Sistema Sanitario Nazionale in affanno

In questi giorni sulla stampa nazionale e locale è stato lanciato l'allarme sulla carenza dei  medici di famiglia e specialisti ospedalieri.
Un problema attuale e che diventera' dirompente nei prossimi anni.
Si rischia il collasso del nostro sistema sanitario con ripercussione sui livelli di assistenza per la tutela della salute dei cittadini.
Alcuni numeri.
Nel prossimo quinquennio, entro il 2023 andranno in pensione 21.700 medici di medicina generale pari al 45%,  su 45.437 attivi.,  e 40.000  medici  ospedalieri, pari al 40 % usciranno dagli ospedali entro il 2025.
Dati impressionanti che fanno impallidire di fronte al fatto che solo una minima parte di questi medici in uscita potranno essere rimpiazzati da nuovi medici giovani.
Di fronte questa palese carenza si registrano, dal 2005 al 2015,  10.104  medici espatriati  in cerca di lavoro e di miglior condizioni all'estero in particolare nei Paesi Europei.
Da piu' parti politiche sindacali e politiche,  da alcuni anni ad onor del vero,  si fanno le diagnosi, corrette, si analizza il problema ma le terapie individuate stentano ad implementarsi con il malato

Sistema Sanitario.Nazionale va in affanno.
In alcune situazioni le amministrazioni razionano  i reparti ed i servizi pubblici con la chiusura di numerose strutture complesse ( vd primariati)  circa 400 nell'ultimo anno.
La situazione e' decisamente piu'  grave nelle zone periferiche disagiate come quelle montane.
Certamente sarebbe necessaria un direttiva Europea sulla formazione dei Medici generale e per gli specialisti ospedalieri che uniformi i percorsi formativi. L'Italia a questo proposito ha una legislazione burocratica che frena l'accesso dei medici alla formazione con i concorsi nazionali per l'accesso alle specializzazioni e quelli regionali per conseguire l'abilitazione a medico di medicina generale.  Inutile dire che spesso questi concorsi vengono impugnati per ipotesi di cattiva organizzazione e valutazione.
Queste cinque proposte possono contribuire a migliorare il problema.
1) Uniforme la formazione dei medici post laurea ai principali Paesi Europei con un direttiva dell'Unione Europea
2) Riconoscere l'accesso dei  giovani medici nei reparti specialistici ospedalieri con contratti di formazione diretti nei singoli ospedali che dopo quattro anni anni garantiscono il titolo di specialista con l'abolizione del concorso nazionale
3) L'assunzione per 3 anni di giovani medici negli studi di Medicina Generale che garantisce l'accesso nelle graduatorie di medicina generale con l'abolizione del concorso regionale.
4) Il riconoscimento della specializzazioni mediche ( medicina interna, ematologia, cardiologia ecc) per l'accesso alle graduatorie di medicina generale. ( Infatti non e' ammissibile che un giovane specialista in medicina interna o discipline equipollenti non possa essere idoneo al lavoro di medico di medicina generale).
5) Favorire il mantenimento in servizio dei medici piu' esperti che possono andare in pensione anticipatamente con agevolazioni ed incentivi .Infatti alcuni medici che vanno in pensione 5- 6 anni prima del raggiungimento dei limiti di eta'  potrebbe rimanere in servizio se debitamente motivati. Basti pensare al privato.
Certamente il problema e' gia' attualmente, ma sara' in futuro piu' grave nella zone periferiche ad esempio di montagna, lontane dai centri di eccellenza. In queste realta' ancora di piu' i 5 punti dovrebbero trovare applicazione con la figura di medici responsabili dei reparti, , che purtroppo non sempre si coltivano/reperiscono , in grado di attirare, orientare e formare i medici piu' giovani.

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Nostra nota. Pubblichiamo una delle singolari foto scattate il 2 febbraio. La singolarità dipende dalle 'scighere' (nuvolette) presenti nel giardino subito dopo l'entrata dell'Ospedale, dove sulla parete c'è il grande mosaico, risultato vincitore ad un Concorso nazionale, della artista sondriese cav. Floriana Palmieri. Alle scighere per aria corrispondono per terra le ombre (ndr)

 

Gianfranco Cucchi
Angolo delle idee