Oggi si ride, si ride, si ride...
GIORNATA MONDIALE DELLA RISATA, LA COACH MARINA OSNAGHI: “PER VIVERE BENE E LAVORARE AL TOP BISOGNA IMPARARE A RIDERE, ANCHE SENZA RAGIONE”
Ci mandano e diamo volentieri ospitalità: "Accresce l’autostima, solleva l’umore, migliora la produttività sul lavoro e rende più affascinanti. Gli esperti di tutto il mondo sono concordi nel dire che ridere è l’elisir per vivere a lungo e lavorare felici. Per celebrarne i benefici, il 7 maggio si celebra nel mondo la Giornata Mondiale della Risata. Secondo la coach Marina Osnaghi: “Scegliere di ridere cambia davvero la vita”.
Se un vecchio proverbio recita “Ridere fa buon sangue”, per gli scienziati di tutto il mondo, ridere fa davvero vivere meglio e rappresenta la più semplice ed economica via per il benessere, sia fisico o mentale, nella vita come nel lavoro. Sono molteplici infatti i benefici sul corpo e sulla mente di una risata: migliora la circolazione del sangue, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, tiene il cervello allenato, contrasta ansia e depressione e contribuisce alla salute del sistema immunitario. Ma soprattutto, migliora il rapporto con gli altri e con se stessi, influenzando positivamente le relazioni a livello privato e, soprattutto, lavorativo. Basti pensare che gli studiosi della St. Edwards University di Austin, in Texas, conducendo uno studio su 2500 impiegati, hanno scoperto che l’81% si dichiara maggiormente produttivo se inserito in un contesto lavorativo dove regna il buonumore. Uno studio della Mayo Foundation for Medical Education and Research, riportato da Huffington Post,ha rivelato che ridere riduce drasticamente gli ormoni dello stress: il cortisolo del 39%, l’epinefrina del 70% e la dopamina del 38%. Allo stesso modo un’indagine della Loma Linda University, in California, riportata da Nature, ha evidenziato come, alla vista di un video comico, le beta-endorfine, che alleviano la depressione, aumentino del 27%.
È quanto emerge da uno studio condotto da Espresso Communication su oltre 70 testate internazionali in occasione della Giornata Mondiale della Risata,che si celebra la prima domenica di maggio, per capire perché l’atto della risata sia considerato da esperti e scienziati da ogni parte del mondo, il gesto perfetto per stare bene. Una ricorrenzanata come manifestazione a favore della pace nel 1998 su iniziativa del medico indiano Madan Kataria, fondatore dello “Yoga della Risata”.
“Personaggi autorevoli affermano il potere della risata. Il famoso Hunter ‘Patch’ Adams, fondatore nel ‘71 del Gesundheit Institute e della clownterapia, e interpretato sul grande schermo da Robin Williams, sostiene che “la buona salute è questione di risate”. Ridere aumenta la capacità della persona di alleggerire il peso quotidiano: infatti defocalizza la mente dal problema e fa stare subito meglio. “È un toccasana, soprattutto negli ambienti lavorativi ad alto livello di stress – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che utilizza spesso questa modalità nei propri corsi dedicati ai Leader per potenziare capacità di resilienza e velocità di risoluzione delle soglie criti che di stress – Superato il primo momento di imbarazzo nell’esperienza di una risata ‘intenzionale e decongestionante’, le persone si lasciano andare. Il ‘gesto’ del ridere dona una ventata di aria fresca al cervello e in un istante gli approcci tra colleghi cambiano e svanisce il pessimismo. Si mette in atto un processo che impatta sulle funzioni ormonali: il corpo agisce sulla mente attraverso una nuova attitudine comportamentale. Ridere, anche senza motivo, è parte integrante dei corsi di destressamento: bisogna imparare a ridere superando la paura di sembrare strani e uscendo così dagli schemi di monotonia, aggressività o pessimismo, dalla propensione a incanalare dovere e responsabilità in un approccio severo e senza sorriso. Ridere in libertà è un vero toccasana, per il corpo e per l’umore. Il mio consiglio è di scegliere di ridere, sempre, soprattutto nei momenti di maggiore stress, quando sembra impossibile e faticoso farlo. Anche sul luogo di lavoro. L’abitudine alla risata renderà tutto più semplice: ridere per il solo gusto di ridere favorisce la capacità di trovare nuove idee per uscire dal ristagno dei comportamenti obbligati. Ridere non fa scomparire il problema; eppure permette alla persona di ritrovare uno stato emotivo da cui ricavare una rinnovata energia per agire”.
Il primo a comprendere l’importanza della risata e il suo potere di influenza sul benessere delle persone fu Ippocrate, che nei suoi trattati affermò che “Da un sorriso nasce sempre un altro sorriso”. Addirittura Susumo Tonegawa, Premio Nobel per la Medicina nel 1987, affermò "Chi è triste e depresso non riesce a tener lontane le malattie". Non solo scienziati, ma anche attori e comici compresero già negli scorsi decenni la forza della risata: Audrey Hepburn, in una famosa intervista rivelò “Amo le persone che mi fanno ridere. Ridere cura una moltitudine di malattie, ed è la cosa più importante in una persona”. Anche il celebre Aldo Fabrizi si pronunciò sul tema affermando che “Il riso è una benedizione di Dio: fa bene, è una ginnastica fisica”.
Tutti pareri che vengono avvaloratidalle numerose ricerche scientifiche portate avanti sul fronte della risata. Secondo recenti studi dello scienziato californiano Lee Berk, citati sul Los Angeles Times, ridere sviluppa le frequenza “gamma” all’interno del cervello, che produce onde in grado di sincronizzare in maniera concreta l’attività neuronale e sostenere la memoria. Sul Washington Post è stato riportato uno studio dell’Università di Oxford, da cui emerge che ridere per almeno 15 minuti in compagnia aumenta del 10% la soglia del dolore. Perfino l’autorevolissimo Time ha riportato lo studio della Western Kentucky University, sostenendo che una risata aumenta il numero di “cell ule killer”, che difendono il sistema immunitario attaccando quelle malate.
Ma non è tutto: ridere permette di mantenere la forma fisica e stimolare la circolazione. Secondo lo studio riportato da Fox News condotto da Maciej Buchowski, professore alla Vanderbilt University di Nashville, ridere per 10-15 minuti permette di bruciare circa 50 calorie. I ricercatori dell’Università del Maryland inoltre hanno rivelato che i vasi sanguigni di chi guarda uno show comico sono più elastici ed efficienti rispetto a chi non l’ha visto.
“Il solo fatto di ridere è in grado di migliorare soprattutto le prestazioni professionali, favorendo la relazione con il capo e i colleghi, il lavoro di gruppo, la leadership dei vertici aziendali e le capacità di problem solving – prosegue la coach Marina Osnaghi – Scegliere di ridere, anche improvvisamente e senza ragione apparente, può rilassare l’ambiente, distendere i nervosismi, risolvere le tensioni e stabilire uno stato d’animo che aiuta ad aumentare la produttività e concludere gli affari con i clienti. La risata è contagiosa: chi ride influenza chi lo circonda in maniera estremamente positiva. Una capacità innata della persona, che abbiamo sempre a disposizione: basta decidere di attivarla”.
Ridere infatti non fa solo bene a se stessi, ma è anche una questione sociale. Da uno studio del professor Robert R. Provine, neuro-scienziato e docente di psicologia alla University of Maryland, pubblicato su Psychology Today, è emerso che i benefici della risata inficiano anche su chi sta attorno, sul luogo di lavoro come a casa: è 30 volte più probabile iniziare a ridere in compagnia di altre persone, rispetto a quando si è soli. Esiste infatti una forte connessione con la socialità dei gruppi di persone che influenzano concretamente l’umore generale.
Purtroppo esiste anche il rovescio della medaglia. Scott Weems, neuro-scienziato e autore del libro ‘Ah! The science of when we laugh and why’, confermò sulle colonne del Wall Street Journal i benefici della risata, rivelando però che i sorrisi provocati da una forma diversa di risata, come quella nata da sarcasmo e battute sardoniche, può nuocere alla salute: come attestano le ricerche condotte dalla University of Western Ontario, chi possiede questo tipo di umorismo registra alti livelli di depressione, ansia e bassa autostima.
Matteo Gavioli
m.gavioli@espressocommunication.it