Fondazione Foianini: Guerra sofisticata contro il Drosophila suzukii
Novità nel campo della difesa fitosanitaria
Da questa stagione avrà inizio una prova di controllo del temuto fitofago asiatico Drosophila suzukii, noto anche come il moscerino dei piccoli frutti che, da qualche anno, minaccia la sanità delle produzioni locali. Il drosofilide, polifago e in grado di svolgere un numero elevato di generazioni all’anno, può compromettere e colpire i raccolti di mirtilli, lamponi, fragole, more e parzialmente anche alcune varietà di uva. Grazie ai ricercatori entomologi dell’Università di Milano, è stato individuato nel 2014 un parassitoide dell’insetto, particolarmente attivo negli stadi precoci di sviluppo. Si tratta del microimenottero Trichopria drosophilae, presente negli habitat europei, ove si sviluppa in modo specifico a carico di drosofilidi. La femmina di Trichopria ricerca le pupe di Drosophila e depone un uovo all'interno della larve che hanno da poco formato la pupa. L'uovo e la larva di Trichopria, superando le difese immunitarie della suzukii portano a termine la parassitizzazione, sino alla formazione di un nuovo adulto che sfarfalla dopo alcune settimane attraverso un foro nel pupario.
La scoperta è di fondamentale importanza perché per la prima volta si può dare una svolta significativa alla lotta contro il fitofago di origine asiatica, in un modo naturale e completamente rispettoso degli agroecosistemi locali, evitando l’uso di agrofarmaci che comprometterebbero l’immagine di salubrità del settore. Questo nuovo approccio di difesa, pone le basi per la risoluzione di una problematica fitosanitaria che in questi anni ha raggiunto livelli elevati di danno economico in tutto il mondo.
Nella stagione 2016 la Fondazione Fojanini attuerà, in collaborazione con l’Università di Milano, prove sperimentali finalizzate al lancio dell’antagonista del moscerino, per studiarne l’efficacia in pieno campo. Si conosce infatti il comportamento del microimenottero in laboratorio e in ambiente circoscritto, mentre poco ancora si sa della sua attività all’aperto. Le sperimentazioni seguiranno un protocollo specifico di lavoro, adottato anche da altri centri di ricerca del territorio nazionale, interessati dalla stessa problematica.
G. Murada