Gli altri: "NO ALL'ELETTRODOTTO LIENZ CORDIGNANO" dal Corriere delle Alpi

dal Corriere delle Alpi

Gli altri che fanno in tema di problemi
idroelettrici?

Crediamo utile portare a conoscenza dei valtellinesi la
posizione dei bellunesi su un progettato elettrodotto molto
simile al nostro San Fiorano - Robbia. Lo facciamo riprendendo
un articolo
del "Corriere delle Alpi" del 15.4 scorso. E se qualcuno ne
volesse sapere di più indichiamo un indirizzo al quale
rivolgersi: noelettrodotto@cansiglio.org


L'articolo del "Corriere delle Alpi"
Sindaci e Comunità Montane trovano l'unità nell'incontro
promosso dal Presidente della Provincia a Palazzo Piloni.
Contro l'elettrodotto nasce il fronte del no.
De Bona: «Incostituzionale averlo inserito nella Legge
obiettivo»


"BELLUNO. E' nato ieri pomeriggio un fronte del no
all'elettrodotto Lienz Cordignano. Lo guida lo stesso Presidente
della Provincia Oscar De Bona che ha ricevuto dai Sindaci e dai
Presidenti delle Comunità Montane i cui territori dovrebbero
essere attraversati dall'opera la delega a chiedere alla Regione
di impugnare il progetto. I motivi sono spiegati dallo stesso De
Bona.

«L'elettrodotto è inserito nella Legge-Obiettivo, ma ciò è
incostituzionale». La Legge-Obiettivo, varata dal governo Berlusconi, interviene in questo caso su una materia che è stata
completamente delegata alle Regioni con le leggi Bassanini. «Nei
giorni scorsi, in preparazione di questo incontro con gli
amministratori», racconta De Bona, «abbiamo chiesto un parere
legale da cui emerge chiaramente un vizio di costituzionalità.
Ora scriveremo alla Regione chiedendo che impugni il progetto».

Il fronte degli amministratori si è compattato nel corso della
riunione che si è svolta ieri pomeriggio a Palazzo Piloni dove,
oltre ai Sindaci erano presenti anche i rappresentanti delle
cinque Comunità Montane interessate (Comelico e Sappada, Centro
Cadore, Longaronese, Belluno Ponte nelle Alpi e Alpago). «Alcuni
Sindaci erano possibilisti nei confronti del progetto», dice
ancora De Bona, «nel caso in cui fosse stata garantita per
iscritto l'eliminazione dell'attuale elettrodotto da 220 volt.
Ma, per non minare l'unità, hanno deciso di aderire al fronte
unitario che si schiera contro la costruzione
dell'elettrodotto».

Le ragioni di questa decisione, dice De Bona, «sono dovute al
fatto che la nostra è una provincia sfruttata, piena di servitù
e senza i privilegi economici che da cinquanta anni hanno altri
territori. Lo facciano altrove, l'elettrodotto. Al momento
questa è l'unica posizione possibile». Se la Regione accoglierà
le richieste degli amministratori bellunesi potrebbe ricorrere
alla Corte Costituzionale. «Nel caso in cui la Corte
Costituzionale fosse di parere diverso dal nostro vedremo il da
farsi, ma credo che in quel caso ci saranno ampi spazi per una
battaglia di tipo politico».

L'altra novità emersa dalla riunione è la volontà di incontrare
il comitato dei quindici comuni trevigiani che si sta opponendo
alla realizzazione dell'opera. Una delegazione formata dal
Presidente della Provincia e dai Presidenti delle Comunità
montane dovrà prendere contatti con il comitato per studiare
strategie comuni, utili ad ostacolare la realizzazione
dell'elettrodotto".
Red


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