Per una settimana “Il Paese del Balocchi” è alla Scuola Primaria Paini di Via IV Novembre

(di Nello Colombo)   “Il Paese del Balocchi” è qui alla Scuola Primaria Paini di Via IV Novembre dove per una settimana si sospende il corso regolare delle lezioni e ci si diverte a imparare. Una scuola trasformata in una fucina creativa, artistica e tecnologica con una miriade di laboratori fattivi che vedono all’opera grandi esperti come mamma e papà, zii, nonni, e chi più ne ha più ne metta, accanto ad una folta schiera di docenti – e sono loro che si divertono di più! - (Monica Castangia, Vanna Luigina Roncan, Maria Grazia Gugiatti, Ivano Saini Paola Ortelli, Loretta Borromini, Ivana Nesina, Sonia Petrini, Mariagrazia Carrara, Lorella Gaburro, Giuliana Della Valle, Daniela Gusmeroli, Rita Costantino, Teresa Piscitelli, Antonella Pizzigallo, Emanuela Bianchini, Giulia Gregorini, Silvia Negri, Andrea Gaburri, Gloria Leusciatti, Maria Teresa Muffatti, Lucrezia Pontillo, Federica Pimpinelli, Claudia Carboni e Samantha Folini). Il Dirigente Scolastico Maria Rita Carmenini si aggira con discrezione in questo “Paese delle Meraviglie”, felice di vedere i suoi ragazzi che imparano dalla voce dell’esperienza facendo galoppare la loro fantasia, mettendo a frutto le loro abilità e i talenti naturali in alcune discipline. E questa non è certo una scuola a testa in giù, dove tutto sembra così lontano dai banchi di un’aula. Tutt’altro! Qui c’è l’argento vivo e gioioso che scorre nelle vene di tutti gli allievi  avviati ad un nuovo mestiere tutto da apprendere, da provare, da “produrre”. Qui la parola “noia” è bandita.  La scuola del fare di insigni pedagoghi è una realtà. Basta entrare nelle classi trasformate in atelier di maglieria e cucito di prim’ordine – e sono proprio i maschietti a primeggiare nel punto e croce, croce e delizia delle massaie d’un tempo ormai remoto - oppure in scuola alta falegnameria nel crucincastro per la costruzione di casette con sistema blockhouse; o fare due salti a “Ballando tra le stelle” a ritmo di hip hop, o a “Trafolandia” dove i decori natalizi sono opere d’arte sagomate alla perfezione. Non mancano poi le cucine del grande chef tra presine in feltro e segnaposto raffinati o maghetti illusionisti che trasformano prelibati pan di zenzero in piccoli elfi e gnomi dispettosi. Tutto richiama il Natale: dalle decorazioni delle vetrate a tema alle palline “addomesticate” per un albero scintillante, addobbi e piccole lanterne, artistici presepi e dolci angioletti tra tante lucine variopinte. E com’è bello immergersi nel caleidoscopio di una tavolozza infinita di colori per emulare i grandi artisti!  Insomma c’è di tutto e di più, ed è irresistibilmente impossibile resistere al contagio.  Una scuola che si fa auditorium per variegati concerti corali – e Natale la fa alla grande! -  oppure accademia tersicoriana alla ricerca di un punto di gravità permanente, e anche teatro d’avanguardia con tanto d’improvvisazione scenica. E qui piccoli talenti naturali si destreggiano tra maschere e cappellacci, foulard d’antica foggia che si fanno manti d’ermellino e cappe regali, inventando mille fiabe.  Che pacchia poi misurarsi in un decathlon da saggiare come una madelaine succosa tutta da gustare!  Ma possibile che qui sono tutti felici e contenti come una Pasqua? Nessun mugugno, nessuna tristezza, nessuna noia. Tutti impegnati, collaborativi, attenti a dare il meglio di sé, creativi fino allo spasimo. “Dai, vieni qui, aiutami, dammi una mano, vedi com’è bello, sta venendo proprio bene. Cantiamo insieme, ti piace questa canzone? Saranno felici mamma e papà con questo capolavoro! Dai, su, vedi ch’è tutto un gioco bellissimo!”: è così che i ragazzi lavorano, e non si rendono conto di farlo. Divertirsi a imparare e non accorgersi che è tutto un gioco che educa alla vita: non è forse questa la finalità precipua d’ogni scuola formativa? E se la vera scuola fosse questa? Peccato solo per una cosa: ma perché dura solo una settimana?!
Nello Colombo

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