Abbiamo scritto al giornale 1) La nostra vita si sta complicando 2) I telefonini 3) TOPOLINO
1)
La
nostra vita si sta complicando
Abito ad Ostia dal 1984, mentre mia madre, pensionata,
vive a Collevecchio, a pochi chilometri da Roma. Scrivo
al giornale perché sono un po' amareggiata per aver
notato che da qualche tempo la vita si sta un po' più
complicando. Difatti é sempre più difficile andare
avanti con tranquillità e spensieratezza, specialmente
per i lavoratori dipendenti, come mio marito e per i
pensionati, come mia madre.
Oltretutto da quando c'é l'€uro non c'é stata mai la capacità di tenerlo
sotto controllo. I nostri stipendi e le nostre pensioni
stanno man mano perdendo il potere di acquisto, con
tutte le bollette che sono raddoppiate, abbigliamento,
libri scolastici, benzina, assicurazione auto, spese
condominiali, alimentari, di arredamento o semplicemente
per il tempo libero e molti altri generi senza un serio
controllo.
Per fare un esempio degli aumenti che subiamo
quotidianamente, basta ricordare il pane di Lariano che
é passato da 2 a 3 € al chilo od il prezzo del pesce
fresco che oramai ha raggiunto quotazioni incredibili. E
noi acquirenti andiamo inconsapevolmente alla cassa.
Adesso non ce ne accorgiamo neppure ma forse di questo
passo un giorno, se continuerà così potremmo avere un
amaro risveglio, a meno che non si provveda seriamente a
porre un freno a questi aumenti indiscriminati che, alla
fine dei conti, colpiscono sempre i soliti settori. E cioé i pensionati e i dipendenti. Probabilmente
dovremmo scordarci il rombo e ritornare, nostro
malgrado, al più economico pesce azzurro. Che comunque,
mi dicono, contiene molte proteine!
2) I telefonini
Scrivo per confermare solennemente un mio grave difetto,
anche se mi vergogno un po' a dirlo: io, sabina
trapiantata ad Ostia, moglie di uno statale e madre di
due ragazzi, non amo il telefonino. Appartengo a quella
esigua minoranza di cittadini che per fare una
telefonata vorrebbe ancora usare il telefono pubblico. Alcune
amiche mi dicono che il mio è un atteggiamento da snob. Ma
io non credo di essere così raffinata. La ragione per la
quale non amo il cellulare è molto più semplice: non mi
piace. Il telefonino squilla a scuola, al cinema, al
supermercato, al bar, al teatro, in Chiesa (ne sa
qualcosa Don Alberto!). Il telefonino squilla al
ristorante e tutti i clienti, simultaneamente, sfoderano
il proprio cellulare. E invece, è quello del cameriere.
Il telefonino squilla in volo e l'aereo rischia la
catastrofe. La gente, oramai, arriva anche a dormire con
il telefonino vicino il cuscino, come fa, del resto, il
mio primogenito Gabriele. Oltretutto induce al
turpiloquio. Infatti, con il telefonino siamo sempre in
contatto con tutti e tutto: marito, figli, cognati, ma
anche scocciatori vari che riescono inevitabilmente a
raggiungerci sempre nei posti più impensati. L'unico
vizio che il telefonino non asseconda è l'avarizia.
Perché ci fa spendere molto di più di quanto spendevamo
prima, usando il vecchio telefono fisso o a gettone. Ma
è dal punto di vista macro-economico che il telefonino
diventa un vero danno sociale. Infatti da quando ci sono
i telefonini, si studia poco, si lavora distrattamente e
si produce sicuramente di meno. Perché siamo sempre al
telefono per dire, molto spesso, parole inutili. Non
dimentichiamoci poi, che, mentre conversiamo, veniamo
ascoltati da poliziotti, carabinieri, giudici, agenti
segreti, radioamatori e semplici impiccioni, che vivono
con l'orecchio incollato ai loro apparecchi
d'intercettazione. Ed è per questi motivi che io, invece,
vorrei ritornare alle vecchie tradizioni, come facevano
i miei genitori ed i miei nonni. E, senza la forza di 3
e l'aiuto di Tim, Wind, Tiscali, Infostrada, Tele 2 od
Omnitel, in un mondo di schiavi della scheda telefonica,
vorrei tornare ad essere una gettone-dipendente.
TOPOLINO
Vi sembrerà strano ma, anche se ho più di quarant’anni,
vorrei parlarvi di Topolino, il giornalino preferito da
mio figlio Alessandro che ha 10 anni ma che legge anche
il mio figlio più grande Gabriele, che di anni ne ha
invece 18. Del resto Topolino lo leggono non solo i
bambini come Alessandro, ma lo leggono anche quelli che,
per motivi anagrafici e nonostante i capelli bianchi e
l'inclemenza del tempo -come per esempio mio marito
Mario che, sebbene abbia 50 anni, lo legge anche lui, di
nascosto quando va in bagno- non hanno rinunciato a
volare con la fantasia. Inoltre anche io, fin da
bambina, ho viaggiato spesso con l’immaginazione da
Paperopoli a Topolinia, attraverso i giornalini, ma
anche i films disneyani, che allora venivano ogni tanto
proiettati nella sala teatrale del mio paese d’infanzia,
Collevecchio, su un vecchio schermo addossato alla
parete. Di fatto i personaggi disneyani sono stati tanto
amati dai bimbi di ieri, quanto lo sono da quelli di
oggi. Loro sì che sanno farci divertire, raccontavo
raggiante a mio papà Rosato dopo che aveva letto in
pochissimo tempo il giornalino di Topolino che lui mi
aveva comprato poche ore prima, mentre giocherellavo con
dei vecchi pupazzi di Paperino e Topolino che erano
diventati logori a forza di usarli. Io penso che il
segreto del loro successo sta sicuramente nella
modernità delle storie. Certo, sarebbe comodo per noi
che ci barcameniamo tutti i giorni con i nostri problemi
familiari, di lavoro ed economici avere i poteri di
Super Pippo o disporre dei soldi di zio Paperone. Tra
Paperino e Topolino, però, confesso di preferire il
primo perché è simpatico e sfortunato e prende sempre un
sacco di fregature, proprio come me. Ma torniamo al
nostro discorso. Come non amare, inoltre, la fattoria di
Nonna Papera, Ciccio, Paperoga, Archimede, Pluto, Pippo,
Eta Beta e company insuperabili in quanto a simpatia.
Anche se allora ero piccola - avevo da poco compiuto 8
anni- mi è rimasta molto impressa la bellissima
copertina di Epoca del Natale del 1966, con Topolino che
piange, sotto l'albero di Natale, la morte di papà Walt.
A questo punto non mi rimane che sperare di vincere il
più presto possibile un week-end per quattro persone a Disneyland
Paris Per l'esattezza: Marne La
Valléè, posto dove piove sempre!.
Simonetta D¡¯Ippoliti
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