Abbiamo scritto al giornale Alitalia: non é d'accordo e civilmente spiega perché
Spett.le Direttore,
sull'odierno editoriale sotto riportato, ho riscontrato
una serie di luoghi comuni superficiali sui quali non mi
dilungo, essendo materia tecnica che se vuole posso
approfondire in un "pezzo" a parte, E un grossolano
errore dettato da una minuscola cultura in materia, che
vorrei chiarire.
Il periodo:
"Apprezzabile tutto questo ma non ci va che, elevando il
numero di ore volate, si arriverà a 900. Pensiamo
infatti che un metalmeccanico ne lavora almeno il doppio
e un artigiano il triplo."
... indica chiaramente le 900 ore come presenza in
"fabbrica". Magari fosse, ne concederei 1200!
In realtà, in campo specifico, le ore di volo non sono
quelle di servizio, ma il tempo reale block to block,
ossia da quando un aereo toglie i tacchi alle ruote a
quando le rimette.
Il tempo di servizio viene conteggiato MA non pagato ed
include dalla presentazione (timbratura iniziale del
cartellino) il briefing sugli aspetti commerciali e
inerenti la sicurezza come prima formalizzazione del
crew (che ogni volta è nuovo, essendo i naviganti carte
di un enorme mazzo che ogni volta si rimescola), la
presa in consegna dell'aeromobile con i controlli di
sicurezza, l'imbarco, lo sbarco, il transito tra due
voli sperando di non dover cambiare aereo e ricominciare
la prassi. Servizio che può arrivare a
14 ore consecutive sul medio raggio e oltre le 18 per il
lungo. Consideri che sul medio 10 ore di servizio
corrisponde a 5 ore di volo (cinque, le uniche che vanno
nel computo delle 900 menzionate!).
Ma in Italia in quanti lavorano tutte queste ore
consecutivamente, in pressurizzazione, ionizzati dalle
radiazioni, in un tubo a 10 KM da terra, sparati a 800
km orari?
Inoltre vi invito a documentarvi su quante ore
effettuano in media le compagnie di riferimento.
Se poi per voi il riferimento è la sola low cost,
invitatela a volare sugli scali maggiori e a pagare le
relative tasse imposte dai grandi aeroporti invece di
batter soldi agli aeroclub allargati, desiderosi di
veder crescere l'indotto.
Documentatevi, siate corretti nel riportare le notizie
ed i vostri "pensieri", in quanto siete professionisti e
certi editoriali potrebbero erroneamente esser scambiati
per markette, da parte di attenti lettori.
Carlo Furiga (x)
(x) assistente di volo Alitalia
Questa la risposta subito fatta
alla lettera:
"OK. Pubblicheremo sul numero 7 del 10 marzo in rete un
paio di giorni dopo. Se vuole inviare un pezzo con i
chiarimenti che Lei dice ben venga.
Faccio comunque presente che quello che è stato scritto
sul nostro giornale non è altro che la "vox populi". Che
in questo caso non sarà "vox Dei" ma voce da correggere
però il fatto che sia stata fatta correre lascia pensare
che non sia stato fatto nulla - o fatto in modo
sbagliato - per far sapere come stanno effettivamente le
cose..
Per chi volesse leggere l'articolo basta cliccare qui
sotto sul suo titolo (a proposito: la serie di Amarilli
continuerà con il prossimo numero, in questo essendoci
la "coda" di Alitalia):
NdD
Il Paese va male. Le cose che non vanno. Occorre unire
gli sforzi. Occorre anche parità in tante cose, quella
che non c'é con la Cina, che quindi ci frega (1)
Amarilli
GdS 28 II 2005 - www.gazzettadisondrio.it
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