Dibattito: le idee di Dalle Grave

Abbiate dignità. Da un po’ di tempo a questa parte gli Italiani semplici, quelli non “studiati”, quelli che sono ligi a guadagnarsi il pane quotidiano con il lavoro, non importa se autonomo o dipendente, non importa se manuale o intellettuale e non importa se disoccupati o cassaintegrati. Vale a dire quelli che con dignità sostengono il peso della responsabilità verso la propria famiglia, verso la comunità locale in cui vivono, verso la società nazionale a  cui appartengono.
Da un po’ di tempo, dicevo, fanno fatica a capire i segnali che quotidianamente arrivano dal centro di potere del Paese che, nella fattispecie, è rappresentato dal Governo e dal Parlamento. Quegli Italiani, tra cui il sottoscritto, non riescono a farsene una ragione delle schermaglie, delle liti, degli insulti e dei ricatti che contraddistinguono i comportamenti quotidiani dei rappresentanti, che hanno eletto per rappresentarli di fronte all’intero Paese, di  fronte  all’Europa e al mondo intero.
Ci troviamo ad un tiro di schioppo da focolai di guerra civile di incredibile ferocia (Libya, Egitto, Siria, Libano); siamo alle prese con arrivi quotidiani sulle nostre coste, di persone che fuggono dai loro paesi, per paura, per fame e per disperazione, e i nostri governanti cosa fanno? Anziché adoperarsi e mobilitarsi con aiuti concreti verso i profughi, con pressanti  iniziative diplomatiche per coinvolgere tutti i Paesi Europei a fare  fronte unico contro le guerre, stanno perdendo tempo  litigando tra loro sul fatto di salvare , o meno, il seggio parlamentare di un personaggio condannato, con sentenza passata in giudicato,  per evasione fiscale;  quindi per aver “rubato” soldi allo Stato Italiano, quindi al popolo italiano.
Ma c’è di più. Mentre il Paese sta faticosamente tentando di riprendersi  dalle bastonate subite dalla crisi economica in atto (e qualcuno più bastonato di altri perché ha perso il lavoro ed è gramo a mantenere se stesso e la propria famiglia), qualcun’altro di loro continua  a minacciare  la crisi di governo se non vengono salvaguardati i privilegi dei ricchi e le voglie di alcune pitonesse e  vestali della politica. 
Questo è il Paese che ci ritroviamo, perché “abbiamo permesso” con peccaminosa disattenzione, che venisse governato da personaggi indegni,  che hanno tradito le prerogative del popolo,  anteposto “i propri” agli interessi più generali del Paese e disatteso i valori sui quali si è edificata la Nazione Italiana.
Hanno elevato a sistema l’individualismo, l’utilitarismo e il liberismo; hanno  largamente cassato l’idea di solidarietà sociale su cui è stata  fondata la nostra repubblica dopo i disastri della seconda guerra mondiale. I valori morali spirituali e storici che hanno ispirato gli uomini, padri fondatori, della nostra Costituzione sono stati largamente disattesi e presentati al popolo come antiquati e obsoleti, stravolgendo di fatto il concetto di democrazia. In cambio ci hanno regalato paura, aggressività, tristezza, costernazione, diffidenza, dipendenza e, come suole ripetere Papa Francesco, tanta indifferenza. Qualcuno obietterà che questa analoga situazione si ritrova anche in altri Paesi Europei. Ciò non giustifica comunque l’Italia e non giustifica noi, se continuiamo imperterriti a permettere che questo degrado continui.
Quante volte abbiamo sentito dire che la Costituzione è vecchia, che non bisogna contestualizzare “la situazione di allora” con quella di oggi; che gli obiettivi di allora non sono quelli odierni e via denigrando. Quante altre volte abbiamo  sentito lor signori proferire roboanti promesse alla vigilia delle elezioni, e vederle subito dimenticate all’indomani? Noi come abbiamo reagito?  Proviamo a chiedercelo una volta!
La democrazia lo pretende! La nostra libertà e la nostra dignità lo pretende!
Certo, la democrazia per vivere ha bisogno di regole e le regole devono essere rispettate, da tutti senza distinzioni, di credo, di razza, di religione.
La democrazia dei Savoia non era democrazia. Il fascismo era contro la democrazia. Abbiamo visto che fine hanno  fatto quei “regimi?” E che disastri hanno combinato? E  noi cosa intendiamo fare per non cadere nelle stesse trappole in cui sono caduti (spesso in buona fede) i nostri progenitori, approvando quei regimi?
Affermava il compianto Padre David Turoldo: “Affidando tutte le responsabilità ad una persona sola, saremmo destinati a diventarne schiavi dei suoi sentori, dei suoi umori e dei suoi errori”.
Impariamo, quindi, ad amare la democrazia perché con essa tutto è possibile; mentre senza democrazia tutto è perduto. L’Italia ha in sé tutte le energie necessarie per uscire dalla crisi. Una crisi, come affermano non pochi studiosi, non soltanto economica, che ha bisogno di tutta l’energia presente nelle  giovani generazioni; di giovani capaci di far emergere il meglio dei talenti che hanno ricevuto. Talenti  che devono essere ricercati, individuati e fatti fruttificare.
Quindi cari  giovani, amate la storia, studiatela con passione e guardate avanti, “giocate in avanti”, come dice Papa Francesco. Il cambiamento chiede coraggio, intraprendenza, forza morale e tanta, tanta dignità. 
Pensate a quanta dignità morale ha saputo esprimere De Gasperi quando si presentò davanti ai vincitori del secondo conflitto mondiale, chiedendo di poter partecipare con pari dignità alla ricostruzione dell’Europa, forte del sacrificio di tanti figli dell’Italia migliore, caduti durante la resistenza e le guerre sbagliate volute da Mussolini.  “La dignità” ha un prezzo. L’Italia lo ha pagato abbondantemente. Non siate indifferenti, amatela! Difendetela e non smettete mai di coltivarla.
Ormai avremmo dovuto capire che un paese dove si evade molto, si ruba troppo, si produce poco, si lavora male, si complica tutto, si litiga in continuazione,  è un paese che non ha futuro.
Per dirla con B. Severgnini nel suo ultimo saggio “gli Italiani di domani”: “Cari giovani non smettete di pensare a domani. Qualunque cosa accada, il mondo va avanti. L’Italia è parte del mondo. E voi siete gli italiani di domani.  Italiani importanti, profumati, inconfondibili, per questo avete tanti occhi addosso. Cercate di smentire chi vi sottovaluta e di non deludere chi vi stima. Nessun piano di studi lo prevede, nessun ufficio del personale ve lo proporrà mai. Ma  è un bel progetto!”
E voi giovani fatelo vostro!  Amen.
28 agosto 2013
                                                                                                                         

Valerio Dalle Grave
Angolo delle idee