E due. L'orso se ne va. Erculeo, alla grande. E ora? Gira
Partiamo dal Codice Penale che all'art. 385 così recita:
385. Evasione
Chiunque, essendo legalmente arrestato o detenuto per un reato, evade è punito con la reclusione da uno a tre anni
La pena è della reclusione da due a cinque anni se il colpevole commette il fatto usando violenza o minaccia verso le persone, ovvero mediante effrazione; ed è da tre a sei anni se la violenza o minaccia è commessa con armi o da più persone riunite
Il nostro soggetto è evaso, come risulta incontrovertibilmente, per cui gli toccherebbe una condanna con la reclusione da uno a tre anni Non è però così perchè il colpevole ha commesso il fatto mediante effrazione e quindi la condanna sale ed è da due a cinque anni.
In sede di definizione della pena andrà tenuto conto che il soggetto è recidivo e che è lecito ipotizzare l'istinto per una recidiva ulteriore considerata la dinamica dell'avvenuta evasione. Chi scrive se la prende solo con vipere e zanzare e quindi considera la pallottola avvelenata l'ultima ratio per cui la Sentenza: 5 anni di reclusione (da sommare a quelle per altri reati commessi e “in committendo”).
Che evasione
Abbiamo usato una via eustorgica per introdurre l'argomento, protagonista un orso, battezzato come M49, evaso, per la seconda volta, da una specie di fortezza, 4 metri di altezza, tondini da 12 mm, robustissimi pali, rete elettrificata (dicono a 700 Volt), base in calcestruzzo.
Si veda la foto che pubblichiamo o addirittura si vada all'indirizzo che segue per vederne un'altra impressionante: https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/07/27/news/l_irriducibile_or...
Nella foto si vede la base di calcestruzzo con i grossi pali che reggono i tondini da ben 12 mm che formano la rete di recinzione elettrificata (ma evidentemente il nostro M49 oltre a fare concorrenza a Rambo piegando il ferro come fosse pappamolla se ne fa un baffo anche degli elettroni che vitalizzano la rete correndo tra catodo e anodo).
Disse, scrisse l'on. Brambilla
"FUGA DELL'ORSO M49, ON. BRAMBILLA: “FUGATTI NON SI AZZARDI A TOCCARLO, BASTA CON ATTEGGIAMENTI DA RAMBO”
“Il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti non si azzardi a toccare M49, reo soltanto di amare la libertà (come tutti noi). Basta con atteggiamenti, e una politica, da Rambo, che disgustano gli italiani e non risolvono i problemi”. Così l’ex ministro on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente la notizia della seconda evasione dal Casteller di M49, catturato lo scorso aprile con una trappola tubo. Al contrario della prima fuga, avvenuta nell'estate 2019, l’orso – ribattezzato “Papillon” dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa - non ha scavalcato ma ha direttamente divelto la rete di ferro della “gabbia” in cui era rinchiuso. “Il nuovo successo di M49 è innanzitutto la prova definitiva dell’imperizia e del dilettantismo di chi ha dichiarato guerra a lui e a tutti i suoi simili. La provincia di Trento non ha perso l'occasione di evidenziare la sua totale incapacità nella gestione dell'orso che – non dimentichiamolo mai – è stato in passato oggetto di un programma di ripopolamento voluto e in parte finanziato dalla provincia stessa. La sola idea di uccidere M49, per cui in passato il governatore aveva emanato un ordine di abbattimento, è indecente e priva di qualsiasi fondamento giuridico. La LEIDAA e il Movimento Animalista che presiedo daranno dura battaglia, non solo contro Fugatti ma contro chiunque dovesse, in qualsiasi modo, rendersi responsabile della morte di M49: un gesto che sarebbe a dir poco criminale”."
Rambo? E, leggendo qui sopra, Lei?
-------------------------------
L'orso non attacca l'uomo (lo dicono gli animalisti, ma purtroppo l'orso non lo sa)
Torniamo a M49. L'anno scorso è scappato e per mangiare ha fatto 44 lauti pasti, mediamente al costo di 1000 € per volta (paga Pantalone, ovvero noi tutti tramite la Provincia che ha distribuito nel 2019 indennizzi per 150.000 € più tutte le altre spese. Protestano in tanti, in primis gli allevatori, ma anche la gente comune. Sono per gli orsi l'on. Brambilla e suoi seguaci. Gran parte certo che non abita nelle zone in cui andando per lavoro o portando i bambini a spasso potrebbe capitare di trovarsi davanti un plantigrado. Ma 'l'orso non attacca l'uomo' dicono gli animalisti. Lo dicono loro ma gli orsi non sono stati informati e capita invece il contrario. I due, padre e figlio che recentemente hanno visto uscire di volata l'orso – non era M49 ma JJ4 - dal bosco e avventarsi contro di loro sono la più chiara smentita. E solo l'idea di pensare di trovarsi di fronte un bestione di due quintali e con la forza dimostrata dalla foto dovrebbe bastare a chiunque per dire che l'orso da tenere caldo è solo quello dei cartoni animati.
La campagna “Un orso per amico”
Una nuova idea in tempo in cui il turismo ne cerca per alleviare la virusbatosta: la campagna “Un orso per amico”, rigorosamente riservata agli animalisti per escludere l'arrivo di gente che non lo merita.
1. In primis ci si procura dalla Provincia di Trento le zone in cui si trovano gli orsi come da segnalazione dei loro radiocollari
2. Si segnala la scelta della zona dove andare, quella ove trovasi l'orso che interessa
3. Ci si reca in tale zona e si comincia la ricerca
4. Nel caso fortunato di incontro si seguono le solite indicazioni ma quello che più conta si fanno molte foto e filmati per dimostrare l'amicizia.
4. IMPORTANTE. L'esempio vale più di tutto. E così l'on. Brambilla potrebbe passate le sue ferie agostane dando il via alla campagna “Un orso per amico”. Da sottolineare che la Campagna può avere il Patronato dei Santi e Martiri Abdon e Sennen (la cui festa è domani 30.7), portati a Roma ma risparmiati nell'arena delle bestie feroci e quindi invocati contro gli animali nocivi
5. D'accordo, si tratta di una provocazione, quantomeno per vederese se qualcuno si dichiara disponibile...
Natura?
In natura l'orso in Valtellina non c'è da un secolo e quasi nessuno ne sente la mancanza
Se si parla di natura da un secolo in Valtellina mucche, capre, asini, pecore, animali da cortile, arnie non avevano nulla da temere dagli orsi: non ce n'erano. La prima traccia, ma tornando indietro nel tempo ce la offre la Locanda San Salvatore, in Comune di Albosaggia, Valle del Livrio. Inizio 1900, sul menu so poteva scegliere, fra l'altro, anche il prosciutto di orso. E nel Trentino, 50 anni fa, ne erano rimasti 3.
Natura? Ogni specie animale aveva il suo nemico. Anche l'orso che aveva quello storico, l'uomo. Ora è l'unico animale a non temere nemici...
Alla prossima
GdS