C'ERANO UNA VOLTA I GIORNI DELLA MERLA. IL RISCHIO CHE CORRIAMO

di Luca AlessandriniUna tradizione che vien da lontano - Gli strani giorni della merla 2002 - Perché non provare? - Il rischio


UNA
TRADIZIONE CHE VIEN DA LONTANO


I tre giorni della merla, il 29, 30 e 31, una tradizione che
viene da lontano e che vuole che siano i tre giorni più freddi
dell’inverno.

Tanto freddi che una merla, che allora aveva le piume bianche,
intirizzita, ma al tempo stesso preoccupata per i suoi
figlioletti, non trovò di meglio che andare a posarsi su un
camino. Ci stette tre giorni, perché il gelo impediva persino di
volare. Poi arrivò fortunatamente febbraio. Pallido fin che si
vuole ma il sole riuscì a ridare vita e speranza. Merla e
figlioletti poterono stirarsi, riaprire le ali e volare. I tre
giorni sul camino però avevano prodotto una profonda
trasformazione nel piumaggio, divenuto nero per la fuliggine,
nero senza rimedio.

Da allora i merli nacquero tutti neri.

Una storiella che ha infinite varianti da posto a posto. Una
cosa é però in comune a tutti: la data. I tre ultimi giorni di
gennaio considerati appunto i più freddi nonché una specie di
cartina di tornasole dato che in base a come si presenta il
tempo gli esperti sanno trarre indicazioni per come sarà il
clima dell'anno.

Non conta che qualche metereologo si sia affannato a dimostrare
che non tutti gli anni é così, che anzi le medie dicono che c'é
qualche altro giorno più freddo. La tradizione non si é spenta.
O meglio, la tradizione non si era spenta.

GLI
STRANI GIORNI DELLA MERLA 2002


Che dire infatti di questi strani giorni della merla del 2002?

Non c'é un anziano che ricordi l'evoluzione di queste ultime
settimane:

- un mese e mezzo e più sotto zero, anche di giorno,

- la neve desolantemente assente in tutto l'arco alpino e invece
presente nel Sud Italia anche in città e zone per le quali la
neve poteva definirsi evento secolare,

- la mitezza del clima di fine gennaio.

PERCHE'
NON PROVARE?


Cosa bolle in pentola? E' il buco dell'ozono? E' un cambiamento
climatico mondiale (visto che stanno aumentando i ghiacci
dell'Antartide e pericolosamente riducendosi quelli
dell'Artide)? E' l'uomo che condiziona?

Una volta, a proposito di tradizioni, nel caso di fenomeni
naturali avversi, come ad esempio la siccità, si teneva nella
chiesa del paese la "novena". Qualche volta funzionava.

Perché non riprovare? Non si sa mai.

IL
RISCHIO


Saltata la stagione della neve, - forse ne verrà ma sarà una
cosa diversa -, seguirà la stagione delle piogge, con il terreno
non in grado di assorbire le cateratte del cielo. C'é da
prepararsi sin d'ora. Speriamo di essere smentiti, ma il rischio
potrebbe esserci. E con questo le frane.

Uomo avvisato mezzo salvato. Alla condizione che si dia retta
all'avviso.
Luca Alessandrini


GdS - 28 I 02


                       




                                            



                                             

Luca Alessandrini
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