Nostri universitari penalizzati. Le nostre famiglie ingiustamente gravate

Grasso via le tasse? I ricchi ringraziano! Prima invece va eliminata l'ingiustizia sociale tra chi studia stando a casa e chi non può farlo, con grosse spese, perchè abita lontano dagli atenei

Il neo-leader della neo-formazione politica “Liberi e uguali”, Grasso, ha perso una grande occasione per evitare una figuraccia. La sua proposta di abolire le tasse universitarie dicono sia stata fatta senza consultare nessuno. L'avesse fatto da magistrato sarebbe stato giustificato ma non lo è da politico per il quale confronto e democrazia sono essenziali. La sua proposta di abolizione 'perchè abbiamo pochi laureati' ha trovato tante critiche. Nelle controproposte non abbiamo però quella fondamentale.
Si parla di scaglionamento delle tasse in funzione del reddito, di borse di studio, di merito da premiare ma non c'è quella fondamentale sotto il profilo della giustizia sociale, argomento che interessa valtellinesi e tanti con noi.
Milioni di famiglie.
Se, come dice Grasso, servono più laureati si veda di metterli tutti alla pari in e per un particolare aspetto: la residenza.

L'universitario valtellinese, - in parte esclusi per quelli della Bassa Valle avendo vicina Lecco - se deve frequentare i corsi deve risiedere a Milano o a Pavia o altra sede. I valtellinesi come quelli della Valcamonica, dell'Alto Lario e così via per quelli sino in fondo allo Stivale.
Una politica al riguardo dovrebbe andare ben oltre il far risparmiare le tasse a figli o nipoti di persone con il conto in banca ben fornito.

Borse di studio? Intanto diciamo che non sono adeguate e che fra i requisiti oltre al merito e al reddito ci vorrebbe la voce “residenza”,
Lo studente di Sondrio oggi a Milano stringendo un po' la cinghia grava sulla sua famiglia tra affitto, mangiare, tasse,contributi non meno di 7 – 8 mila euro in più rispetto a chi abita a Milano o a Pavia o a Bergamo. (Fra le cause del minor numero di laureati c'è anche questi aspetto).
Teniamo poi conto, per una sola citazione, che già mezzo secolo fa nei Paesi nordici, citati ad esempio da Grasso, c'era lo strumento chiamato “prestito sull'onore”. Una nostra proposta di utilizzarlo incardinato sulla Legge Valtellina, una ventina di anni fa, piacque assai ma non ebbe gambe. Da ricordare anche che lodevolmente la Provincia ha realizzato la Casa dello Studente a  Milano, ma sono solo 55 posti, una goccia nel mare.

Grasso ha sparato la sua dimenticandosi che prima di trattare qualsiasi problema è doveroso informarsi, imparare, valutare ed anche parlare con gli altri.
Le tasse universitarie vengono calcolate oggi in base all'indicatore ISEE (reddito ecc.) con agevolazioni se l'ISEE è minore, ad esempio, di 30.000 € con esenzione per redditi ancor più bassi. Orbene il beneficio derivante dall'azzeramento, a parte le agevolazioni, può essere intorno al migliaio di € annuo (Nel caso di redditi alti si va però sino a quasi 4000 €, cifra che lui, azzerando le tasse, vorrebbe regalare ai ricchi genitori !!!).

Un terzo della popolazione italiana vive fuori dalle città e dal loro hinterland. Teniamo conto di una quota di pendolarismo resta comunque un numero notevole di studenti costretti, se vogliono laurearsi, ad andare fuori casa per frequentare l'università.
E' problema di ingiustizia sociale tanti, è problema anche dei valtellinesi.
Grasso ci pensi, impari e se veramente è interessato alla questione, concorra a trovare una soluzione.
a.f.

 

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