - questa “zapaterizzazione” dell’Italia
non piace e preoccupa assai. Sarà questo il terreno che
“perderà” una sinistra ancora ebbra della tracotanza per
la vittoria alle regionali, soprattutto se la Destra
saprà riappropriarsi di una politica da sempre “nostra”,
a difesa dell’Etica, della Famiglia e della Nazione.

Noi ci siamo e ci saremo.

Di questi temi molto dovremo discutere, come sappiamo
fare e secondo i principi del nostro dna politico, nelle
prossime settimane: nei mesi che ci separano da un
confronto elettorale da non perdere, per non permettere
all’avversario di sempre di “zapaterizzare” la nostra
Italia.



GdS 20 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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