Da che pulpito...

Pubblichiamo,
ovviamente senza commenti perché così é giusto fare per i
"Contributi" - salvo motivate eccezioni - lo scritto di Valerio
Delle Grave, solo incidentalmente facendo rilevare che
"onorevole" é un termine corrente che contraddistingue deputati
e senatori (anche, per fare due sole citazioni l'on. Toni Negri
e, per altri versi, l'on. Ilona Staller, in arte - si fa per
dire - "Cicciolina"...)

NdD.



Il sig. Alberto Frizziero, ex sindaco di Sondrio, con una
lettera inviata a più di mille persone, e io tra queste, ha
tentato di rispondere garbatamente e senza enfasi agli onorevoli
La Russa di AN e Bossi della Lega Nord.

Prima di entrare nel merito della lettera, vorrei osservare che
non capisco perché bisogna apostrofare Bossi con l’appellativo
di Onorevole, dal momento che:

ha ripudiato la bandiera italiana,

ha denigrato il Parlamento Italiano,

ha tentato la secessione della Lombardia dallo stato Italiano,


ha disconosciuto fino l’altro ieri tutto quello che veniva
emanato da “Roma ladrona”, tranne i lauti compensi e privilegi
da parlamentare.

Infine, da militante comunista qual’era, è diventato capo di una
accozzaglia di neoricchi invasati e xenofobi , appunto della
Lega Nord. Ma tant’è.

All’avvocato La Russa l’appellativo di Onorevole gli va come a
tanti altri, non fosse che per la sua coerente militanza nella
destra fascista e anche per una questione di equità con i suoi
colleghi dell’estrema sinistra. Mi ricordo quando lui e i suoi
camerati milanesi di “Ordine Nuovo”, organizzavano manipoli di
manganellatori contro i cortei operai in lotta per i rinnovi dei
contratti e per le riforme, e quando assieme, anche se su fronti
contrapposti, con i “compagni di Lotta Continua e Avanguardia
Operaia” organizzavano blitz provocatori contro la polizia per
creare il caos nelle piazze.

Erano gli anni caldi della contestazione e molti dei capipopolo
di estrema destra e di estrema sinistra, protagonisti di quelle
torride giornate, sono diventati, appunto, onorevoli. Anche
questi ultimi non rientrano nelle mie simpatie, ma ne prendo
atto.


Frizziero se la prende coi due perché: l’uno dai banchi
dell’aula parlamentare e l’altro in alcuni pubblici comizi,
hanno insultato i democristiani e gli ex democristiani, oggi
sparpagliati qua e la nei due schieramenti e anche tornati a
casa propria (come Lui ama definire se stesso), chiamandoli
ladri.

Bossi è anche andato oltre, quando con eccesso di sarcasmo, poco
stile e nessun rispetto umano, riferendosi ai guai che hanno
coinvolto l’On. Andreotti, ha commentato: “dopotutto Lui
appartiene a quella classe che ha portato l’Italia alla rovina".


Evidentemente Bossi si dimentica che grazie alla DC e ai suoi
uomini migliori, egli ha potuto svolazzare qua e là in piena
libertà e disponibilità di mezzi, cosa che il fondatore della
sua città non gli avrebbe permesso mai. Sorvoliamo.


Ora, io non voglio entrare nel merito delle vicende giudiziarie
Andreottiane, mi limito solo ad osservare, con molta amarezza
(al di la di come si concluderà) , che da questa vicenda e da
quella più tragica che ha coinvolto Craxi, la classe politica e
istituzionale Italiana ne esce con le ossa rotte. E con
altrettanta amarezza osservo che i superstiti della debacle che
ha travolto i due partiti (DC e PSI), anziché fare quadrato
attorno alla parte migliore e sana dei suoi dirigenti, ha
preferito rinunciare alla lotta, farsi da parte, scappare,
nascondersi. Perché?

Solo per colpa di personaggi disonesti? Solo per colpa di una
stampa irresponsabile e forcaiola plagiata da una magistratura
giustizialista e smaniante di protagonismo? Forse è stato solo
per pavidità. E’ ancora presto per saperlo, anche se qualche
segnale comincia ad essere percepito.

Capisco il risentimento di Frizziero e di tutti i democristiani
onesti, seri, laboriosi e sinceramente democratici, quando si
sentono apostrofare con insulti così pesanti, gratuiti e
generalizzati; soprattutto li capisco quando guardo al pulpito
da cui vengono lanciati gli anatemi. E li capisco ancora di più
quando osservo le tiepide reazioni, per non dire gli
ammiccamenti, di certa sinistra raffazzona che continua ad
ostentare “purezza e trasparenza”, dimenticando i circa trent’anni
di consociativismo, quindi di corresponsabilità nella gestione
pubblica del Paese.


Ma torniamo ai democristiani.

Condivido senz'altro quanto sostenuto da Frizziero sulla

”materia rubata e a chi” da parte di coloro che hanno militato
e lavorato richiamandosi ai valori su cui si fonda la nostra
società civile e su cui si basa anche la nostra Costituzione;
che hanno lavorato con onesti e sani principi perseguendo
soprattutto il bene comune e non i propri personali e biechi
interessi.

Però, bisogna anche ammettere che purtroppo nelle file dei
partiti al potere (DC e altri) ci sono stati personaggi più o
meno occultati e più o meno espliciti, che hanno esercitato il
potere per il potere, che si sono fatti gli affari propri, che
hanno rubato al popolo e allo stato, che hanno tradito gli
ideali di partito, che hanno tradito la fiducia degli elettori e
anche quella dei loro colleghi onesti..

Pur non essendo stato democristiano (sono stato e sono militante
e dirigente sindacale della CISL), so cosa significa rubare
tempo, affetto, tranquillità, denaro, svago e altro ancora alla
propria famiglia e ai propri cari. So cosa significa anteporre
sempre i problemi degli altri ai propri, e spesso al limite
della trascuratezza.

Nel mio caso e in quello di tanti miei colleghi, so cosa
significa esporre se stessi (e qualche volta

anche la propria famiglia) al costante rischio di pubblico
ludibrio per eccesso di zelo nella gestione dei conflitti tra le
parti, a tutela di chi rappresentavamo.

So cosa significa anche spendersi con disinteressata generosità
per aiutare talune persone e, come ricompensa, vedersi poi
togliere dalle stesse il saluto.

So cosa significa essere strumentalizzati, usati e anche spesi a
propria insaputa, per scopi contrari a quelli da te perseguiti.


In buona sostanza, so cosa significa bere quel calice amaro!


Certo, le recondite e mai sopite idee, erano, e lo sono ancora,
quelle di essere esempio nel fare (piuttosto che nel dire) per i
propri figli e nipoti e per coloro, soprattutto giovani, che ci
osservavano; quelle per dovere e riconoscenza verso chi ci aveva
trasmesso e insegnato con l’esempio il senso della vita naturale
e i valori fondanti su cui si basa quella civile; quelle di far
fruttare i talenti consegnateci, secondo il dettato evangelico,
ma anche secondo un convincimento ideale e democratico di
responsabilità, di libertà, e di giustizia per il bene comune.

La fame e sete di giustizia era per noi la costante insaziabile!
Convinti come eravamo che la giustizia sarà sempre una costante
per ogni persona umana degna di questo nome, che (e se) avrà la
pazienza e la costanza di osservare con spirito critico quello
che si muove attorno a se stessa e conseguentemente avrà la
volontà e il coraggio di affrontare con spirito libero e
finalizzato al bene comune i nuovi problemi che nascono nella
società in evoluzione.


Per tornare alla lettera di Frizziero, soprattutto guardando in
prospettiva, non penso che l’idea di rifondare la DC sia un
obiettivo da perseguire; concordo con Lui che sarebbe tempo
perso.

Mentre sarei d’accordo sulla necessità di reperire luoghi, stati
d’animo, pensieri, volontà, aspirazioni e persone che si sono
cimentate, spendendo del proprio, per il bene dell’Italia post –
bellica, perché con rinnovata fiducia, forti di esperienze e di
sofferenze accumulate, spesso in ombra rispetto ai notabilati e
ai potenti di turno, aiutino le giovani generazioni ad
affrontare le sfide del futuro, senza minimamente disperdere
quel grande patrimonio di conquiste sociali, di libertà
democratiche, di crescita civile e di progresso economico che ha
fatto grande l’Italia, dopo averla riscattata dalle distruzioni
causate dal ventennio fascista e dagli orrori della guerra
civile.

Personalmente non mi sono mai appassionato troppo alle
celebrazioni perché spesso nascondono una sorta di narcotico per
le coscienze, soprattutto per quelle cattive. Sono però convinto
che riproporre il pensiero e l’opera di taluni personaggi che
sono appartenuti alla migliore DC, cito per tutti Ezio Vanoni,
sia doveroso per chi si pone seriamente il problema di aiutare
il Paese a superare la crisi di valori e di prospettiva in cui
si trova attualmente.

L’occasione è propizia anche per l’imminenza dell’Europa
allargata e soprattutto nel momento del varo della Costituzione
Europea, la quale si attende anche nostri contributi.


IL futuro, purtroppo, non siamo noi (caro Frizziero) ma noi
possiamo aiutare le nuove generazioni a renderlo migliore di
quello che rozzi voltagabbana, affaristi, speculatori,
azzeccagarbugli, imbroglioni e avventurieri, lo vorrebbero
proporre e gestire per il loro esclusivo tornaconto.
Valerio Delle Grave


GdS - 28 XI 02 - www.gazzettadisondrio.it

Valerio Delle Grave
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