“Ripristinare la medicina scolastica" chiede la CISL - Nostra nota
La medicina scolastica per prevenire, visitare e educare i futuri cittadini. Didonè (FNP CISL): “Ripristinare un servizio che è stato punto di riferimento”
Cogliere l'occasione della riapertura delle scuole a settembre 2020 per ripristinare "la figura del medico scolastico". Emilio Didonè, segretario generale della FNP CISL Lombardia, condivide e sostiene la proposta lanciata anche da CISL Medici per rendere le scuole più sicure: reinserire la figura del medico scolastico, non solo in fase di emergenza Covid19. “Un modo per aumentare la sicurezza e prevenzione sanitaria nelle scuole e dare una prospettiva di lavoro a tanti medici precari”.
"Il presidio di medicina scolastica, soppresso circa vent'anni fa con troppa superficialità dai Governi di turno, svolgeva un’importante funzione di prevenzione e educazione sanitaria in tutte le scuole del paese attraverso periodici controlli della vista, delle infezioni batteriche e virali, delle vaccinazioni e più in generale dello stato di salute complessivo degli studenti di ogni ordine e grado. E risulta oggi più che mai fondamentale ripristinarlo, così come "i ricordati medici scolastici" che nel compilare la singola “scheda-cartella clinica” per ogni alunno, aggiornata con i periodici controlli, sono risultati un punto di riferimento per gli insegnanti, i pediatri ma soprattutto per le famiglie”.
"Tanto più in periodo Covid occorre imparare la lezione e organizzarsi per un futuro non solo di Coronavirus - sottolinea Didonè -. Noi anziani, che abbiamo vissuto quella esperienza, sosteniamo che oggi la figura del "medico scolastico" è più che mai indispensabile, sia per un corretto coordinamento delle disposizioni antiCovid che dovranno essere attivate in tutte le scuole per prevenire i contagi, sia per una educazione e profilassi sanitaria diffusa.
Pertanto è auspicabile - ribadisce il segretario dei pensionati CISL - che il ministro Speranza, insieme alle Regioni, nel mettere mano ad un "aggiornamento" del nostro sistema sanitario nazionale, preveda di ripristinare questo servizio di "medicina scolastica", anche su base locale che comprenda più istituti scolastici dello stesso territorio, per diventare un valido concreto raccordo tra sanità, famiglie, studenti, giovani e l'intera società”.
“Governi e politici passano mentre le future generazioni dei nostri figli e nipoti continueranno a frequentare la scuola - conclude Didonè - Quindi, auspichiamo, che indipendentemente dalle attuali necessità si possa riprendere questo riflessione con il presidente Fontana e l’assessore alla sanità della Regione Lombardia Gallera allo scopo di formalizzare un provvedimento normativo, adeguatamente finanziato, per trasformare in realtà operativa questa proposta di recuperare la medicina scolastica, soppressa con troppa superficialità, che porterà nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, un contributo importante soprattutto per quanto concerne il controllo sanitario dei bambini".
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Nostra nota: ripristinare un servizio che a Sondrio era di avanguardia
D'accordo con la CISL, ovviamente tramite indispensabili modifiche legislative.
Risaliamo però a molto tempo fa. A che pro? Serve far conoscere alle giovani generazioni un passato che troppo spesso viene o ignorato o sottovalutato. Veniamo a noi.
Siano a circa mezzo secolo fa. Sindaco del capoluogo è l'avv. Venosta. Il Comune organizza uno screening, termine che - ci dice Wikipedia - è un anglicismo usato in medicina per indicare una strategia (protocollo) di indagini diagnostiche generalizzate, utilizzate per identificare in una popolazione quei soggetti a rischio di malattia, che si reputa sufficientemente elevato da giustificare la spesa e lo stress di cercarla.
A Sondrio allora vennero scelti 10 tipi di indagini diagnostiche delle quali si resero possibili, a memoria, sette. Fatte a tappeto in ogni scuola di competenza comunale in un anno scolastico. Tutti gli alunni delle prime (o terze, questione di memoria) Elementare e delle terze Medie. Le famiglie subito informate nel caso di disturbi, anomalie e simili. In questo modo era possibile alle famiglie intervenire per tempo. Per la cronaca la disciplina più interessata fu l'oculistica.
Si dirà che fine ha fatto questo signor servizio. Tutte le attività sanitarie dei Comuni e di altri Enti, quello degli ascensori compresi, con la Riforma nazionale passate alle USL con un precedente di scelta regionale nei Comitati Sanitari di Zona.
Non ci pare che nelle scuole di siano stati passi avanti...
GdS