Se il Sindaco è un libero professionista non può esercitare in provincia (!?!)

L'angolo delle idee (bislacche) ultima perla dell'UCAS infilata nella 'manovrina'. Via questa fesseria, lo ha chiesto l'ANCI

Una ne fanno e cento ne pensano. Nel DL approvato alla Camera e girato al Senato ci sarebbe una norma di tipo ministeriale, ovvero che parte dall'assoluta ignoranza di com4 stanno le cose a livello di base, a livello dei 60 milioni ed oltre di cittadini italiani (funzionati ministeriali esclusi. Cosa hanno inventato? Una norma che, se votata dal Senato, vedrebbe tantissimi Comuni in crisi per le dimissioni dei sindaci a partire da Sondrio e da Tirano. Di quei Sindaci cioè che non sono dipendenti ma liberi professionisti. Questo perchè? Lo spiega il rappresentante dei piccoli Comuni nell'ANCI Castelli:
““Nel testo della manovra in esame alla Camera, il cosiddetto dl 50, è contenuta una disposizione che se non modificata, come già richiesto dall’Anci con specifico emendamento, comporterebbe di fatto l’impossibilità per gli amministratori locali che siano anche liberi professionisti di accettare l’incarico per il quale sono stati eletti. Una negazione implicita del diritto di elettorato passivo e dell’espressione della democrazia locale”. Lo afferma Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e delegato nazionale piccoli Comuni per l’Anci.
“E’ evidente che per indennità di poche centinaia di euro fare il sindaco in un piccolo Comune è ormai puro volontariato e purtroppo è sempre più difficile reperire candidati alle elezioni in questi enti. Gli amministratori dei Comuni di minori dimensione demografica – spiega Castelli - devono rispondere personalmente a responsabilità di ogni genere, anche se spesso non nelle loro competenze, e hanno sempre meno strumenti per potervi far fronte. Le incompatibilità per gli amministratori locali – prosegue - sono da tempo previste e regolamentate organicamente nel Testo unico degli enti locali. Il sovrapporsi di ulteriori normative sullo stesso tema sta provocando un crescente abbandono della possibilità concreta di dedicare il proprio impegno alla vita pubblica. Nel dl 50 la normativa in materia di incompatibilità e inconferibilità ha subìto alcuni miglioramenti – aggiunge Castelli - ma il permanere del vincolo dell’ambito provinciale o dell’area metropolitana di elezione comporterebbe l’impedimento allo svolgimento della libera professione se non al di fuori di questi ampi confini, creando situazioni paradossali e mettendo a rischio la tenuta stessa della democrazia locale. Si approvi l’emendamento Anci che prevede tali condizioni di incompatibilità vincolate nell’ambito del territorio comunale in cui si è eletti ma non in enti diversi”, conclude Castelli.

Non sappiamo, anche per la mole del Decreto, se in zona Cesarini, ossia nelle ultime ore prima dell'approvazione a Monte Citorio, sia intervenuta una resipiscenza dell'aula con conseguente eliminazione di una grossa castroneria. Se si, come non detto ma se no occorre fare la guerra al Senato perchè, di fatto, si arriverebbe ad impedire a ingegneri, architetti, geometri, periti, avvocati. free lance, infermieri, e quant'altri eserciti libera professione di fare l'amministratore locale. Basti pensare che per quanto ci riguarda per l'ingegnere rossi, il geologo verdi, l'avvocato bianchi e così via sarebbe possibile continuare la professione solo, solo per citare le più vicine, nelle province di Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Trento
Altro Premio Nobel  ai folti rappresentanti del ben noto UCAS (ufficio complicazione affari semplici).
GdS

Angolo delle idee