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Una indesiderata strenna natalizia: la Valmalenco ringraziaRiceviamo. Argomento proposto da RABBIOSI FRANCO e MASCHERONI DANIELA

Una
indesiderata strenna natalizia: la Valmalenco ringrazia.

Il 29 novembre scorso, la Regione Lombardia - Struttura
Valutazioni di impatto ambientaleha spresso parere
positivo in merito alla compatibilità ambientale del
progetto presentato dalla Società IMI-FABI S.p.A., per
derivare le acque del torrente Mallero a scopo
idroelettrico.

Una strenna natalizia di cui la Valmalenco avrebbe
sicuramente fatto a meno! Ricordiamo che nel maggio
scorso il nostro Gruppo, consapevole dell'importanza, ai
fini del rilascio della concessione idroelettrica, del
parere della Regione Lombardia in merito alla
compatibilità ambientale dell'opera, aveva dedicato al
progetto in sé e al suo iter burocratico,

un notiziario che era stato diffuso capillarmente nella
valle grazie all'impegno di numerose persone.
Precedentemente due raccolte di firme, trasmesse in
Regione e in Provincia, avevano testimoniato la
preoccupazione di residenti e turisti nei confronti del
progetto.

Contavamo fino ad oggi sulla altrettanto netta
opposizione del Comune, della Provincia e della Comunità
Montana. Purtroppo, dalla lettura del recente atto della
R.L., veniamo a sapere che l'opposizione è rimasta tale
solo per quanto riguarda l'Amministrazione Comunale,
mentre la

Provincia e la Comunità Montana il 18.4.2005, in sede di
riunione tecnica presso la Regione Lombardia, hanno
espresso rispettivamente una “valutazione di coerenza e
compatibilità dell'opera” e un “parere favorevole”.
Eccoci quindi servito uno dei tanti balletti con
giravolta degli Enti territoriali. Quanto avevamo
previsto nel nostro notiziario di maggio

si è puntualmente avverato. Purtroppo! Cos’è cambiato?

Dei quattro progetti (A, B, C, D) presentati dalla
Società IMI-FABI, la Regione ha preferito il

D che prevede, a parte l'opera di presa a valle di San
Giuseppe che è uguale per tutti i progetti, una galleria
di derivazione in sponda destra lunga 2200 m che
aggirerà all'interno della montagna le vecchie cave e
avanzerà tramite l'abbattimento della roccia con
esplosivi. Il materiale di risulta verrà trasportato,
mediante autocarri, alla miniera della stessa IMI-FABI
in località Valbrutta. Il quantitativo di materiale
estratto sarà di 34.000 m3 e andrà in gita turistica
dalla valle del Mallero a Campo Franscia. Però
comodamente su dei camion! Avanti e indietro (calcoliamo
almeno 3400 viaggi!). Dobbiamo comunque essere contenti
perché, secondo la Struttura di VIA, questa è “la
soluzione più confacente in quanto idonea a conseguire i
seguenti risultati: maggiore energia prodotta,
possibilità di ispezionare la zona di presa risalendo la
galleria sotterranea anche quando neve e valanghe
impediscono l'accesso dalla strada, migliore indice di
compatibilità economico- ambientale”.

Grandi vantaggi, per l'IMI-FABI certamente, per noi
forse un po' meno!

La centrale di produzione è prevista nel piazzale della
Società Serpentino d'Italia. Sempre dal documento della
Regione (scaricabile dal nostro sito

gruppovalmalenco.valtellina.net ) notiamo che:

Poca importanza viene dato al nuovo Piano Regolatore del
Comune di Chiesa (approvato recentemente dalla Regione
stessa) che limita la possibilità di realizzare
centraline idroelettriche solo lungo un breve tratto del
torrente Mallero, in zona artigianale, o su acquedotti.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
recentemente presentato dalla Provincia non prevede
alcuna tutela per il torrente Mallero. Di certo
assisteremo ad uno scontro tra Piano Regolatore
Comunale, che tutela l’area interessata, e PTCP che non
lo fa.

La Provincia contro un Comune: è gia successo a Castione
ed il Comune ha perso. Non è stata per nulla colta da
parte della Regione la deliberata  operazione del
produttore di presentare un progetto con opere
mastodontiche al fine di giocarsi la possibilità di un
potenziamento futuro senza spendere un euro! c'è un
riferimento al Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale di Sondrio. Si dice che il Piano è “ancora
in fase di elaborazione” e che quindi non si può far
riferimento ad

esso per la conformità del progetto di derivazione allo
strumento di pianificazione. Questo sospirato Piano, che
è stato sbandierato dalla Provincia quale strumento
principe per una attenta salvaguardia del territorio e
delle acque, temiamo che sarà  licenziato quando si


saranno ormai consumati i danni provocati dalle
numerosissime richieste per lo sfruttamento dei “piccoli
salti” e conseguentemente portati a buon fine gli affari
più golosi. Non possiamo esimerci, alla luce degli
ultimi fatti e di quanto ribadiamo da più di un anno, di
manifestare nei confronti della posizione assunta dalla
Provincia, in merito alla questione delle

richieste di derivazioni idroelettriche, e dei “piccoli
salti” in particolare, un profondo scontento. Proprio
chi ha fatto della difesa delle “nostre acque e del
nostro territorio” il proprio cavallo di battaglia in
campagna elettorale e tema di continuo bombardamento
mediatico successivamente, ha assunto un atteggiamento
sempre più ambiguo, nascondendosi dietro a

silenzi o rilasciando dichiarazioni alle quali non sono
seguite scelte concrete. Ne sono esempi:

• le lungaggini nel licenziare il PTCP;

• il trincerarsi, in modo pilatesco, dietro quelle leggi
europee e nazionali che incentivano la produzione di
energia da fonti rinnovabili, volendone ignorare
l'aspetto ormai palesemente speculativo;

• gli incomprensibili pareri favorevoli, sia in
conferenza dei servizi ( v. torrente Bocco), sia nelle
riunioni tecniche (v. torrente Mallero). Fa eccezione
l’opposizione alle domande di derivazione in Valfontana
a Ponte in Valtellina dove, a nostro avviso, la
Provincia ha voluto evitare uno scontro duro con la
popolazione sul tema delle acque legato all’utilizzo
agricolo.

Per non parlare dei forti condizionamenti che la stessa
Provincia ha posto in essere versoi

Sindaci dei Comuni interessati. Ci sembra quindi che, al
di là dei roboanti proclami, nulla si sia fatto e che
stiano emergendo sempre di più le vere finalità di
questa Amministrazione Provinciale.

E' innegabile che il parere espresso dalla Struttura di
VIA rende più difficile la battaglia contro la
realizzazione del progetto IMI-FABI, ma non tutto è
perduto. Contiamo sull'opposizione del Comune (non
lasciamolo solo in questa battaglia!), che comunque non
sarà sufficiente in sede

di conferenza dei servizi. Lavoriamo e mobilitiamoci
affinché Provincia e Comunità Montana rivedano le loro
posizioni: l'appello è rivolto a quanti (cittadini,
associazioni, turisti) hanno a cuore acqua e territorio.

F.to x GRUPPO VALMALENCO
Rabbiosi Franco

Mascheroni Daniela



Lungi da noi l'entrare nel merito visto che per farlo
bisogna conoscere le cose. Ci esprimiamo pertanto solo
su ciò che conosciamo:


1) Legislazione. In uno Stato di diritto le leggi devono
essere rispettate. Se, come in questo caso, per ragioni
reali e ritenendo che il fine giustifichi i mezzi, si
operasse diversamente, finisce male perché si perdono i
ricorsi. Pesa l'orientamento generale favorevole alle
fonti di energia rinnovabili (anche se poi i Verdi a
Roma sono, giustamente, per questa soluzione e poi
quando si tratta di passare alla realizzazione
dell'eolico vanno a braccetto dalla Sardegna alla Puglia
per opporsi localmente e bloccare le realizzazioni).

Tanto per essere chiari va aggiunto che non si può
essere contro a 360 gradi perché così facendo si perde
su tutta la linea. Occorre cercare di portare a casa il
più possibile. Scandalizzeremo gli interlocutori ma
diremo che, tecnicamente, per il Torreggio sarebbe un
bene sottrarre acqua a quell'alveo con i due versanti di
pappa molla, per giunta laminando le piene...


2) PTCP. Il Piano é all'esame dell'apposita Conferenza
dei Sindaci che ha 90 giorni per prinunciarsi (ora ne
rimangono circa 60). E' stato riconosciuto un po' da
tutti che é andato avanti in questi mesi alla massima
velocità compatibilmente con la complessità. Per le
acque va oltre le possibilità effettive pur di tutelare.
Non confligge con il PRG di Chiesa che é libero di fare
le sue scelte anche se non indicate nel PTCP.

Infine, dopo il parere della Conferenza e quindi
l'adozione da parte del Consiglio provinciale, tutti,
quindi anche il Gruppo Valmalenco, possono fare secondo
legge le loro osservazioni al Piano.

Tanto per quanto da noi conosciuto
NdR



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