Multe, multe e ancora multe. In parte giuste, in parte no. Vediamo perchè

Occorrerebbe in provincia una revisione dei limiti, della segnaletica, della gestione

Troppe multe in Valtellina. Troppe almeno quelle che riflettono una situazione non aggiornata di strade, segnaletica, controlli.

Cera una volta
la strada senza, o quasi, segnaletica. Da qualche parte c'era la freccia “pedoni a sinistra”, o la segnalazione di veicoli in uscita. Pochissime le insegne direzionali e pressochè esclusivamente a indicare i maggiori centri. Coesistevano nuovi veicoli, qualche bus, qualche carro. Non stiamo parlando di un secolo fa, e qualcuno che ricorda c'è ancora.

Poi sono arrivati i primi cartelli,
quelli che indicavano i 50 km/ora ma solo all'inizio degli abitati. A quel punto hanno cominciato a metterne un po' di tutti i colori in tandem quasi con quelli pubblicitari. Poi sono comparse le strisce in mezzeria, da qualche parte doppie (ma se una riga indica il divieto di superarle che bisogno c'è della seconda riga?).
Intanto la motorizzazione si faceva avanti con forza ed ecco il primo Codice della Strada con tutta una serie di norme e divieti. Quindi MULTE e MULTE. Storicamente qualcuno ricorda ancora il vigile chiamato “Caino” che in bicicletta rincorreva ragazzi in bici per il grave reato di essere in due sulla bici. Poi, passato qualche anno il vigile P.. micidiale. O suoi colleghi si attestavano sul centinaio di contravvenzioni per via del disco, e lui 600. Per passaggio con semaforo rosso i colleghi 5 o 6, lui 100. E poi al multato offriva le caramelle. Questo fin che il Comune lo spostò a Villa Quadrio con un apporto positivo alla Biblioteca.

Poi addio epoca pioneristica.
A Sondrio arriva il radartachimetro, allora si chiamava così.
Prima uscita e una strage. L'indomani, nello stesso punto crollo, la lezione era servita. Polemiche: Il Comune vuol far soldi, dicevano, ma facile la risposta. In città (!) in poco tempo erano morti, investiti, lo 'strillone', (quello che vendeva i giornali per strada) unico a Sondrio, e un docente delle Superiori, entrambi notissimi più una terza persona. La misura fu, dopo il primo momento, condivisa ed anzi ci furono richieste di posizionare il radar in prossimità delle scuole. C'era una cosa sbagliata che aveva visto interventi dell'ANCI e di altri sul Governo (ma ci vollero anni per farlo capire a Roma). Il guaio era che dove c'erano i 50 km/h – e così per altre limitazioni -, fino ai 60 c'era multa normale e da 61 in poi 150.000 £ire, 150mila sia che uno andasse a 61 sia che andasse a 150. Essendo fra i primi in Italia il Comune di Sondrio fece un po' di scuola comportamentale sulla base di quello che veniva fatto in Valtellina.
1 Uscita con radar un paio di giorni di fila in posizioni diverse, messaggio agli automobilisti e poi per 15 20 giorni, in base alla situazione, niente. Nuova uscita quando si vedeva che la velocità tornava a salire.
2 Radar, per evitare il problema dei 61, tarato a 65 km(h, senza dirlo ovviamente.
3 Molte uscite, anche frequenti e su diverse zone con vigili e strumento bene in vista, però senza fotografare.
Il radar non era dunque un mangiasoldi dalle tasche degli automobilisti ma una specie di spaventapasseri, in questo caso uno spaventaautisti. Bastava andare a vedere alla mattina chi arrivava da fuori per andare al posto di lavoro come fossero spariti gli Speedy Gonzales (la prima volta ci fu la foto-simbolo in Via Vanoni con un'auto, guidata da una donna, che sorpassava in terza corsia, quasi dall'altra parte, a 80/90 km/h e con una delle altre due auto con al volante il marito. 300.000 £ire in due minuti in un tratto, dal ponte in su sino al semaforo, oggi rotonda, che se percorso a 80/90 faceva risparmiare, fosse andata a 50, addirittura, si pensi, ben un minuto.

Ci sono voluti anni.
O l'entità della multa è in funzione della velocità, di quanti km/h cioè vi è stato superamento del limite. Il portafoglio piange, stangate mica da ridere e, in aggiunta, via i punti dalla patente. Botte su chi guida dopo aver alzato il gomito e su chi, poveraccio, fa della droga una tristissima necessità. Al drogato dunque.
Entriamo nel vivo del problema, e perchè - se lo chiederà chi ha avuto la pazienza di arrivare sin qui – tutto lo 'sproloquio di cui sopra invece di andare direttamente al sodo?, La ragione è semplicissima. E del tutto facile scrivere in tre righe, magari su Twitter, “Troppe le multe sulle strade valtellinesi.  Risultato? Esattamente lo stesso che si aveva ai tempi del “Caino”: “Superato il limite c'è da applicare la normativa.
Il problema invece va rivoltato come, si diceva, le tasche

Multe salate, presupposti sbagliati
Sono tre gli elementi oggi non presi in considerazione e invece da valutare attentamente.
Il primo riguarda la revisione completa di tutti i limiti di velocità in provincia, siano essi su strade statali, regionali, provinciali, comunali. Oggi sostanzialmente non c'è bisogno di nuove limitazioni vista la situazione esistente. C'è invece bisogno di eliminare in quale caso o di aggiornare in molti altri. Pensiamo ai 30 km/h, taluni rimasti dopo essere stati messi a lavori in corso o in altre situazioni. Dall'art. 142 del Codice Stradale: gli enti proprietari della strada hanno l'obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari.  “) per non parlare della non proprio brillante pensata - limite a 30 km/h del Comune di Sondrio per il centro che nessuno rispetta perchè non è puntuale ma indiscriminato, e quindi, se si vuole andre a 30 km/h, prima-seconda-proma eccetera -. . Pensiamo a situazioni profondamente modificate. Per fare un esempio ieri da Colico a Cosio era giustificatissimo ogni limite mentre oggi la stragrande maggioranza del traffico si è spostata sulla nuova ss38. Potremmo fare esempi ma preferiamo girare il problema a tutte le sedi competenti e non solo a quelle istituzionali che inizino a valutare eventualmente anche invitando altri soggetti pubblici e privati a segnalare situazioni e chiedere modifiche.

Dove
Importa valutare il “dove”. Se si vuol fare soldi per le casse comunali è presto fatto. Basta piazzare l'autovelox, o prevedere la sosta dei vigili in mille posizioni, e l'obiettivo è raggiunto, anche all'interno di vari abitati, Sondrio compreso.
Se si vuole invece fare una politica della sicurezza un comportamento 'elastico' sarebbe di gran lunga preferibile. Basterebbe, ad esempio, non scegliere per i controlli quei posti che appaiono anacronistici nelle more di una revisione come anzidetto e rivedere forse anche la collocazione dei misuratori fissi di velocità ma soprattutto la loro gestione. E per tutti i controlli potrebbero esserci gestioni articolate. Controlli rigorosi ad esempio in prossimità delle scuole quando escono o entrano gli alunni

Come
Est modus in rebus dicevano i latini. Ci vuole misura nelle cose. E dicevano anche “summum ius summa iniuria” secondo cui il rigore nell'applicazione del diritto si traduce in una grandissima ingiustizia. Emblematico il passo precedente relativo alla politica della sicurezza in strada del Comune di Sondrio, uno dei primi in Italia a occuparsene in modo razionale. Riferimento a controlli scaglionati nel tempo, ad altri senza foto, altri ancora a taratura a 65 km/h invece di 50.
Intralcio alla circolazione

Il limite minimo di velocità
Se ne parla poco e non è abitudine degli italiani infrangere questo tipo di norma, ma esistono anche limiti minimi di velocità. Il codice della strada stabilisce che gli enti proprietari della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi. La segnaletica per i limiti massimi è costituita da un cartello circolare rosso; quella per i limiti minimi, E' dunque il Codice della Strada a prevedere anche un limite minimo di velocità il cui  segnale è in banco su campo azzurro

Nel Codice della strada il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione. Può capitare che un conducente non se la senta di andare più veloce. Se vuole evitare la multa per intralcio alla circolazione quantomeno accosti e lasci passare la coda che lui ha contribuito a creare. L'esempio lampante ci viene dalla Strada della Rinascita con le sue molte gallerie col risultato che per via di una lumaca sono molti che violando il divieto si danno al sorpasso.
Il giusto
Potrebbe essere anche l'ACI in collaborazione con Istituzioni ed anche con le Associazioni più direttamente interessate ad avviare il discorso per:

1) Revisione della segnaletica stradale aggiornandola in funzione della nuova situazione stradale e di contesto i limiti di velocità

2) Revisione posizione e gestione dei controlli fissi

3) Definizione di indirizzi per tutti i soggetti titolari di strade in merito alle sanzioni, rigorosi quando c'è in ballo la sicurezza ma senza rigidità assoluta burocraticamente  interpretata.

Dibattito
Se qualcuno la pensa diversamente o comunque ha idee in proposito scriva e pubblicheremo

GdS

Angolo delle idee