25 aprile a Chiavenna: Curti solidarietà a Melè - Frizziero: Melè ha sbagliato

La nota Curti

Voglio esprimere solidarietà al Presidente dell'ANPI provinciale di 
Sondrio Egidio Melè rispetto agli attacchi ed agli insulti che ha 
ricevuto per il suo discorso ufficiale del XXV aprile a Chiavenna 
durante le celebrazioni della Festa della Liberazione. Critiche 
pesanti sui social e mezzo stampa che entrano nel personale, non sono 
rispettose e provengono anche da chi non era presente alla 
manifestazione.
La giornata del XXV aprile è Festa Nazionale della Liberazione 
dall'occupazione nazifascista, ricorda la fine della guerra e l'inizio 
di un nuovo Risorgimento Italiano. Una festa di popolo che a 74 anni 
dovrebbe riunire i cittadini ricordando la gioia di quei giorni, la 
fine di un incubo. La Libertà conquistata con la lotta. Grande è stato 
il contributo della Resistenza.
L'ANPI con il suo lavoro porta avanti questi valori, libertà, 
uguaglianza, democrazia, solidarietà ed unità. Festa che vive anche 
dei ricordi dei personaggi locali, dei canti della tradizione, dello 
stare assieme attorno al tricolore. Quest'anno il clima era teso anche 
a causa di modifiche al cerimoniale non condivise e non rispettose 
della tradizione. Il presidente ANPI Egidio Melè ha sottolineato tutto 
questo nel suo discorso, con coraggio, ricordando che l'Associazione 
dei Partigiani è la casa di  tutti quanti, di qualunque  fede 
politica, credono nell'antifascismo e nei principi della nostra  
Costituzione.
Melè ha espresso il suo pensiero sulla situazione attuale, è stato 
molto critico nei confronti delle istituzioni ed in particolare verso 
il ministro Salvini, ma non ha usato toni che trascendessero né nella 
diffamazione, né nel vilipendio, né nell'istigazione a delinquere. Si 
capisce dalle sue parole la preoccupazione per l'ingiustizia sociale, 
per le difficoltà del Paese, per la richiesta di nuovi autoritarismi, 
per pressioni che si fanno più intense. Quello di Egidio è un grido di 
allarme che vuole richiamare ai valori della democrazia e della 
libertà. I toni sono forti e un paio di passaggi si potevano evitare, 
ma le intenzioni sono sincere; non abbassare la guardia, vigilare 
perché la libertà va costruita e difesa sempre.
E' sicuramente possibile dissentire da quanto detto dal presidente 
dell'ANPI, pensarla in modo diverso, argomentare, confrontarsi ed 
esprimere un dissenso. Questa è l'essenza della democrazia.
Non è pensabile pretendere il silenzio, limitare la libertà di 
espressione, tentare di intimidire come si è visto anche nei messaggi 
diffusi sulla rete.
Mi auguro che enti ed associazioni si ritrovino in un dialogo sereno 
attorno alla difesa dei valori della nostra Repubblica e della 
Costituzione.

Giovanni Curti
Segretario Provinciale PD Sondrio

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La nota Frizziero

Non ero a Chiavenna ma ho letto le sue parole, virgolettate e quindi autentiche. Devo dire subito – e mi spiace perchè Egidio Melè è persona che stimo – che ha sbagliato. Probabilmente per il ruolo che in quel momento ricopriva, per eccesso di zelo, per passione, per lo stesso uditorio che aveva di fronte. Ha sbagliato indipendentemente da quello che ha detto, dalle parole che ha usato, dall'obiettivo. Ha sbagliato perchè come si suol dire è uscito dal seminato introducendo nella celebrazione dell'evento elementi del quotidiano dibattito politico. Fosse stata una riunione dell'ANPI, l'Associazione che Melè presiede, leciti – mancherebbe altro - anche giudizi politici e politico-partitici.
Non lo era. Certo l'ANPI ne era parte importante ma sempre tessera di un mosaico politico-istituzionale che nell'intervento del Presidente della Repubblica è stato il principale riferimento.
Quelle espresse avanti non sono mie semplici considerazioni personali ma vengono dall'esperienza di chi per 10 anni, quelli da Sindaco del capoluogo, del 25 aprile se ne è occupato personalmente col risultato che per 10 anni la cerimonia è risultata impeccabile, culturalmente, politicamente, istituzionalmente. L'occuparsene ha voluto dire non certo di seguire i dettagli organizzativi ma avere gli opportuni contatti, il tener conto delle diverse sensibilità, persino prevenire iniziative che avrebbero complicato la giornata. Ha voluto dire lasciare fuori della porta contrapposizioni, in qualche caso a fatica per chi apparteneva alla DC, ha voluto dire volgere alto lo sguardo verso i contenuti per portarli poi alla nostra gente nei discorsi ufficiali, Niente retorica però ma sostanza. Nessun margine per riaprire divisioni che avrebbero svilito la cerimonia.
Per tutto questo ho espresso la mia critica che mi è parsa del tutto doverosa.
Alberto Frizziero

 

 

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