La voce di 'Autonomia di Valtellina Valchiavenna'

Alleghiamo ( e noi pubblichiamo - ndr) il comunicato del movimento Autonomia di Valtellina & Valchiavenna dal titolo "Autonomia, la battaglia continua nell'area vasta", in merito ai recenti sviluppi parlamentari e all'esigenza di un governo provinciale costituente per l'Autonomia.

Autonomia di Valtellina Valchiavenna
Presidente: Andrea Mostachetti, Vice-Presidente Maurizio Zucchi

Autonomia, la battaglia continua nell'area vasta

L’esito delle votazioni inerenti gli emendamenti sulla riforma
costituzionale al Senato contiene luci e ombre. Non è l’autonomia
tout-court, quell’obiettivo che rimane per noi un ideale da seguire e
da perseguire e non è nemmeno quello che speravamo di ottenere: tra le
criticità del testo licenziato dal Senato spicca, nell’articolo 117
della carta costituzionale, il passaggio dell’energia a materia
esclusiva di competenza statale. Dal momento che il nostro territorio
mira ad avere competenza diretta sul tema, si allontanano le
possibilità di raggiungere questo obiettivo e con esso rischiano di
allontanarsi irrimediabilmente i canoni idrici delle grandi
derivazioni e la possibilità di difendere il territorio dalla
speculazione e dall’eccessivo sfruttamento idroelettrico.

D’altro canto, ci sono anche delle luci: la costituzionalizzazione
della legge Delrio blinda in costituzione l’esistenza degli enti di
area vasta e la menzione con il 39.500 (emendamento dei relatori
Calderoli e Finocchiaro) dei territori montani crea una legittimazione
di quelle “particolari forme di autonomia” conferite dalla stessa alle
aree vaste interamente montane e di confine.

Abbiamo di recente menzionato che siamo di fronte a una “doppia sfida”
a livello nazionale e regionale. Autonomia di Valtellina e
Valchiavenna crede infatti che questo sia il momento in cui non sia
produttivo prodursi in lamenti su ciò che avrebbe potuto essere ma sia
piuttosto utile rimboccarsi le maniche per sfruttare al massimo gli
strumenti che il nuovo quadro legislativo ci offre. Molto, anzi
moltissimo dipenderà da chi siederà nel nuovo consiglio provinciale,
dalla sua piattaforma politica e dalla capacità di farsi valere nei
confronti della Regione. Sì perché la Legge Delrio dice tra l’altro
che la regione riconosce agli enti di area vasta interamente montani
speciali forme di autonomia nella gestione delle materie che la
regione stessa gestisce in forma esclusiva o in modo concorrente con
lo stato.

Ci colpisce positivamente il documento preparatorio allo statuto
montano recentemente elaborato dalla CISL di Sondrio, nel quale a
livello valoriale e contenutistico ci sembra di scorgere più di una
traccia dei temi che riteniamo centrali: l’autonomia, la gestione
diretta, responsabile e sostenibile del turismo, delle risorse
boschive, delle acque e dell’ambiente in una parola delle maggiori
ricchezze di Valtellina e Valchiavenna.

Riteniamo che sia auspicabile la creazione di un fronte ampio di
amministratori, una sorta di lista civica provinciale, che sia capace
di aggregare intorno ai temi forti della rivendicazione dell’ambiente,
delle acque, del turismo e soprattutto dell’autonomia una coalizione
varia e vasta, estesa al maggior numero possibile di amministrazioni e
comuni, nella doppia ottica di rappresentanza territoriale e
demografica. Crediamo che questa lista dovrebbe essere sganciata dai
partiti: ovviamente uomini con esperienze partitiche ne faranno parte
ed essa non deve nascere in opposizione alle forze esistenti, non
dovrebbe tuttavia esserne succube o espressione. La Legge Delrio mette
in mano ai sindaci e agli amministratori la gestione della Provincia:
crediamo che sia il tempo di verificare se un gruppo di persone che
conosce i problemi reali e quotidiani dei diversi paesi sia in grado
di far meglio dei ‘soliti noti’ che negli ultimi decenni hanno
governato l’ente provinciale.

Come da sempre ripetiamo se la nuova amministrazione fosse espressione
diretta dei partiti, difficilmente gli uomini  ‘locali’ di un partito
avrebbero la forza necessaria per negoziare e trattare con i loro
‘fratelli maggiori’ che siedono in regione o sugli scranni
parlamentari.

Vorremmo che il nuovo consiglio diventasse una sorta di ‘costituente
per l’autonomia’ dove i singoli consiglieri si occupino delle
differenti materie ma dove tutti, e soprattutto il Presidente, siano
uniti dall’intento e dall’obiettivo di ottenere da Regione Lombardia
quanto ci spetta: l’autonomia su tutte le materie che ci interessano.
Creiamo insieme la cultura politica e amministrativa della gestione
autonoma e responsabile delle risorse e avremo in mano un patrimonio
di cui tutti potremo beneficiare, anche come base per rivendicare
nuove e più corpose forme di autogestione, con l’obiettivo, come
sempre, di arrivare a una reale e completa Autonomia per le nostre
valli.

Auspichiamo che al più presto questo fonte civico si formi e si muova,
magari mosso da quel fermento che anima la nostra associazione e che
SEV, Cisl e altre istituzioni locali hanno interpretato con il
sopracitato documento presentato nei giorni scorsi.

Angolo delle idee