Comunicato della Democrazia Cristiana di Valtellina e Valchiavenna
Gli amici della Democrazia Cristiana di Valtellina e
Valchiavenna, letto a pagina 15 del quotidiano “La Provincia di
Sondrio” in data 20 aprile 2004, l’articolo dal titolo “Guerra
sullo scudo tra UDC e la DC – Aili: Se credono nella Democrazia
Cristiana, vengano con noi”, precisano quanto segue:
1) La D.C. di Valtellina e Valchiavenna non è né si sente in
guerra con nessuno, né della Casa delle libertà né dell’Ulivo.
Per quanto riguarda il simbolo c’è una vertenza promossa
dall’UDC che ha avuto fasi alterne e che è tuttora in corso.
Evidente che teniamo allo Scudo Crociato in quanto simbolo e
ricordo di una lunga ed entusiasmante esperienza, ma per noi, al
contrario dell’UDC, non si tratta di una questione che sembra
essere di vita o di morte. Se c’è lo Scudo bene. Se non c’è
resta comunque quello che conta: “DEMOCRAZIA CRISTIANA DI
VALTELLINA E VALCHIAVENNA”
2) Il responsabile dell’UDC Michele Aili scrive “Invito gli
amici di quel Partito che mi tocca chiamare <sedicente>
democrazia cristiana a fare una riflessione, perché rischiano di
presentare una lista alle provinciali che potrebbe venire non
ammessa alla competizione”. Premesso un ringraziamento per il
consiglio e l’informazione che ovviamente si sa già cosa fare in
ogni circostanza, una serena messa a punto per il sorprendente
aggettivo aggiunto al nostro Partito. L’UDC può sofisticare
aprendo un contenzioso sul simbolo. Per questo tranquillamente
ci rimettiamo alla Magistratura, e se ci fosse da cambiare
cambieremo. Sul nome del Partito però il “sedicente”, termine
che potrebbe anche essere offensivo, è del tutto fuori posto.
Nessuno infatti dei vari tronconi nei quali sono confluiti i
democristiani ha avuto uno scatto d’orgoglio per la dignità
d’una lunga storia fondata sui valori chiamando la propria
formazione politica con quel nome che rappresenta chi ha portato
l’Italia, partendo dalla condizione postbellica assolutamente
miseranda, nella ristretta cerchia dei Paesi all’avanguardia:
DEMOCRAZIA CRISTIANA. Noi siamo la Democrazia Cristiana nel
terzo millennio. Pochi o tanti non importa anche se il Partito è
aperto a chiunque abbia nel cuore la DC e i sui valori. E’
aperto anche, fra gli altri, agli amici dell’UDC che vogliono
tornare nelle fila della Democrazia Cristiana. Tanto dovevamo in
risposta alla domanda perché noi non aderiamo all’UDC facendo un
solo Partito, ma intendiamo precisare ulteriormente.
3) Non aderiamo infatti all’UDC, non ci associamo né a Polo né a
Ulivo per coerenza con i valori che richiamiamo. Un
maggioritario del tutto imperfetto sta provocando guasti seri,
determinando, di fatto, una lotta a coltello tra due
Federazioni, al cui interno poi alta è la rissosità e forte il
diritto di veto. Il Paese, così come la Provincia, avrebbe
bisogno, quantomeno per le cose che più contano, della ricerca
di una sintesi con il contributo di tutti, dato che nessuno è
depositario della verità. In realtà la sostanza dei problemi,
cosa che interessa al cittadino, passa in secondo piano rispetto
alla posizione politica. Il Paese, la Provincia, hanno bisogno
di qualcuno che nei momenti che contano ponga l’attenzione di
Istituzioni, società civile, stampa, prioritariamente sui
problemi, sui contenuti, raccogliendo anche le proposte delle
minoranze, quale ne sia il colore, se utili per migliorare i
provvedimenti proposti dalle maggioranze, quali ne sia il
colore. C’è bisogno quindi di qualcuno non legato a logiche di
schieramento, provvisto di senso della res-publica, credibile
nelle sue valutazioni, di consenso e di dissenso, proprio perché
fuori della dialettica tradizionale che concorra alla crescita
della comunità. Di qualcuno che sia libero.
Quanto alle possibilità di affermazione si sa che la crescita
richiede del tempo, ma questo interessa meno. Se infatti è vero
che i numeri in democrazia sono importanti è anche vero che in
determinate occasioni conta invece, e enormemente, la posizione
politica. Siamo in un momento talmente delicato, per il Paese
come per la Provincia, che più che i 38 deputati, 31 senatori,
due ministri, due viceministri, diversi sottosegretari di cui
parla Aili, conta essere liberi da qualsiasi tipo di
condizionamento. E’ in una posizione di libertà, di autonomia
che si possono esprimere le idee e le proposte di maggiore
interesse per i cittadini.introducendo un elemento di novità, -
la saggezza d’un tempo che per sua natura non ha tempo -, nella
vita politico-amministrativa della provincia progressivamente
caduta di livello con l’affievolirsi delle occasioni di
partecipazione.
Elemento di novità che si chiama Democrazia Cristiana con
Cardelio Pruneri candidato alla Presidenza della Provincia,
Gianni Lisignoli indicato per le elezioni europee, e 24 amici
che si presenteranno nei 24 collegi delle Valli dell’Adda e
della Mera.
Ahimé, si impone un supplemento. Visto il pesantissimo
intervento nell’articolo pubblicato in data odierna – 21 aprile,
Natale di Roma -, a pagina 16, con ampie citazioni del sen.
Pietro Cherchi dell’UDC, la Democrazia Cristiana di Valtellina e
Valchiavenna usa della saggezza di cui s’è detto prima, alla
polemica – che pure sarebbe giustificatissima – preferendo il
distacco con quella calma che è notoriamente la virtù dei forti.
Questo sapendo che se anche come simbolo presentassimo
l’immagine dei due nostri fiumi, l’Adda e la Mera, e
scegliessimo di chiamarci “Amici dell’Adda e della Mera”
l’artiglieria UDC tuonerebbe ancora perché la vera, profonda
ragione è che dà enormemente fastidio la posizione politica che
noi, democratici cristiani, liberi da vincoli di schieramento,
abbiamo scelto. Una posizione che a qualcuno fa paura perché si
tratta di quella posizione che derivava dai valori e che
conseguentemente fece grande la DC di un tempo rendendo un
grandissimo servizio al Paese.
Democrazia
Cristiana di Valtellina e Valchiavenna
Gds - 20 IV 2003 -
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