De gustibus..... Sondrio secondo Tiziana
Potrei anche dire Sondrio sparita perché della dicitura Città Alpina è rimasto poco. Tanto parlare di
mantenere la propria identità e poi ci si ritrova con un tappeto di erba finta, con delle sedie che
hanno più del parco giochi per l'infanzia, con dei colori, scritta all'esterno del Comune compresa,
che sono più da Costiera Amalfitana. Vasi di fiori dimensione Gulliver e la new entry stile Far West
all'entrata della città. Ora siamo quasi in tema natalizio e penso alle luci psichedeliche in Piazza
Campello con neve finta e alberi finti, faranno tendenza ma per me assomigliano molto a Las Vegas
o Natale a Dubai. Mentre guardo desolata le strade dove spuntano mascherine e deiezioni canine a
cui si aggiungono i bicchieri da asporto che non trovano posto nei pochi cestini, ormai
desaparecidos in periferia, penso che Sondrio stia somigliando sempre più ad una cover di altre città che non ci appartengono.
Concludo con una frase fatta: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, a voi l’ardua sentenza, ciò che penso l’avete inteso.
Tiziana
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Un'aria di malinconia diffusa, di implicita nostalgia, di ricordi forse anche struggenti pensando a quella Sondrio d'un tempo, di un paio o tre generazioni fa nelle parole di Tiziana. Ci aveva lasciata la scelta, se pubblicare con firma, se senza firma, se non pubblicare, così dimostrando di non avere cavalcato la tigre di quel pessimismo che potrebbe essere inteso come fonte delle riflessioni di cui sopra. Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace e certamente c'è da ragionare. Per esempio su quel tappeto di erba finta là dove c'erano intorno al monumento quattro semplici aiuole. Non s'è saputo mai nonostante le richieste perchè non siano state rimesse al loro posto quando lo fu il monumento. Cosa da poco? NO, perchè erano “la nostra piazza” oggi fredda nell'esser tutta di sola pietra, perfino nella zona davanti al Martinengo, Se le sedie colorate erano un'idea temporanea legata al virus, le aiuole ci auguriamo non lo siano. Confidiamo nel nuovo assessore dopo averne inutilmente sperato in precedenza che si ripristinasse quel che è stato tolto. A due passi di distanza c'è però un elemento di futuribile ottimismo ed è quel Teatro Sociale restaurato e tornato alla comunità che indica la stessa strada da percorrersi per due Palazzi ora malinconicamente vuoti.
Ci fermiamo, pubblichiamo e firmiamo così: Tiziana
GdS